Capitolo II

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 La tana del lupo

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La tana del lupo.

Come si può provare una sensazione di angoscia devastante innanzi alla porta della propria casa? Dovrei sentirmi pervadere dall'amore, dalla gioia, ed invece no. Dopo essermi ripresa dall'ennesimo brivido che mi scuote il corpo, riesco finalmente ad estrarre la chiave dalla tasca del mio pantalone. L'ora della verità è appena scoccata.
Proprio quando sto per infilare la chiave nella toppa, una voce squillante mi blocca e, dallo spavento, mi sfugge la chiave dalla mano.

«Madonna Santa, signorina, che paura! Assomiglia così tanto ad Annalisa, oddio!» urla una signora di mezza età avvolta in un vestito blu con dei ricami floreali color panna.
Mi schiarisco la voce e raccolgo di tutta fretta la chiave, stringendola in mano per paura di perderla. È il mio piccolo tesoro.
«Mi dispiace di averle provocato un bello spavento. Io sono la figlia di Annalisa» mi presento, abbozzando un sorriso forzato.
La donna mi scruta con curiosità e si avvicina a me lentamente, come se avesse timore o non si fidasse di me.

Dopo qualche istante, mi ritrovo faccia a faccia con lei. Dovrebbe avere l'etá che avrebbe avuto mia madre se fosse viva, a guardarla meglio.

«Clarissa. Non ci posso credere. Io ero la migliore amica di tua madre, sono Fiorella. Sei bella proprio come lei, lo sai?» dice poi la sconosciuta, afferrandomi per un braccio e guardandomi dritta negli occhi.
Degludisco a fatica e mi mordo nervosamente il labbro inferiore «Io non l'ho mai vista mia madre. Non ho nemmeno una sua foto» mormoro, guardandomi intorno.
Fiorella sorride dolcemente «Posso procurartene quante ne vuoi. Ti fermerai per un po'? Sei sola?» mi domanda, mettendomi leggermente in soggezione.
Apprezzo il suo aiuto e, anzi, sono contenta di averla conosciuta. Mi aiuterá a scoprire altri dettagli sulla vita di mia madre, almeno. Ma è troppo invadente.

«Credo di rimanere per una settimana. La mia madre affidataria è qui con me, ma ha preferito lasciarmi un po' di privacy per questo primo tuffo nei ricordi. Sa se Giulia è in vita? A giudicare dall'aspetto della casa, non sembrerebbe» rispondo io, cercando di tagliare corto. Ho fretta. Decisamente fretta.
Fiorella si stringe nelle spalle e annuisce «Purtroppo Giulia è morta qualche anno fa. È sepolta accanto a tua madre. Se vuoi più tardi possiamo andarle a trovare insieme» propone lei, scutendo la folta chioma ricciuta che le adorna la testa.
Decido di accettare e mi congedo, per poi concentrarmi di nuovo su questa porta che mi divide dal mio passato. Devo entrare, voglio farlo, sul serio.
Con un veloce scatto del polso faccio girare la chiave nella serratura e con un cigolare sinistro la porta finalmente si apre. Una nuvola di polvere grigia mi investe e di scatto chiudo gli occhi per evitare che le particelle mi irritino le sclere. Dopo pochi secondi, finalmente, dopo venti anni, varco la soglia d'entrata.
Un forte odore di chiuso mi inonda le narici, ma noncurante degli odori o dei cumuli di polvere, procedo verso il salone.

L'apologia del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora