*Arin’s P.O.V.*
Non stavo capendo più nulla, che diamine stava succedendo?
Ciò di cui ero certo era che volevo seguire Jes, che stava scappando. Avevo notato i suoi occhi rossi, colmi di lacrime, ma davvero non riuscivo a capire cosa fosse successo.
“Dove credi di andare?” Ringhiò Zacky furioso. “Tu e tu, mi dovete delle spiegazioni.” Disse indicando me e Brian e facendoci entrare nella sua stanza.
Ci furono attimi di totale silenzio, poi Syn iniziò a parlare.
“Su Ilejay, diglielo! Fagli sapere quanto sei coglione e senza cuore, dai!” Ero confuso, non riuscivo a capire a cosa si stesse riferendo.
“Haner che cazzo stai dicendo?”
“Fai anche finta di niente? Io sono stato a consolare Jessie, stava male, per colpa tua!”
“C-cosa? Io non le ho f-“ Immediatamente mi sovrastò con la sua voce.
“Non mi dire che non hai fatto niente! Le hai spezzato il cuore, non dovevi baciare un’altra!”
Come se avessero appena acceso una lampadina nel mio cervello, tutto mi fu immediatamente chiaro. Perché non ci avevo pensato prima? Mi aveva visto con Chanel, ma aveva frainteso tutto.
“Cazzo no!” Avevo combinato un casino, di nuovo.
“Ha capito tutto male! Ora vi spiego. La ragazza in questione si chiama Chanel. Circa nove anni fa, facemmo sesso, da ubriachi, senza precauzioni, poi lei è sparita. A novembre mi è venuta a cercare e, a Milano, è riuscita a parlarmi. Mi ha presentato un bambino, di nove anni, dicendomi che era mio figlio. Ero confuso, non sapevo che fare…e ho deciso di nascosto, di fare il test del DNA. Ne è venuto fuori che non è mio figlio, quindi ho deciso di parlarle, e lei mi ha detto che l’ha fatto perché mi ama, perché non si è mai dimenticata di quella notte, e mi ha baciato. È stato solo un bacio, niente di più, io amo Jes, non lei!”
“Merda!” esordì Zacky mentre prendeva il giubbotto in pelle e si infilava le scarpe. “Voi due, rimanete qui, vado a cercare Jessie, non venite a rompere, me la vedo io.” Disse enfatizzando sulle ultime parole.
Non potevo far finta di nulla, non potevo rimanere fra quattro mura mentre Jessie era in giro, chissà dove. Non appena Zacky uscì, mi infilai la giacca e le scarpe.
“Arin, non fare il bambino” . Brian si appoggiò al muro incrociando le braccia e le gambe. “L’ultima persona che vuole vedere sei tu.” Brian Haner che mi dava lezioni di vita? Impossibile! C’era qualcosa di diverso in lui.
“Da quando ti importa dei sentimenti delle persone, Brian?”
“Da quando ho conosciuto la ragazza che ha preso posto nella mia mente.”
Al momento non capii bene il senso di quello parole, le sfumature che quella frase aveva, mi erano ancora ignote, ma mi colpirono dritte il cuore: decisi di ascoltarlo, rimanendo impaziente in casa, guardando di continuo fuori dalla finestra, nell’attesa di vedere il viso dolce di Jes.
*Jes P.O.V.*
Avevo ormai il fiatone. Posai le mani sulle gambe, respirando in fretta, avida di ossigeno. Alzai la testa: ero finita in un posto di cui non sapevo nemmeno l’esistenza.
Il sole era alto nel cielo, le quasi impercettibili onde, continuavano a scontrarsi delicatamente contro la sabbia e poi a ritrarsi. La mia attenzione fu richiamata da un molo, fatto in legno, che aveva sotto di sé un ampio spazio di sabbia. Immediatamente mi diressi lì. La sabbia era fresca, ed ero lontana da sguardi indiscreti. Posai la schiena su un palo portante, poi abbracciai le gambe,occupando così poco spazio.