Capitolo X

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Letteratura in pillole

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Letteratura in pillole.

Volterra, 25 giugno 1996.

Caro diario,
è successo l'inevitabile. Sono stata sua questa notte. Avrei voluto spingermi ancora più oltre i limiti per lui invalicabili, ma il suo rifiuto categorico mi ha persuaso ad accontentarmi di quel che c'è stato tra noi al calar delle tenebre. La sua mano larga ed esperta mi ha fatto credere di aver toccato il cielo con un dito, nonostante fossi saldamente ancorata a terra. Lui era lì che mi sussurrava parole smielate all'orecchio, mentre io mi stavo liquefacendo sotto il suo tocco glaciale. È un forte controsenso, ma d'altronde è ciò che noi siamo: due poli magnetici opposti che si attraggono. Nessuno sa cosa è successo stanotte nel bosco. Nessuno tranne noi ed il cielo stellato. Ho gridato il suo nome nella notte, mentre dalla sua bocca sgorgavano poesie d'amore quasi stucchevoli. È stato bellissimo. Per sempre nella mia mente rimarrà vivido il ricordo del suo sorriso pieno d'amore ,che gli incorniciava il volto, quando mi ha detto "Ti amo".
Puro angelo dalle ali mutilate, amami immensamente e rubami l'anima senza ripensarci due volte.

Arrossendo per le parole appena lette, scritte da mia madre dopo un accenno di rapporto sessuale, prendo un respiro profondo e mi affaccio alla finestra della mia camera,lasciando che la brezza di fine agosto mi accarezzi la pelle. Perchè mai mio padre non voleva avere un rapporto completo con lei? La amava. Erano giovani. Non avevano niente da perdere.
Ad interrompere i miei pensieri è il trillare acuto del mio cellulare, che mi fa prendere un bello spavento. Buttando un occhio sullo schermo, leggo il nome di Luca e, ancora un po' imbarazzata per quanto accuduto a casa mia, decido di rispondergli.

«Luca» dico, portandomi il telefono all'orecchio.
«Clarissa... Come stai?» mi domanda la voce calda del mio migliore amico. Ero più che certa che avrebbe attaccato battaglia, che fosse ancora arrabbiato, ed invece no. Quel ragazzo ha sempre avuto un animo gentile. È raro ricevere una sfuriata da parte sua.
«Io sto bene... Tu piuttosto come stai? Eri scosso l'altra notte. Te ne sei andato via senza nemmeno salutarmi a dovere» gli faccio notare io, passeggiando avanti e indietro per la mia stanza.
«Mi dispiace, ma quel tuo vecchio amico non mi piace per niente... Siete per caso scopa amici?» mi chiede un po' preoccupato.
Fermandomi di colpo al centro dela stanza mi passo un mano sul volto per riprendermi dallo shock di ciò che Luca mi ha appena chiesto. Mi conosce bene, come può anche solo pensare che io e Demetri siamo una sorta di friends with benefits protagonisti di una storiella per teenagers in preda ad una tempesta ormonale.

«Santo Dio, Luca, ma sei impazzito? Io e Demetri siamo solo amici!» mi lamento io, stentando a credere alle mie stesse parole. Dopo quello che è successo tra noi non escludo più la possibilità che possa succedere qualcosa tra di noi in futuro. Ma per il momento è meglio rimanere con i piedi per terra e mantere una certa distanza tra di noi. Non mi innamorerei mai di un narcisista con problemi a confrontarsi con le proprie emozioni.
«Meglio così, ma ti guarda come se ti volesse divorare... Non so. Non mi convince molto. Tu non ne hai mai parlato» ribatte l'umano, scandendo bene ogni parola. Se solo sapesse la verità non mi rivolgerebbe piú la parola.

L'apologia del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora