14. Surf da paura

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17 settembre

Mi sveglio al solito orario in questa monotona giornata di settembre. Oggi è sabato, l'ultimo giorno scolastico della settimana. E finalmente, aggiungerei!

Dopo aver svolto la solita routine trascino i piedi fino a scuola, dove Ginger mi aspetta stanca morta pure lei, con un bicchierino di caffè in mano.
“Vuoi un po'?” mi chiede gentile.
Faccio segno di no con la testa e mi metto a fissare il vuoto, come ogni studente accanto a me.

Mancano ancora dieci minuti al suono della campanella, così io e Gin ci sediamo sui gradini a parlare.
“Spero con tutto il mio cuore che ci sia sciopero” dice la mia amica, pregando a mani giunte.
“Cavolo, é vero! Lo sciopero!” me ne ero dimenticata. Ieri ci avevano dato l'avviso di un probabile sciopero da consegnare ai genitori, ma ops.

“Che stupida, me ne ero completamente scordata. Non l'ho detto alla mamma e non ho nemmeno le chiavi di casa!”
“Se vuoi... e soprattutto se c'è sciopero, puoi venire da me. Devo chiedere prima, ma in teoria non ci sono problemi” dice rassicurandomi un po'.
“Ginger, lo sai che ti adoro, vero?” il suo sorriso diventa ancora più grande.

Cambiamo argomento quando, come sempre, si unisce a noi Andrew: “Ciao ragazze! Come va?”
“Bene…” prendo io la parola.
Poi lui chiede, imbarazzato: “Lily, posso parlarti un attimo?”
“Sì, certo dimmi… ” esordisco, aspettando che inizi a parlare.
“Intendo, in privato” chiarisce diventando rosso come un pomodoro.
Io e Ginger ci guardiamo e lei mi da l'ok: “Ehm... va bene.”

Ci sistemiamo in disparte e dopo qualche minuto, finalmente il mio amico inizia a parlare: “Senti. Volevo chiederti, beh, ecco, se ti va…” oh santo cielo, mi sto preoccupando.
“A parole tue, Andrew!”
“Sì, beh, insomma... ti andrebbe di uscire insieme, uno di questi giorni?” domanda in modo così veloce che faccio fatica a capire.

“Scusa, ma purtroppo in questi giorni sono molto impegnata, mi dispiace. Se mai più avanti” rispondo ancora sconcertata dalla proposta.

Non so se intendesse chiedermi un appuntamento o una semplice uscita tra amici, non ne ho proprio idea, ma suppongo che lo capirò più avanti.
La campanella suona, interrompendo le chiacchiere mattutine pre-lezioni.

Ci dirigiamo nella classe di fisica, dove non si vede neanche l'ombra di un professore, così ci accomodiamo tra i banchi e aspettiamo. Intanto tiro fuori il libro, l’astuccio e mi metto a riguardare le ultime cose fatte.

Dopo 10 minuti di “ripasso” la porta si apre e riconosco subito Ketty, la bidella.
“Ragazzi, volevo avvisarvi che il professor. Smith ha aderito allo sciopero quindi potete ritornare a casa, ci vediamo lunedì.”

La classe inizia ad urlare e battersi il 5, come se avessimo vinto una partita di football. Facciamo tutti un gran fracasso, sicuramente ci sentirà l'intera scuola.

Devo ammettere che oggi non avevo affatto voglia di venire alle lezioni. Contenta e con un sorriso stampato in faccia esco dall'aula. 
Una volta uscita dall'istituto, mi siedo insieme a Ginger sugli scaloni. Andrew stranamente non c'é, forse si è offeso per prima.

Passa qualche secondo e Ginger mi chiede: “Allora, vieni da me oggi? Se vuoi chiedo a mia mamma.”
“Ma Ginger sei sicura? É sabato mattina e molto probabilmente i tuoi sono ancora a letto. Magari potremmo andare a fare un giro in centro?”
“Mi piace quest'idea, se vuoi ci possiamo fermare anche per pranzo?” mi risponde Ginger, con tono entusiasta.
“Per me va bene! Chiamo un attimo mia mamma” dico mantenendo il suo tono, sono davvero felice e non vedo l'ora.

Entrambe, prendiamo il cellulare e informiamo casa. Ginger preferisce mandare un messaggio sul gruppo della famiglia, mentre io mi adeguo allo scarso uso della tecnologia di mia madre, chiamandola al telefono. Dopo 3 squilli mi risponde, le racconto dello sciopero e del mio programma per la giornata. Fortunatamente accetta, ma si raccomanda di non spendere troppo, così la saluto e interrompo la telefonata facendo i salti di gioia.

Questa sono io || Lety&EleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora