Capitolo 20

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TOM

- Jeremia, hai lettere per me?- chiesi affacciandomi alla porta dell'ufficio  del mio manager. Per la millesima volta dopo mesi che gli rompevo le palle, scosse il capo. Di nuovo.

- Senti Tom...se avesse voluto avere tue notizie avrebbe fatto di tutto per trovarti. Non ha nemmeno risposto alla tua lettera...che cosa ti da così speranza che lei ti risponda?-

Evitai di guardarlo negli occhi : Bridget mi avrebbe risposto. Ne ero più che sicuro. Forse...troppo.

- Tom ascoltami per una buona volta...sei come un figlio per me perciò ora non ti parlo in qualità di manager ma di padre: lascia perdere. Continua la tua vita. É questo il tuo posto.-

- Tu non capisci- dissi io avanzando nell'ufficio

- Tu non puoi capire. Mi sono sentito soffocare, me ne sono andato e laggiù ho trovato lei. Lei che mi ha trattato come una persona qualunque che non credeva che fossi io! Sono...- cercai di continuare

- Innamorato di lei? É questo che vuoi dire?-

- Non lo so. Non lo so se sono innamorato di lei. Forse. Può essere- risposi facendo spallucce

- Tom ti prego..- iniziò Jeremia esasperato. Ho passato mesi interi a cercare di capire perchè mi fossi attaccato a lei così tanto e l'unica risposta che mi sapevo dare era che lei è semplicemente diversa. Dal suo modo così meraviglioso di guardarti alla sua risata, dal suo modo di mettere il broncio quando qualcosa la infastidisce al modo in cui guarda il mondo intorno a sè

- Devo tornare- mormorai

- Dove vuoi andare?- chiese Jeremia

- Io..devo...devo sistemare questa cosa. Lo devo fare- dissi

- Ma Tom sei qui da pochi mesi! E già vuoi ripartire!-

- Prenotami un jet- dissi convinto. Non si torna più indietro. Bridget, sto tornando. Tornando per te.

- Io non prenoto niente- ribattè risoluto Jeremia

- Bene. Vorrà dire che farò da solo-

- Tom non ti azzardare nemmeno- mi minacció, peccato che ormai avevo già deciso. Sarei partito e fine della storia. Ora, devo prenotare una macchina per il mio arrivo e cosa ancora più fondamentale un jet. Detto, fatto.

- Ehy Daniel- dissi uscendo dal set e recandomi alla mia villa

- Tom! Tutto bene?-

- Sì...ho bisogno di un jet- dissi

- Un jet hai detto? Recupera il mio. Reginald sarà felice di accompagnarti-

- Sei un amico- dissi con solievo

- Torni da lei eh?-

- Sì- ammisi senza tanto induggiare

- Lo sapevo che non avresti resistito senza di lei-

Sorrisi fra me e me, da quando ero diventato così prevedibile? Evidentemente da ora

- Quando parti?-

- Stasera stessa- dissi. Arrivai a casa e recuperai la mia valigia buttandoci dentro ogni sorta di vestiti

- Stasera?! Sei pazzo?!-

Rimasi per qualche secondo in silenzio

- Può essere...devo riattaccare...se voglio partire stasera devo preparare i bagagli-

- Sei proprio convinto! E va bene...ma mi devi un Grammy...ciao Tom-

- Ciao Dan..e grazie-

Conclusi la chiamata e iniziai a preparare le mie valigie. A valigie completate feci una doccia rapida e mentre me ne stavo sotto all'acqua bollente ripensai alla mia Bridget. Bridget. Dio com'è bella quella donna! Subito alla mente tornò l'ultima notte che passammo insieme: la sua pelle liscia, le sue curve...avevo voglia di crogiolarmi ancora una volta nel calore del suo corpo, anche se fosse stata l'ultima. Arrivai a Londra per le dieci e mezzo, ero così stanco e sapevo che Bridget era a lavorare in quel momento. Poco male, perchè ora come ora non sarei stato in grado di dirle niente da quanto ero stanco. Mi recai nella mia casa, senza tanto aspettare oltre mi buttai nel letto e dormì. Quando mi svegliai era ormai sera. Possibile che avessi dormito così tanto? Feci un'altra doccia per distendere i nervi: l'ora era giunta. Prima di uscire mi controllai bene allo specchio, si vedeva ad un miglio di distanza che avevo paura. Che cosa ci saremo detti quando l'avrei rivista? Mi avrebbe buttato fuori di casa? C'è un modo solo per saperlo.

Quando arrivai davanti alla porta del suo appartamento, il mio cuore iniziò a battere fortissimo. Ecco, Tom, il momento che aspettavi ora è arrivato. Chiusi gli occhi per scaricare la tensione e suonai il campanello, aspettai. Aspettai ancora e ancora. Mentre alzavo la mano per suonare nuovamente la porta si aprì

- Oh mio Dio, Tom!- disse Bel, guardò a destra e sinistra, poi mi prese per un braccio spingendomi dentro all'appartamento

- Che cosa ci fai qui?- mi chiese con stupore

- Devo vedere Bridget- dissi

- Bridget?- Bel si mise le mani sugli occhi

- Santo cielo, avrei dovuto immaginarlo che saresti tornato...quella lettera..- mormorò

- L'ha letta?- le chiesi, Bel annuì

- Eccome se l'ha letta..Dio, Tom! Non dovresti essere qui! Vi state facendo solo del male- disse con un sospiro. Farci del male? Perchè? Bridget sentiva la mia mancanza, allora. Ma perchè non mi aveva cercato?

- Aspetta...che intendi con questo?-

- Bridget ne è uscita distrutta dalla vostra storia e devi lasciare che vada avanti- disse guardandomi negli occhi

- Ti prego fammi parlare con Bridget- la implorai

- Bridget adesso non è qui...è uscita con Carmen e suo fratello...davvero ci tieni a lei?- mi chiese scrutandomi

- Mi sono fatto dodici ore di volo solo per vederla- ammisi sedendomi sul divano

- Facciamo così- disse Bel sedendosi accanto a me e  guardandomi decisa

- Dirò a Bridget che dopo il lavoro ci troviamo tutte per bere un aperitivo, ci diamo appuntamento al London Eye. Io e Carmen c'inventiamo una scusa per partire prima ed è qui che entri in gioco tu, ci sarai tu davanti al London Eye- disse tutta emozionata.

Capito la biondina! Ora pensandoci sarebbe stato un modo perfetto per poter parlare con lei senza problemi. Così, accettai. Preparati Bridget, domani ti vedrò.

This love is impossible(?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora