Erano le 12 quando mi svegliai. Io non sono un tipo mattiniero ed in più non c'era la sveglia a farmi da madre - che alza i giovani per la scuola.
Mi presi 10 minuti prima di alzarmi, perché, di solito, aspetto che il corpo intero sia operativo e, dopo essermi fatto 4 sbadigli di fila e sistemato un po' i capelli, uscii dalla stanza.
Come se tutto fosse stato già da tempo programmato, mi trovai Kara davanti che mi fece sobbalzare per lo spavento, la quale stava a fissarmi. Infine, mi disse: - "Ben alzato".
- "Grazie", risposi, "Ma ti sembra modo? Potevo lasciarci le penne per lo spavento!"
- "Rilassati. Non ti uccido mica", rispose con fare divertito.
Poi mi pose la mano e mi accompagnò a tavola per fare colazione.
- "Allora, che mi aspetta oggi?", chiesi, "quale grande mistero devo risolvere che quel dannato fantasma mi ha profetizzato?"
- "Riguarda delle morti inspiegabili" , disse.
- "Inspiegabili?, risposi con stupore ed un filo di ironia nella voce, "Ma se voi ci sguazzate nel mistero".
- "Davvero questa testa di cazzo è quello puro?", mi sentii dire alle spalle. Era Jonathan.
- "Senti bello, non l'ho chiesto io il mistero. Lui è venuto a cagare sulla mia porta", risposi.
- "Finitela e tu concludi la tua colazione", ci sgridò Kara, "E sbrigati che ti devi preparare per il mare".
- "Ottimo, farò da babysitter a loro scommetto ", esclamai roteando gli occhi.
Dopo pochi minuti, scendemmo in spiaggia ed iniziò una quasi normale vacanza. Unico problema, dei ragazzini che prendevano di mira Kara e sua sorella. Erano stupidi e mi urtavano e infatti, alla fine, hanno pagato per le loro azioni: io e Kara li abbiamo presi uno per uno e affogati in acqua o sotterrati nella sabbia. È stato diverte, in più Kara era carina e, per qualche ragione, mi piaceva stare con lei; la trovavo attraente.
Conclusa la giornata di mare, Kara mi disse poche parole ma significative: - "Non ti cullare troppo. Ora inizia la parte seria della giornata: dobbiamo andare nel bosco, sopra la città ed iniziare a cercare."
- "Cosa esattamente?", chiesi.
- "Una pergamena, ci aiuterà a trovare un manufatto", rispose.
- "E tu come...", non terminai la frase perché rispose subito: - "Non penserai mica che me ne sia stata con le mani in mano?!".
- "Ok, ok. Allora sbrighiamoci perché voglio finire in fretta questa specie di caccia al tesoro", dissi.
Tornati a casa, mangiammo, ci preparammo per il bosco e ci incamminammo.
Dopo un bel po' di tragitto e tempo mi iniziai a stancare e mi lamentai di ciò: - "Sti cazzi però, potevano farlo più lontano", dissi con tono seccato, inserendo dell'ironia sopra.
- "Alza i tacchi femminuccia" mi strigliò, "Dobbiamo arrivare prima di sera".
- "Perché? Mica ci mangiano gli zombie", feci con dell'altra ironia.
- "Tu muoviti.", tagliò corto.
Così arrivammo al bosco verso le 5 e chiesi: - "Da dove partiamo?"
- "Da qui. Ho un amuleto che dovrebbe indicare il sentiero, ma non lo so usare", disse.
- "E ti pareva, poteva mai esser semplice...", mi lamentai, "Fammi vedere".
Mi passò quella specie di pietra e la controllai: gialla, con un foro al centro e circondata da ferro.
Mi guardai attorno ed iniziai a provare alcune azioni viste nei film: prima provai a vedere se si potesse usare tipo occhiali infrarossi; ma nulla.
Poi la cliccai; nulla.
Cercai pure una qualche fessura dove poggiarla; tutto inutile.
Alla fine, provai a mirare contro la luce del sole; stavolta accadde qualcosa: si creò un fascio ed a terra si intravide una linea che portava ad un ramo.
- "Un ramo? Serio?", esclamai.
- "Uhm, forse..." fece lei e lo tirò.
Nulla.
- "Ecco, tempo perso", mi lamentai, "Tutto inuti..."
Nemmeno tempo di finire, che si aprì una voragine sotto di noi. "Eh vaffanculoooo", riuscii a dire, prima che l'apertura si chiudesse sopra di noi.
STAI LEGGENDO
La ragazza della spiaggia che assomigliava ad una farfalla.
FantasyUna storia di avventura e di amicizia (forse) tra una ragazza, che conserva un segreto e un ragazzo che aspira a diventare detective.