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5 anni dopo

Sono passati cinque anni da quel giorno, in cui la mia vita cambiò radicalmente.
Cinque anni nei quali di cose ne sono successe tante.

Non vado più a scuola, per esempio. Non sopportavo l'idea di dover andare ogni giorno in un posto nel quale mi trovavo sempre con i miei amici e che quindi me li faceva tornare in mente, facendomi stare male.

Altra cosa: dato che zia May è scomparsa, gli Avengers mi hanno ospitato nel loro quartier generale, nel quale adesso viviamo io, Steve e la Vedova Nera, con la quale, in questi anni, ho fatto amicizia.

Ma i cambiamenti non sono avvenuti solamente all'esterno.
Dentro di me, infatti, non mi sento più il Peter di cinque anni fa, ma un Peter più grande, più maturo e sopratutto più responsabile di sé stesso.

Per il resto niente di che. Gli altri Avengers, quelli rimasti almeno, ci vengono a trovare ogni tanto, tranne Tony e Pepper. Da quel che ho saputo si sono trasferiti in una casetta nel bosco, nella quale vivono con la loro figlia. Sono contento per loro. Ogni tanto li vado a trovare, ma le mie visite durano sempre molto poco. Il signor Stark infatti, nonostante ogni volta mi chieda come sto, è molto felice della sua nuova vita, e soprattutto di sua figlia, perciò non gli rubo mai troppo tempo.

Come ci arrivo? Beh, dato che ora ho 21 anni ho imparato a guidare, così da poter essere più autonomo. La mia insegnante è stata Natasha che, nonostante la sua guida spericolata, è stata bravissima, infatti ho imparato in poco tempo.

Ma torniamo al presente.

Decido, per l'ennesima volta, di andare nel mio posto preferito del quartier generale: il molo. È un posto silenzioso, dove non viene quasi mai nessuno e questo mi aiuta a pensare e a rilassarmi.

Mi sdraio sulla panchina lì presente, ma la pace dura poco, perché poco dopo sento dei passi avvicinarsi sempre più.

"Ehi Peter" mi saluta Steve.
"Ehi" rispondo di rimando "Perché sei qui?" chiedo.
"Non sapevo cosa fare, perciò ho deciso anch'io di venire qui" dice, per poi sedersi vicino a me, dato che nel frattempo gli avevo fatto posto.

"Bello qui, vero?" dice lui.
"Già, mi rilasso un sacco ogni volta che vengo e sarebbe successo anche ora, se solo qualcuno non avesse interrotto la pace." gli dico ridacchiando marcando la parola 'qualcuno'. Lui di rimando mi da un pugnetto sulla spalla, ridendo anche lui.

"Grazie" dico ad un tratto, serio.
"Per cosa?"
"Per tutto ciò che avete fatto tu e Nat per me. Sai, non ho mai avuto una vera e propria famiglia, a parte zia May ovviamente. Tu e Nat invece mi avete fatto da...fratelli maggiori più o meno, e di questo ve ne sarò eternamente grato." dico, per poi abbracciarlo.

Lui ricambia, per poi sussurrarmi: "Anche noi abbiamo avuto problemi simili ai tuoi, quindi ti capiamo. Per questo abbiamo deciso di aiutarti." mi dice.

Continuo l'abbraccio, finché Steve mi dice: "Ora vieni dai. È quasi ora di cena."

Entrambi ci alziamo e ci rechiamo nella cucina della struttura, prima però passiamo a salutare Nat, che si trova nel suo ufficio.

"Ehi Nat!" saluto.
"Ehi ragazzi" saluta di rimando.
"Novità?" chiede Steve.
"Nessuna. Tutto come al solito."
"Noi andiamo a mangiare, ti aggiungi?" chiedo
"Sì, arriv-" ma si interrompe, perché nel frattempo il "citofono" ha iniziato a suonare.

Tutti e tre ci mettiamo a vedere lo schermo.
"Ehi, Cap? Sono Scott. Ant-Man. Ti ricordi?" continua a parlare.

Tutti e tre ci guardiamo confusi, mentre nel mio cervello è presente una sola domanda: chi è questo qui??

E se... // Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora