Non dirlo a nessuno.RIMINI, UN ANNO PRIMA.
Rido e mi lascio cadere sul letto matrimoniale della nostra camera d'albergo. Stasera, devo ammetterlo, abbiamo superato il limite. La testa mi gira troppo e delle vampate di calore mi investono. L'ultimo cocktail che ho ingurgitato mi ha distrutta. Non metto bene a fuoco la stanza, ma credo che sia solo una banale sbronza.
«Dovevi baciarlo!» mi rimprovera in tono polemico Caterina, lanciando il suo tacco dodici in un angolo della stanza.
È sempre stata disordinata, figuriamoci se da alticcia è in grado di prendersi cura delle sue cose.
«Smettila, ti prego... Sai che non mi concedo agli sconosciuti» sbiascico io, cercando di tirare giù la zip del mio tubino nero. Pessima idea, non riesco nemmeno ad afferrarla.
La bionda ride divertita e si morde il labbro inferiore, come se stesse pensando a qualcosa in particolare.
Il mio sguardo interrogativo però la fa riprendere e subito si avvicina per aiutarmi.
Lieta che mi abbia finalmente prestato soccorso, mi scosto i capelli dalle spalle, constatando che sono fin troppo lunghi, e le lascio spazio.
Con un rapido gesto della mano di
Caterina, la zip è completamente aperta ed io mi alzo subito dal letto, facendo cadere il vestito ai miei piedi.«Questo tubino è stato una tortura... È troppo stretto, mi sentivo scoppiare» mi lamento, non badando affatto al penetrante sguardo che accende gli occhi di mia sorella. Sarà colpa dell'alcool o della stanchezza. Abbiamo bevuto entrambe. Già è sorprendente che riesca a intrattenere una conversazione quantomeno sensata.
«Sei mai sndata a letto con un'altra donna?» mi domanda poi, spiazzandomi.
Confusa ed un po' imbarazzata, faccio spallucce e scuoto il capo. Non sono mai stata attratta da una ragazza, nè tantomeno ho provato il saffico desiderio di baciarne una.«Mai... — sussurro, afferrando l'abito e appoggiandolo sulla sedia accanto al letto – Perché me lo chiedi?».
Caterina si morde il labbro inferiore e si sbottona i jeans, facendoli calare lentamente giù sulle sue gambe kilometriche, fino a che non arrivano alle caviglie. È paradossale pensare che la parte di me poco sobria sia convinta che questa ragazza, con la quale sono praticamente cresciuta, stia tentando di sedurmi. È una follia.
«Perché devo confessarti che provo qualcosa per te da diversi anni. Purtroppo, non sono mai riuscita a cancellarti dalla mia mente... Nessuna donna che mi ha accolta nel suo letto mi ha fatto dimenticare chi ho bramato e bramo ancora» confessa, sbarazzandosi definitivamente dei jeans ed ergendosi in piedi in tutto il suo splendore.
Arrossisco violentemente e mi ritrovo completamente senza parole. Non so più articolare suoni, compiere banali gesti, niente.
Così la osservo, la guardo ancheggiare bramosa verso di me e mi stringo nelle spalle.
I suoi capelli, che sembrano i raggi del sole al tramonto, ricadono sulle sue spalle ed i suoi seni, arricciandosi in morbidi boccoli sulla sua abbondante scollatura.«Sii mia stanotte. Solo stanotte. Non lo saprà mai nessuno» mi prega, fermandosi di colpo davanti a me.
Il suo tocco sulla pelle nuda delle mie anche mi fa rabbrividire e trattengo il respiro.
«Caterina, io non posso...» mormoro, ritrovandomi presto schiacciata tra il suo corpo sinuoso ed il muro.
Lei sorride e poi poggia delicatamente le sue labbra sulle mie, stringendomi il volto tra le sue mani. È un bacio dolce, non invasivo, ma lento e al sapore di cocktail fruttato.
«Lasciati andare...» mi dice poi, prima di coinvolgermi in un nuovo bacio. Questa volta però lo ricambio e lascio che le sue labbra mi guidino in una danza che non conoscevo, una danza tutta al femminile e che, inconsapevolmente, mi piace.
La sua mano sottole, all'improvvuso, scivola verso il mio ventre e si intrufola nelle mie mutandine, facendomi sobbalzare.
Caterina mi guarda negli occhi e comincia a muovere le sue dita in nodo circolare sul mio clitoride, facendomi sfuggire un gemito dalle labbra.
«Sei così bagnata per me?» mi chiede all'orecchio, aumentando leggermente la velocità.
Io soffoco un altro gemito mi ritrovo ad allacciare le braccia intorno alle sue spalle, chiedendole in tono disperato «Ancora».
La mia sorellastra sorride e lascia che due dita scivolino dentro di me, facendomi gemere.
Sentendo i miei umori colare giù sulle sue dita, reclamo la sua bocca e la bacio.
La donna davanti a me è una incantatrice ed io non so resistere.
STAI LEGGENDO
L'apologia del male
FanfictionBenvenuti a Volterra, dove la morte portò alla creazione di un mostro spietato e ad una serie di incoffessabili segreti che muovevano i fili di una storia fin troppo complicata dalla sua origine. Il male viene sempre per nuocere? Esiste un modo per...