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C'era da aspettarselo di trovare il posto affianco ad Harry vuoto la mattina seguente.

Harry se l'era aspettato. Per le seguenti due settimane, si era svegliato trovando Bella alzata, fissando fuori la finestra della stanza o a volte camminando semplicemente per casa. Sapeva che non riusciva a dormire, quindi la lasciava fare.

Ma quello che non si aspettava era di trovarla nel bagno con la testa nel gabinetto.

Harry si precipitò nella stanza angusta e si mise vicino a lei sul pavimento di piastrelle fredde, con una mano le massaggiò la schiena e con l'altra le tenne i capelli all'indietro. L'odore dentro il bagno era terribile, segno che era lì da un po'. Adesso si sentivano solo i suoni dei suoi rantoli dal momento che aveva svuotato tutto quello che aveva nello stomaco nella toilette.

Passarono altri cinque minuti prima che Bella rimuovesse la testa da dentro la tazza e si accasciasse contro il muro. La sua fronte era madida di sudore e gli occhi serrati. Emise un profondo sospiro.

"Bella," cominciò Harry, "perché non mi hai svegliato?"

Harry non ricevette risposta verbale alla sua domanda, lei scosse solo la testa. Non riusciva a scrollarsi di dosso il senso di rabbia che provava nei suoi confronti per non averlo svegliato, per non averglielo detto, sarebbe potuto stare accanto a lei tutto il tempo.

"Non capisco perché non l'hai fatto." La rimproverò. "Staresti meglio se adesso-"

"Harry, ti prego." Gracchiò Bella disperatamente. Fu in quel momento che Harry notò che stava piangendo silenziosamente, le sue lacrime brillavano sotto la luce fluorescente che si stagliava su di loro.

Harry sospirò, passandosi le mani tra i capelli annodati e sfregandosi il viso. La osservò prendere profondi respiri, nel tentativo di calmarsi.

"Va bene piangere, sai." Mormorò Harry mentre allungava una mano per asciugare le lacrime che scorrevano sulle sue soffici guance.

Bella aprì finalmente gli occhi, ed erano così verdi e luminosi, in contrasto con le palpebre e guance rosse e gonfie. Guardò dritta Harry, cosa che non faceva da molto tempo. Le scorse due settimane, aveva evitato il contatto visivo con lui perché sapeva che Harry sarebbe stato il suo punto debole. Sarebbe stato l'unico a rompere il suo scudo e allora le lacrime non si sarebbero mai fermate. Non voleva piangere perché sentiva che lo aveva fatto già così tante volte nel corso della sua vita. Aveva passato così tanto tempo a piangere, e non aveva l'aveva resa migliore. Semmai, l'aveva resa peggiore.

"Lo so." Gracchio lei, sentendo risalire il groppo che aveva in gola. "Solo non mi piace."

"Piccola." Sospirò Harry, prendendo Bella in braccio. La sentì subito seppellire il capo nel suo punto preferito, nell'incavo del collo, e accoccolandosi in lui come faceva sempre. Harry prese tempo per pensare a quanto perfettamente Bella combaciava in lui, e il modo in cui riusciva sempre a farlo rabbrividire e riscaldare allo stesso tempo. "Hai bisogno di liberarti. Non è salutare tenere dentro tutto questo."

Come unica risposta ricevette lo strofinio del naso di Bella nel suo collo. Harry prese

il suo volto tra le mani e lo trattenne in modo che non avesse altra scelta se non guardarlo negli occhi. I loro volti erano a pochi centimetri di distanza, e per lui era

doloroso guardarla così da vicino, così distrutta e a pezzi. "Puoi farlo? Puoi liberarti di tutto? Per me?"

Un singhiozzò sfuggì dalla sua bocca, i gli occhi di nuovo serrati. Sentiva il respiro di Harry sul collo, e poi le sue labbra si posarono proprio in quel punto, facendosi strada fino al suo orecchio dove sussurrò.

Love Save the EmptyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora