13. Un pomeriggio colorato

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15 settembre

Adesso tocca all'ora di spagnolo, dove ci dedichiamo al ripasso dei verbi più importanti e poi motoria, dove il professor. Snakers, da me soprannominato "professor. capretta", ci lascia giocare a pallavolo, mentre lui si fa i cavoli suoi.

Io sto in panchina quasi tutto il tempo, anche perché non sono affatto concentrata, dopo quello che è accaduto a ricreazione.

Devo scoprire come si chiama quel ragazzo e d'ora in poi dovrò stare attenta ad andarmene in giro da sola quando vedrò Allyson, perché non ci sarà sempre quel ragazzo misterioso a difendermi.

Finite le 5 ore di scuola, salgo sullo skate. Ho molta fame, quindi veloce a più non posso, mi dirigo verso casa.
Alle 13.10 arrivò davanti al cancello e mi ricordo che oggi la mamma è al lavoro fino a tardi, così prendo le chiavi, le infilo nella serratura e finalmente entro.

Uffa! Non c'è il solito odore di cibo in cottura e noto che c'è un post-it fucsia, attaccato al frigo, con su scritto: «Tesoro, ti ho lasciato della pizza surgelata da scaldare. Torno verso le 18. Buon appetito. XOXO, mamma»

Mentre metto il pranzo nel microonde, guardo dei video su YouTube, per far passare il tempo. Quando il bip mi avverte che il cibo è pronto inizio a mangiare, pensando ai compiti da fare nel pomeriggio. A breve ci sarà una verifica di spagnolo e la settimana prossima una di fisica, quindi devo assolutamente buttarmi avanti con lo studio, anche se non ne ho affatto voglia.

Sono ormai le 14.30, così decido di cominciare con matematica. Dopo toccherà alla tavola di tecnologia e all'analisi logica.
Fortunatamente riesco a concentrarmi e alle 15.47, vengo interrotta dal campanello, mentre stavo ancora finendo inglese*.
Scendo curiosa, al piano terra, anche se la mamma mi dice sempre di non aprire a nessuno. Chissà chi è?

Guardo fuori dallo spioncino e sorpresa, vedo l'inconfondibile chioma liscia e bionda di Luna.
Felice, le apro e la saluto con un abbraccio veloce.

"Ciao Lisbeth, mia mamma..." già la interrompo: "Ti prego non chiamarmi così. Chiamami Lily, come fanno tutti."
"Ok Lily, mia mamma ha proposto di invitarti a casa mia per cena. Se vuoi puoi venire già da ora, ti va?"
Entusiasta le rispondo di sì, e lascio al piano di sopra le preoccupazioni riguardanti la scuola, per andare con Luna nella sua umile dimora.
Prendo il cellulare per avvisare la mamma e, vedendo che é online, le mando un messaggio.

Ciao mamma, Luna mi ha invitato a casa sua per passare il pomeriggio e cenare assieme. A te andrebbe bene?

Certo Lily, vai pure, divertiti e ringrazia i suoi genitori da parte mia.

Ricevo una risposta dopo pochi secondi.
Velocemente mi do una sistemata ai capelli, chiudo la porta di casa e seguo Luna fino al suo giardino.
"Ti porto a vedere una cosa..." dice lei con tono misterioso.
Mi prende la mano, per guidarmi e mi invita a chiudere gli occhi.
"Ok, però stai attenta a non farmi sbattere da nessuna parte" dico ridendo, incuriosita.
"Certo."

Sento il rumore di una porta che si apre, forse quella di casa sua.
Ad un certo punto, Luna mi avvisa: "Stai attenta, che adesso scendiamo le scale."
Conto i passi: 1, 2, 3, 4... 12, 13, 14... 19, 20, ventunooo. Mi manca l'equilibrio e proprio all'ultimo scalino cado per terra con un gran fracasso, proprio sopra a Luna.

Aia, il piede! I miei occhi verdi si spalancano, imbattendosi nei suoi azzurri. Scoppiamo a ridere come due sceme per la caduta di poco fa.
E pensare che mi aveva pure avvisato!

"Luna, tutto bene?" sento una voce e poi dei passi che scendono le scale.
"Sì, mamma!"
La mamma Luna mi vede. Evidentemente prima non aveva notato il mio arrivo, per la fretta con cui eravamo entrate e mi sorride calorosamente.
"Oh, ciao Lisbeth."
"Salve, signora Wilson" dico imbarazzata, come accade ogni volta che mi presento con qualcuno.
"Chiamami pure Millie... " poi vede come siamo messe. "Che ci fate, lì per terra?"
Cercando di non scoppiare a ridere di nuovo, Luna risponde: "Ehm... Lily é caduta per le scale."
"Ok, ragazze. Io vado a prepararvi la merenda. Lisbeth, ti piace la marmellata d'uva?"
"Sì, grazie mille."

Questa sono io || Lety&EleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora