La notte del giudizio.Sangue, urla, corpi che cadono a terra privi di vita e troppi occhi rossi in giro. Il terrore è ormai radicato nel mio cuore e non riesco a muovermi. Dovrei scappare, almeno provare a farlo, ma non ci riesco. Ringhi famelici mi feriscono le orecchie e Loredana stringe così forte la mia mano da farmi male.
«Chi sono? Che cosa vogliono da noi?» mi domanda Loredana, muovendo convulsamente la testa nel tentativo di intercettare qualche possibile attacco da parte di questi malviventi.
«Non lo so, non lo so...» mormoro io, mentre scorgo un uomo dai capelli biondi chiaro avvicinarsi a noi. I suoi occhi sono di un rosso intenso e dagli angoli della sua bocca gronda del sangue. Cosa sono questi bastardi? Satanisti, probabilmente. L'unica certezza che ho al momento è che stiamo per morire entrambe e che la nostra morte sarà rapida, forse anche indolore.
Quando l'uomo è ormai ad un palmo da me, la donna che mi ha cresciuto mi spinge a terra e si erge fiera davanti a quel mostro. Cosa le è passato per la testa? Faccio forza sui miei gomiti e riesco a stento ad urlare il suo nome che lei è ormai stata sgozzata dagli affilati denti di quel killer dal volto angelico.
«Non un'altra figlia...» sussurra Loredana, mentre l'uomo continua a bere dalla sua gola. Un conato di vomito mi assale e striscio verso la porta con orrore. La sto perdendo e non sono in grado di proteggerla. Stupidamente, mi rialzo e corro verso la porta battendo i pugni sul legno duro. Grido aiuto, ma nessuno mi sente o, cosa molto più logica, fanno tutti finta di non sentire niente. Affranta, mi lascio cadere a terra e mi prendo la testa fra le mani. Non riesco a piangere, non ci riesco. Sono bloccata.
Un forte mal di testa mi costringe a chiudere gli occhi e stringere i denti, mentre un'improvvisa ondata di ricordi mi attraversa la mente. Le sofferenze, i pianti e i momenti più bui della mia esistenza mi assalgono tanto da togliermi il respiro. Che mi sta succedendo?
Due forti e gelide mani mi sollevano da terra e mi trascinano contro la mia volontà sul pavimento, per poi lasciarmi cadere improvvisamente come un sacco di patate davanti a due scarpe nere lucide.
Mi sento osservata. L'attenzione di tutti è posata su di me. Il dolore è ancora così intenso che a stento mi rendo conto del sangue che mi è uscito dal naso.«Una piccola Cullen tra di noi... Non mi dire» commenta l'uomo che ci aveva accolto, guardandomi con un sorriso beffardo stampato sul volto. Affannata, mi massaggio le tempie e lo scruto con timore.
«Cosa? I Cullen? Come li conoscete?» gli chiedo, alzandomi goffamente in piedi. Il dolore sembra essere scemato piano piano ed adesso mi sento solo un po' debole.
Più di una risata divertita rieccheggia per la sala e mi guardo intorno spaesata. Sembra di vivere un incubo.
«I Cullen sono dei nostri cari amici, piccola umana. Tu, a quanto pare, sembri essere un mombro del loro clan. Quando ne sei entrata a far parte?» mi chiede ancora, afferrandomi il polso al quale è legato il bracciale che mi ha regalato Carlisle prima di partire.
Rabbrividisco al contatto con la sua pelle e arretro di un passo. Devo andarmene da qui.
STAI LEGGENDO
L'apologia del male
FanfictionBenvenuti a Volterra, dove la morte portò alla creazione di un mostro spietato e ad una serie di incoffessabili segreti che muovevano i fili di una storia fin troppo complicata dalla sua origine. Il male viene sempre per nuocere? Esiste un modo per...