Capitolo 12

1K 52 6
                                    

-  Hai mai fatto pazzie?- chiesi a Tom, quella sera. Eravamo stesi a guardare le stelle, sulla terrazza del mio palazzo. L'aria fresca mi sferzò il viso, per fortuna non sarebbe piovuto quella sera

- Pazzie? Non saprei..la definiresti pazzia cercare di nascondere ai tuoi genitori i brutti voti?-

- No, quella non conta- dissi ridendo

- Allora...per il momento non me ne viene in mente nessuna..e tu invece? Quale è stata la tua pazzia?-

- Be, ne ho fatte molte- ammisi - Però la più stupida è stata partire per un viaggio in India con la mia migliore amica. Senza dire nulla a nessuno. Siamo sparite mi dico per quasi un mese- risi pensando a quel ricordo. Papà s'incazzò talmente tanto che mi segregò in casa per due mesi. Ma non aveva capito che lo avevo fatto per superare il trauma della morte della mamma

- Ok, Bee..questa è follia pura- convenne Tom, ridendo anche lui

- Sai, a volte vorrei mettere indietro l'orologio e...non intraprendere mai la carriera di attore. Spesso mi chiedo come sarebbe stata la mia vita con un altro lavoro. Chissà se avrei studiato per diventare architetto oppure avvocato...avrei voluto vedere come sarebbe stata la mia vita senza la fama- mormorò

- Normale come la mia...lotti tutti i giorni per vivere- risposi

- Appunto...ti conquisti quello che vuoi. E ti godi  la soddisfazione di quello che sei stato capace a prenderti-

- Signor Felton come siamo profondi questa sera!- dissi, lui sorrise

- Andiamo a fare quattro passi?- propose, dopo qualche attimo di silenzio, accettai. Camminavamo per il centro di Londra mano nella mano, passammo davanti al London Eye, al Big Ben quando Tom mi tirò verso di sè

- Che cosa succede?- gli chiesi

Un gruppo di giornalisti e paparazzi accerchiò me e Tom

- Tom questa è la tua ragazza?- gli chiese uno dei giornalisti

- Il motivo per cui sei tornato a Londra è per lei?- chiese un altro

- Bridget...via- mi disse prendendomi per mano e correndo. I paparazzi ci inseguirono per un pò, ma poi si stufarono. Ci fermammo solo quando fummo convinti di essere abbastanza lontani; Tom si appoggiò con il fiatone al muro di un condominio per riprendere il fiato. Un pò alla volta anche il mio respiro tornò a essere regolare

- Ci hanno accerchiati!- disse Tom, dopo qualche attimo

- Sì- dissi, le gambe mi tremavano per la corsa ma poi senza motivo scoppiai a ridere; all'inizio Tom mi guardò perplesso ma poi iniziò a ridere anche lui

- Oddio! Mi tremano le gambe- ammisi fra una risata e l'altra

- Andiamo a bere una birra. Vieni- disse Tom prendendomi per mano.

Appena trovammo un pub aperto ci fiondammo dentro guardandoci attorno, ci sedemmo uno di fronte all'altra consultando i listini presenti sul tavolo

- Mi dispiace- mormorò Tom, guardandomi

- Non è colpa tua- dissi io

- Lo è..se non fossi famoso passerei inosservato agli occhi di tutti quanti. E la cosa non sarebbe da poco- tornò a guardare il listino. Lo osservai meglio: era così carino con la mano appoggiata sul viso mentre consultava con attenzione il listino. E provava interesse per me. Doveva essere un sogno. Nonostante l'equivoco che era successo prima; il clima tornò a essere rilassato. Fra una chiacchera e l'altra bevemmo abbastanza. Mi sentivo un pò brilla e fra le risa, non so come, riuscì a dire

This love is impossible(?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora