1. capitolo

369 10 3
                                    

Quella giornata iniziò con un risveglio traumatico causato dalla pioggia insistente che provocava un frastuono terribile alle orecchie di Haizaki Ryouhei, anche se le gocce di pioggia stavano semplicemente cadendo sul tetto della sua casa. Si alzò con il suo solito broncio, spense la sveglia che iniziò a suonare appena si mise seduto sul letto, ed imprecò contro i galli che continuavano a cantare disturbando la sua mente assonnata di prima mattina. Infilò i piedi coperti da caldi calzini di lana nelle sue ciabatte a forma di orso, per poi alzarsi e rifare il letto. Trascinando i piedi si diresse verso il bagno, per poi dirigersi in cucina.
-buon giorno tesoro- gli disse sua madre rivolgendogli un sorriso solare, mentre si accomodava su una delle sedie del tavolo della cucina.
-buongiorno- rispose Haizaki, con molta meno gioia del saluto della madre, e con il broncio ancora ben pronunciato sul volto.
-Che hai?- le chiese la signora Ryouhei porgendogli la sua tazza di latte caldo con dei biscotti.
Haizaki rispose scocciatamente -piove.-
Per lui la pioggia era una tragedia, voleva dire fango, niente libertà di muoversi, e soprattutto: umidità. Detestava l'umidità più di quanto detestasse qualunque altra cosa al mondo.
Trafugò i suoi cereali e il suo latte, per poi riporre la tazza nel lavello e i cereali al loro posto nello scaffale. Andò in camera sua, ed una volta aperto l'armadio prese la divisa della sua scuola: la Seishou Gakuen. Dopo i mondiali si trasferì di nuovo dalla Raimon alla Seishou, fondamentalmente perché il suo posto era quello, visto che si era trasferito alla Raimon solo per sconfiggere la Bilancia di Ares.
Prese i vestiti e strascinò le sue ciabatte-orso fino al bagno, dove dopo 10 minuti si guardò allo specchio e per poco non gli venne un colpo.
I suoi capelli, secondo lui, erano un totale disastro, del tutto in disordine e tutti scombinati. Fece un respiro profondo, cercando di calmare i nervi, poi aprì il secondo cassetto del mobile sotto il lavandino e ne estrasse la piastra per capelli. Con l'aiuto di una spazzola iniziò a lisciarsi i suoi lunghi capelli grigi, che ricadevano sempre più lunghi sulla sua schiena. Fece gli stessi movimenti finché non riuscì a lisciare tutti i capelli alla perfezione: prima spazzola, poi piastra. Dopo un po'si ritenne abbastanza soddisfatto del lavoro appena svolto, quindi si concesse il suo primo sorriso della giornata, davanti allo specchio del bagno.
Uscì dal bagno, prese cartella e ombrello, e dopo aver indossato un giubbino abbastanza pesante per le temperature fredde che gli riservava il lungo inverno, Haizaki uscì dalla porta principale salutando la madre.
Il vento provò spesso a far volare di mano il suo ombrello, ma la sua presa di mano ferma e ben stretta non glielo permise. E così continuò finché non fu arrivato a scuola. Era leggermente bagnato, ma questo non gli provocò alcun tipo di problema. Le prime 3 ore di lezione scorrerrono molto lentamente per Haizaki, che continuò a sbuffare e a tenere il broncio per ogni secondo delle tre ore. Appena suonata la campanella che segnava l'inizio dell'intervallo, il demone del campo fu tremendamente felice di poter andarsene dalla sua classe per un po'. La scuola non gli era mai importata più di tanto, riteneva di gran lunga più importante il calcio. Infilò i libri nella sua cartella, se la mise in spalla e uscì dall'aula. Percorse il corridoio finché non arrivò al bagno, voleva controllare lo stato dei suoi capelli. Arrivo di fronte al lavandino, ci appoggiò le mani sopra ed alzo lo sguardo per vedersi bene in faccia. Secondo shock della giornata. I suoi capelli erano uguali a come si era svegliato, come se la piastra non fosse servita a nulla. Haizaki fu così terribilmente frustato che sul suo viso comparve subito una smorfia di rabbia. Dopo un po', entrò in bagno una persona che Haizaki conosceva fin troppo bene.
-ma buongiorno! Che bella giornata eh?-
si girò. Divisa sistemata e totalmente pulita, capelli perfettamente in ordine e sistemati, e un sorriso stampato sul volto. Mizukamiya Seriyuu.
-bella giornata un corno!- gridò Haizaki pieno di rabbia al compagno.
-Dai su, che è successo stamattina?- rispose Mizukamiya con finta aria scocciata, sorridendo. Ogni mattina Haizaki era arrabbiato per qualcosa, e spettava proprio al maggiore sapere per primo per che cosa.
-L'umidità mi ha rovinato tutti i capelli! Hai visto che tengo in testa? Sembra un nido di uccelli! Ma ovviamente questi problemi per te sono insignificanti visto che hai dei capelli 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪-
-bhe, grazie per aver detto che i miei capelli sono perfetti, Haizaki- rispose Mizukamiya iniziando a ridacchiare.
-Non è questo il punto!-
continuarono a parlare. Beh, in realtà Haizaki urlava e Mizukamiya rideva, ma ormai quella era la quotidianità per i due compagni di squadra.
Dopo un lungo quarto d'ora suonò la campanella che annunciava l'inizio delle prossime lezioni.
-Bhe, ora devo andare in classe, ci vediamo dopo, Haizaki- disse Mizukamiya rivolgendogli un sorriso.
-Si, a dopo capitano- rispose quest'ultimo con un broncio ancora più pronunciato e la voce totalmente apatica.
Uscirono entrambi dalla porta del bagno, prendendo direzioni opposte.
Mizukamiya, a cui invece la scuola piaceva parecchio, ritornò in classe con il sorriso. Anche se non era felice per la ripresa delle lezioni, ma era felice di quella mezz'ora passata con il demone del campo. Non sapeva perché, ma era sempre allegro dopo quella mezz'ora ripetuta ogni mattina.
-Allora, com'è il suo umore oggi?-
Kidou era appoggiato spalle al muro affianco alla porta della classe di Mizukamiya, con le braccia incrociate. Il capitano si fermò per poi affermare: -Piove, ha lo stesso umore che ha ogni volta che c'è brutto tempo. Ma che ci possiamo fare, ce lo teniamo così no?-
-certo, nulla in contrario- disse Kidou staccandosi dal muro, per poi dare una pacca amichevole sulla spalla di Mizu e andare in classe.
Le ore successive furono molto brevi per entrambi. Haizaki guardava fuori dalla finestra come il tempo si stava pian piano aggiustando, e iniziando a sorridere pensando a come il suo capitano lo aveva preso in giro prima in modo scherzoso. Mizukamiya, invece, era molto attento a quello che stava accadendo nella sua classe, ma ogni tanto si concedeva una piccola distrazione per pensare al demone del campo.

*angolo autrice*
spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Sono tornata con una fan fiction e con una nuova storia da raccontare. 🙈

Il demone ed il regista || HaimizuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora