29. Una perdita inaspettata

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Afferro il telefono all'interno dello zainetto, con uno strano presentimento. L'ultima volta che Luna mi aveva chiamata era stata quando suo papà era stato male. Insicura, premo l'icona verde per rispondere alla chiamata. Metto in viva voce per permettere alla mamma di sentire.

"Pronto."
"Lily..."
"Luna, cosa succede?"

Sento di sottofondo che la signora Wilson chiede a sua figlia di passarle il telefono. Dopo qualche secondo di brusio, la voce di Millie risuona dall'altra parte del telefono.

"Scusa il disturbo, ma volevo chiederti un piacere..."
"Dimmi tutto."
"Stephan è peggiorato e devo andare in ospedale il prima possibile, non posso lasciarlo solo un secondo" la sua voce si incrina.
"Mi dispiace molto, cosa possiamo fare per voi?" dico sincera.
"Volevo chiedervi se Luna può stare da voi per un po', non so bene quanto ancora dovrò restare in ospedale."

La mamma, che ha sentito tutta la conversazione risponde che non c'è problema e che saremmo arrivate a casa il prima possibile.

Usciamo trafelate dal negozio e percorriamo a passo veloce quella strada prima così felice, ma che ora sembra solo caotica. Le persone sono d'intralcio al nostro passaggio.

Raggiungiamo la macchina parcheggiata davanti a Dunkin Donuts e in pochi minuti ci ritroviamo nel vialetto di casa.

Appena metto piede sull'asfalto rovente scorgo subito Luna e Millie davanti alla porta, Luna con uno zaino giallo pastello sulle spalle. Ci raggiungono rapidamente sul ciglio di Union Road e dopo un semplice cenno alla signora Wilson, io e Luna ci dirigiamo verso casa, mentre la mamma parcheggia. Dopo esserci tolte le scarpe, io gli anfibi e la mia amica le Stan Smith, saliamo silenziosamente in camera mia. Ci sediamo sul letto ancora disfatto, nei due lati opposti. Tiro su le tapparelle e dalla finestra vedo la mamma parlare con Millie. Non ci faccio troppo caso e ritorno sul materasso soffice.

"Tutto bene?" domanda banale e patetica, e poi è chiaro che non va tutto bene o non sarebbe qui.
"Ehm..."
"No scusa, domanda stupida..." ammetto pentita.
Sento la porta di casa aprirsi e capisco che la mamma è rientrata.
"Ragazze, vado a fare la spesa perchè c'è il frigo vuoto! Fate le brave" ci raccomanda.
Luna si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre si alza dal letto.

"Se per te non è un problema, dovrei finire di studiare storia."
Annuisco con la testa e tiro via i vestiti e gli oggetti sparsi per la scrivania. Piego le magliette mettendole nell'armadio. Prendo il libro di trigonometria e mi sdraio sul letto con l'astuccio tra le mani. Completo gli esercizi di pag 54 con la matita rosicchiata. Stranamente riesco a trovare al primo colpo tutti i valori richiesti sul triangolo, distolgo lo sguardo dalle formule e vedo Luna ripetere distratta la colonizzazione degli Stati Uniti. Interrompo i suoi pensieri.

"Ti va di mangiare qualche salatino per placare la fame, finché non arriva mamma?" chiedo affamata. Mi risponde affermativamente e in pochi secondi mi ritrovo a cercare tra i cassetti sotto il piano cottura, un qualcosa da sgranocchiare. Trovo una scatola di snack semi-aperta e la prendo. Risalgo le scale facendo un sottile rumore con le ciabatte. Entro dalla porta e avvicino la scatola alle mani di Luna, che si era presa una pausa dai libri.

Mentre mastico un salatino al formaggio, il telefono di casa comincia a suonare. Era rimasto in camera mia dalla sera prima, quando avevo chiamato mio fratello.

Lo afferro con velocità inaudita, come se mi fossi appena risvegliata da un brutto sogno.
"Pronto" attacco io, fredda.
"Potete venire all'ospedale?" sento Millie singhiozzare con la voce rotta dal pianto.
"Certo, partiamo subito" rispondo pronta.
"Lily, chi è?" mi domanda Luna in sottofondo.
"Vi prego fate presto, potrebbero essere i suoi ultimi minuti in vita" abbassa la voce, forse per non farsi sentire da sua figlia, che mi fissa insistente e preoccupata da sopra la spalla destra.

Metto giù. Faccio per prendere il telefono per scrivere alla mamma, ma vedo che non si accende nemmeno. Cazzo, la batteria è scarica!

Mi dirigo verso la scrivania, con il libro di Luna ancora aperto a pagina 124, e stacco un post-it giallo dalla pila di bigliettini uno sopra all'altro.
"Luna, preparati. Andiamo all'ospedale" dico mettendo il tappo della bic blu in bocca.

Millie ha chiamato dall'ospedale. Era molto preoccupata, ha detto che Stephan potrebbe non farcela. Devo portare Luna. Ti voglio bene.
Lily

Sento il rumore della zip di Luna che si chiude. Scendiamo dalle scale per metterci le scarpe, ancora buttate lì davanti alla porta. Prendiamo i k-way appesi all'attaccapanni e le mie mani raccolgono le chiavi dalla mensola vicino alla cucina. Vedo Luna uscire dalla porta e la noto prendere dal muretto la sua bicicletta nera, abbinata alla situazione drammatica. Preoccupata mi dirigo nello sgabuzzino e prendo lo skate che non usavo da qualche giorno.

Senza chiudere la porta salgo sullo skateboard. Luna, davanti a me sta andando davvero veloce e faccio fatica a starle dietro. Le fiamme rosse fuoco sotto le scarpe mi danno la forza di spingere ancora di più. Attraversiamo la città alla velocità della luce in genere, ci mettiamo venti minuti per raggiungere l'ospedale ma da quanto veloci siamo andate ci abbiamo messo appena dieci minuti. Molliamo skate e bici nell'apposito spazio e corro davanti alla porta scorrevole rischiando di schiantarmici contro.

Luna é subito davanti a me e si dirige verso il corridoio a passo veloce, il numero della stanza ce l'ha ben impresso nella mente.

Appena arrivate Millie ci fa entrare, mi abbraccia e mi chiede a bassa voce se posso lasciarli un po' da soli.

Così esco da quella stanza bianca e triste, per sedermi su una delle sedie super scomode presenti in tutte le sale d'attesa.

E ora che faccio? mi chiedo dopo aver dimenticato completamente l'adrenalina che mi aveva accompagnato durante tutto il viaggio.

Rimango ferma col fiatone a fissare il vuoto, udendo voci di medici che si scambiano informazioni sui pazienti. Cosa succederà adesso? Stephan morirà? Come farebbe Luna se dovesse andarsene?

Al solo pensiero di poter perdere qualcuno di importante come possono essere una mamma e un papà, mi sale un conato di vomito.
Lily, mantieni la calma.

Proprio mentre faccio questi pensieri, vedo arrivare un'equipe di medici dal camice bianco latte.

Non andranno mica nella stanza di Stephan? Dentro la mia testa penso al peggio, sono immersa in un mare di preoccupazioni, ma vengo distratta da Millie che si affaccia dalla porta come se stesse attendendo urgentemente l'arrivo di qualcuno. Il quartetto di dottori si catapulta nella stanza, la porta verdina si chiude davanti a me impedendomi di capire ciò che sta succedendo.

Mi alzo di scatto dalla sedia e inizio a percorrere il corridoio avanti e indietro. Respiro profondamente cercando di mantenere la calma e ricevo dalle persone attorno a me occhiate stranite.

Fermo il mio sguardo sul viso delle persone, sedute nella sala ad aspettare il turno delle visite. Una signora anziana guarda il quadrante dell'orologio appeso sul muro, un bambino con la maglia azzurra stringe la mano della mamma cercando di attirare la sua attenzione, una ragazza stanca appoggia la testa sulla spalla del suo fidanzato, e poi ci sono io... che vago in attesa di non so neanche io cosa.

Le lancette dell'orologio girano lentamente e mi sembra che il tempo si sia fermato. I miei passi irrequieti vengono interrotti dal passaggio di una barella sostenuta dai medici, diretta verso la camera mortuaria. Sposto lo sguardo per vedere di chi si tratta. Millie e Luna escono dalla stanza con aria affranta, occhi vitrei e il viso colmo di lacrime.

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Ciao a tutti. Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, invitiamo tutti a condividere la storia ai vostri amici, per tenervi compagnia in questi giorni di noia.
R.I.P Sthepan, ci mancherai🤧❤️.
(the day after: oddio, siamo a 2k di letture. Non ci caga comunque nessuno, ma wow)
#iostoacasa #acasaconwattpad #andràtuttobene🌈

Lety & Ele

Questa sono io || Lety&EleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora