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Rimango un attimo scioccato da quella vista. Cosa ci faceva una ragazza (con palesemente dei poteri sovrumani) nello spazio? Chi l'aveva mai vista poi?! Non ricordo abbia mai partecipato ad una battaglia degli Avengers.

Mi ricompongo e, quando il mio sguardo incontrò il suo, probabilmente capì, nonostante il vetro che ci separava, il dolore che stavo provando, perché poco dopo la vidi sorridere e recarsi al di sotto della navicella, la quale, dopo una leggera scossa, ripartì verso una meta che solo la ragazza sapeva e che speravo con tutto il cuore sarebbe stata la mia amata Terra.

Più tardi

"Ragazzo, ragazzo svegliati!" sento una voce che mi chiama, così apro gli occhi e vedo che la voce proviene dal Signor Stark.

"Tutto apposto? Siamo arrivati." mi dice. Arrivati dove? Devo essermi addormentato perché non ricordo assolutamente nulla del viaggio.

"Dove...siamo arrivati?" chiedo.
"A casa." mi risponde lui dolcemente.
Sgrano gli occhi e lui probabilmente, capendo la mia reazione dice: "Sì, so che sembrava impossibile, ma siamo tornati a casa, sulla Terra! Ora vieni, scendiamo da qui.

Mi alzo, ancora un po' frastornato dal sonno e dalla rivelazione. Siamo davvero tornati sulla Terra? I miei dubbi vengono confermati non appena vedo il portellone aprirsi.

Davanti a noi appaiono cinque figure a me familiari: Captain America, la Vedova Nera, Hulk (non trasformato ovviamente), un uomo di colore che avevo visto spesso in precedenza in compagnia del Signor Stark che, se non sbaglio, si chiama War Machine, e Pepper, la ragazza del Signor Stark.

Gli occhi mi diventano lucidi e non appena Tony se ne accorge mi appoggia una mano sulla spalla e mi dice: "È tutto finito ora, stai tranquillo. Vieni, andiamo."

Appena mettiamo piede fuori però il signor Stark perde l'equilibro e per poco non cade. Fortuna che i miei riflessi sono sviluppati, infatti riesco a prenderlo al volo.

"Signor Stark, tutto apposto?" chiedo.
"Sì ragazzo, tranquillo. Sono solo...disabituato alla gravità terrestre." risponde.
Strano, nè io nè Nebula Abbiamo risentito di questa cosa.

Vedo Pepper, seguita da tutti gli altri, correrci incontro, per poi far appoggiare Tony a lei.
"Grazie mille ragazzo, ora ci penso io." dice. Io annuisco e glielo passo.

Mi siedo sul portellone della navicella accanto a Nebula, cercando ancora di realizzare ciò che sta succedendo. Allora non siamo rimasti soli?! È già un passo avanti.

Nel mentre che penso, vedo tutti gli altri Avengers salutare il signor Stark. Me purtroppo non mi conoscono, e io non conosco nessuno di loro. Non ho nessuno da salutare.

Non sapendo che fare, allora, cerco di attaccare discorso con Nebula.
"Anche tu sola?" gli chiedo, con un velo di tristezza nella voce. Fa male, ma è la realtà.

"Già, hai visto no? Su quel pianeta. Io li conoscevo. Speravo che almeno gli altri due si fossero salvati, ma a quanto pare non è così." dice, con la sua voce robotica spezzata, anch'essa, dalla tristezza. Non avevo mai visto quel suo lato "dolce" possiamo dire, perciò decido di metterle una mano sulla gamba e di risponderle semplicemente con "Allora mi sa che ci faremo compagnia a vicenda", sorridendo. Vedo che lei ricambia, ma quel momento viene interrotto dall'arrivo di Captain America.

"Ehi voi, tutto apposto? Tu devi essere Peter, dico bene?" annuisco "Bene, chiamami Steve, siamo felici che tu e..." "Nebula" risponde lei "...Nebula vi siate salvati. Ora venite dentro. Dobbiamo fare una riunione generale.

Così decidiamo di alzarci e di seguirlo all'interno del quartier generale degli Avengers, nel quale io avevo già messo piede in precedenza.

E se... // Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora