8. Luna Wilson

94 16 0
                                    

2 settembre

Oggi sarà una giornata piuttosto tranquilla. Ho in programma di andare un po' in skateboard e di andare in cartoleria comprare quaderni, penne, astuccio e tutte le cose necessarie per la scuola.

Mi alzo e vado a fare colazione con succo ace e plumcake. Una volta finita, metto il bicchiere blu nella lavastoviglie e salgo nella mia stanza. Oggi indosso una maglietta con la scritta Coca Cola rossa, che infilo negli shorts neri.
Decido di farmi una maschera idratante al cocco, perciò lego i capelli in uno chignon veloce, tanto per tenerli su.

Nel frattempo mi butto sul letto, accendo il computer e apro Netflix, cliccando su Stranger Things, una serie tv che ho iniziato da poco.
Dopo un'ora la maschera ha fatto effetto, così mi sciacquo il viso togliendola e accarezzo la mia pelle liscia e morbida. Mi metto le Converse rosse e chiudo subito la porta di casa.

Mentre giro le chiavi, noto una scompigliata chioma bionda, attraverso la finestra della casa affianco alla nostra. Sembra una ragazza della mia età, chissà… mi piacerebbe avere almeno un’amica qui.

Prendo lo skateboard, il mio più fedele amico, appoggio il piede sinistro e con quello destro mi spingo.
Il vento di settembre mi scompiglia i capelli, così sciolgo lo chignon, lasciandoli cadere liberi sulle mie spalle.

Ciò che vedo davanti a me è incredibile, sembra finto talmente è bello... decine e decine di case tutte colorate: ognuna di una tinta diversa.

Verde, un verde chiarissimo, come i prati dell’Arizona, che mi trasmette molta speranza.
Lilla, uno dei miei colori preferiti, come la lavanda, che mi dà pace e tranquillità.
Bianco, quel bianco luminoso, come la luna piena durante la notte, che mi trasmette semplicità e purezza.
Un arancione color pesca, che mi dà un senso di serenità e tenacia.
Infine un azzurrino, proprio come il cielo in questo momento… Sgombro dalle nuvole, come vorrei essere io adesso, senza pensieri e preoccupazioni.

Ripercorro la strada al contrario, riguardando la fantastica scia che mi si presenta davanti agli occhi, come un arcobaleno dai colori disordinati.

Arrivo davanti a casa, ma non ho voglia di entrare subito e mi siedo sul marciapiede, appoggiando la testa, pesante per i troppi pensieri, alla mia mano esile.

Dopo qualche minuto che fisso la strada, in attesa di qualcosa che nemmeno io so, sento dei passi leggeri acconto a me e poi una voce.
“Ciao, tu devi essere Lisbeth Anderson. Piacere, io sono Luna Wilson.”

Mi giro e davanti a me vedo una ragazza slanciata e magra, con i capelli biondi e lisci che avevo visto prima alla finestra. Indossa una maglietta bianca con delle macchie colorate, casuali, come fossero state lanciate da un pennello ancora sporco di vernice, e dei pantaloncini corti e chiari.
Porta un sacco di braccialetti colorati, che mi ispirano subito simpatia. 
Siamo quasi alte uguali, ma penso che lei abbia qualche anno in meno rispetto a me.

“Ehm, sì… tu come fai a sapere il mio nome?” chiedo sbalordita per la sua corretta affermazione.
“Oh, l’ho letto sul campanello. Sai, sono molto curiosa e da quando ho saputo che i signori Crown se ne sono andati, volevo proprio sapere chi sarebbero stati i miei nuovi vicini.”

“Io abito nella casa azzurrina di fianco alla tua, da un sacco di anni. Non ho mai avuto dei vicini particolarmente interessanti e tu potresti essere la prima.”
Sorrido, colpita dalla sua spontaneità. “Beh, non credo di essere affatto interessante… tu quanti anni hai?”
“Quasi 14, li compio ad ottobre. E tu?”
“16. Devo iniziare il secondo anno di superiori.”

Poi Luna, si siede vicino a me sul marciapiede e vede lo skate.
“Ti piace andare in skateboard?”
“Sì, tantissimo, ci vado spesso, soprattutto quando...” mi blocco. Non so se aprirmi subito con questa ragazza che sembra così strana, ma simpatica.

“Quando sei pensierosa? In effetti quando ti ho vista, mi chiedevo perché fossi seduta qui, tutta sola, sul marciapiede… così ho deciso di presentarmi.”
“Sei una specie di sensitiva o cosa?” le chiedo scherzando, ma non troppo.
“No, non esattamente. A che cosa stavi pensando?” mi chiede Luna.
Rimango nuovamente colpita dal suo temperamento: io non avrei mai avuto il coraggio di chiedere a qualcuno una cosa simile.

Decido di aprirmi con lei, ho proprio bisogno di una persona con cui confidarmi, in questo periodo così... beh, non saprei nemmemo come definirlo. Forse di cambiamento.
Penso a tutto quello che mi è successo negli ultimi mesi.

Luna mi ascolta con attenzione, aspettando che continui a raccontare: “In breve… i miei genitori nell’ultimo anno continuavano a litigare, così hanno deciso di divorziare e io da qualche giorno mi sono trasferita qui con mia mamma. Ho dovuto lasciare l’Arizona, come anche mio papà, mio fratello e la mia migliore amica Ann.” Forse ho sbagliato a dirle tutto subito, ma ho come la sensazione che di lei mi posso fidare.

“Scusa se ti sto stressando con i miei problemi...”
“Non scusarti, immagino che tu abbia bisogno di qualcuno con cui parlare” risponde Luna, stupendomi ancora una volta.
Subito le sorrido, per ringraziarla di avermi capita e ascoltata. 

“Luna, dove ti sei cacciata?” é la voce di una donna.
“È mia mamma. Devo proprio andare. È stato un piacere parlare con te, Lisbeth Anderson” e così Luna mi saluta, alzandosi svelta dal marciapiede.
“Anche per me, allora… ciao.”
Ci sorridiamo a vicenda e poi rientro in casa.

Questa ragazza è proprio strana, sembra che riesca a leggermi l’anima ed è stata la prima persona ad ascoltarmi davvero. Da quel poco che ho visto sempra matura rispetto alla sua età (e molti miei coetanei) e mi piacerebbe conoscerla meglio. Potremmo diventare amiche, me lo sento.

Decido di non dire niente a nessuno, pensando di mantenere segreto questo incontro, ma in realtà sono davvero felice di averla conosciuta.

Appena metto piede in casa, vedo che la mamma è già alle prese con i fornelli. Dopo pochi minuti mi chiama a tavola, per appaeeccia
apparecchiare.
“Oggi, riso freddo, va bene?”
“Sì, dai… dopo mangiato penso che andrò in cartoleria a prendere i libri per la scuola. A te va bene?”
La mamma annuisce, mettendo il riso nei piatti e poco dopo iniziamo a mangiare, parlando del più e del meno.

Poco dopo il pranzo prendo la strada per la cartoleria e in 10 minuti arrivo. Inizio a guardarmi attorno rapita. Io adoro follemente la cancelleria e tutto ciò che la riguarda.
Vado nel reparto dei diari. Appena vedo il diario della Be you di Harry Potter mi innamoro subito e lo prendo tra le mani. Prendo anche un astuccio azzurro, qualche quaderno e alcune penne. Dopo vado in cassa e chiedo i testi scolastici che ho ordinato online, qualche giorno fa.

Mentre mi dirigo verso casa penso a papà e Justin. Mi mancano, così mi viene in mente di chiamarli per parlare un po’. La chiamata dura qualche minuto: racconto loro della nuova casa e gli dico che mi mancano e che voglio bene a entrambi.

Nel frattempo arrivo a casa e mentre apro la porta, mi ricordo che tra soli 10 giorni inizierà la scuola. 
Aiuto!


{❤️}

Ciao ragazzi, grazie per le 400 letture. Noi adoriamo Luna😍... A voi piace?
Dato che entrambe andremo in vacanza, per queste 2/3 settimane abbiamo deciso di postare ogni 4 giorni circa. Ci vediamo domenica con il capitolo 9🌼.

Lety & Ele

Questa sono io || Lety&EleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora