Venne svegliato da un trambusto che percepii da fuori, si era addormentato.
-Beh, che buon inizio-, pensò mentre si alzava dal sedile per avvicinarsi alla porta. "Ma guarda un po chi ci ha degnato della sua presenza, la bella addormentata" kibum sghignazzando, prendendosi gioco di jimin.
"Coglione, se foste persone interessanti non mi sarei mai addormentato".
A quella frase i due sembrarono infastiditi sbuffarono e gli fecero strada insieme alle altre 5 guardie che li attesero fuori dallo stabile.«Questo è il carcere di massima sicurezza di seoul», una guardia parlò interrompendo il silenzio quasi imbarazzante che si era venuto a creare.
"Come vi avrà già accennato il vostro capo dipartimento di busan, qui sono rinchiusi tutti gli scarti della società, spacciatori, rapinatori, aggressori" gesticolava con una mano al vento tutti quegli aggettivi terribili e jimin sentì senza realmente ascoltare.
Non gli stava raccontando nulla di nuovo, ma d'altro canto doveva cercare di fare bella figura al suo primo giorno di lavoro, e la mancanza di attenzione non lo avrebbe aiutato.Arrivati ai cancelli un rumore assordante gli entrò nel cervello facendogli portare le dita della mano alle tempie.
"Cristo! Non c'è paura che qualcuno scappi senza essere sentito" jimin sentenziò ridendo per nascondere la sua frustrazione. "Ah-ah molto simpatico park"
Jimin non perdette un attimo per fare il dito medio verso mihyun, che cazzo di problemi aveva quello?Una volta entrati nel carcere vennero accolti dal capo della sorveglianza, il signor Hyeom kim.
Un uomo molto alto di età avanzata dalla statura possente e un viso che trasmetteva tutto tranne che tranquillità.
"Benvenuti, io sono hyeom kim, capo della sorveglianza del carcere di seoul, per favore accomodatevi nella sala qui accanto così inizieremo a spartirvi nei vostri piani designati".I tre ragazzi si accomodarono in alcune sedie poste nella sala.
Era fredda e senza sentimento. Alle pareti erano solo presenti un calendario, una porta, e una finestra sbarrata da delle spesse barre metalliche.
Jimin tirò indietro la testa appoggiandola delicatamente al muro chiuse gli occhi e fece un sospiro.
Dove lo avrebbero messo? Dove avrebbe passato le sue giornate d'ora in poi?
Mentre si chiedeva mille e piu domande i suoi pensieri vennero interrotti dalla fastidiosissima voce di kibum.
"Allora park come ti senti? Emozionato?"
Jimin non degnò di uno sguardo il ragazzo. Non aveva più voglia di sentire la sua voce. "Mh, normale". Jimin rispose in maniera fredda distogliendo lo sguardo mettendosi a fissare il calendario appeso al muro."Normale e basta? Non hai paura? Una persona di così bell'aspetto come te dovrebbe averne".
I due ragazzi iniziarono a ridere fastidiosamente. Jimin sbuffò un altra volta ancora facendo finta di non aver sentito, un altra volta.
"Si park ha ragione, una signorina come te non dovrebbe neanche essere qui".
All'ennesima presa per il culo jimin si girò di scatto verso mihyun con il pugno stretto. Avevano davvero esagerato questa volta. "Siete dei coglioni, non vedo l'ora di uscire da questa stanza e non vedere piu le vostre facce di caz-" venne bruscamente interrotto dall'ingresso dal capo della sorveglianza che entrò nella sala senza nessun preavviso.
I tre si alzarono di scatto.
"Benissimo, ho qui i vostri documenti e i vostri incarichi, Lee Kibum ala nord, Lee mihyun ala nord ovest e park jimin.."
Alzò lo sguardo dal foglio che stava leggendo sistemandosi gli occhiali sul naso, «ala sud».Una cosa era certa, jimin non avvrebbe rivisto quelle due facce di cazzo per un bel po se non per via delle pause, ed era stranamente sollevato, odiava gli sbruffoni come loro.
«Perfavore vi chiedo di prendere i vostri effetti personali, il mio assistente yongyun vi mostrerà i vostri alloggi».
Il primo che venne sistemato fu mihyun.
I due si salutarono con un semplice dito medio. Continuarono per l'ala nord. Lungo tutti i corridoi si sentivano solo urla e un gran baccano. Jimin sentiva grida e fischi provenire da ogni lato, non potevano certo mancare le battutine tra una cella e l'altra. "Ehi ragazzi guardate i nuovi arrivati, non sarà per caso una donna quel nanerottolo?" Che razza di imbecilli. Si sentiva tutti gli occhi puntati su di lui, chinò il capo e deglutì nervosamente.Sentì il suo collega ridere di gusto a certe affermazioni. Non che si aspettasse diversamente. Si fermarono proprio davanti all'alloggio di kibum, e senza accorgersene prima di dividersi gli sussurrò all'orecchio.
"Non farti ammazzare signorina".
Lo fulminò con lo sguardo e purtroppo non poté fare molto davanti all'assistente del capo. mimò con le labbra un chiarissimo "vaffanculo", ma kibum sembrò quasi divertito e jimin più di prima si stava chiedendo quali problemi lo affliggessero.Il carcere da fuori sembrava molto più piccolo, ma questa ala sud era decisamente molto a sud.
Notò finalmente una piastra sopra un grande portone blindato la dicitura;
ALA SUD.
si sentì sollevato in un certo senso, non ne poteva piu di camminare tra gli sguardi indiscreti di potenziali serial killer.Entrarono e lasciarono dietro di loro altre due guardie a capo del portone, che chiusero subito dopo creando un gran boato.
Passarono davanti a moltissime celle. Nessuna era vuota. Gli sguardi di quelle persone gli fecero accapponare la pelle. Jimin spezzò finalmente il silenzio, "nell'ala sud chi viene rinchiuso?" Chiese incuriosito. "Se te lo dico ti spaventi", sorrise yongyun senza farsi vedere.
"Perché? Devo avere paura?" il grigio rispose con una punta di ironia cercando di non travisare il suo chiaro nervosismo."Mi spiace park jin.." "Jimin. Mi chiamo jimin".
"Oh si scusami, park jimin, oggi non è proprio il tuo giorno fortunato. I tuoi amici sono stati molto piu fortunati di te."
Fortunati? Di che cosa stava parlando? jimin rimase confuso finché yongyun non continuò la frase.
"Questa è l'ala dove sono rinchiusi aggressori e omicida". Il sangue gli gelò nelle vene e dalle sue tempie si poteva benissimo notare del sudore.
Deglutì e cercò di non mostrare il suo disagio, ma se ne restò in silenzio.Mentre si stavamo incammindo verso il suo alloggio, dieci metri prima jimin notò fuori da delle sbarre un braccio ciondoloni e una figura appoggiata con le spalle su di esse.
«Jeon Jungkook sta composto, abbiamo un ospite», disse yongyun quasi come se fosse una cosa per cui andarne fieri, un ospite? Ma tu guarda.
Jimin sbuffò spostandosi un ciuffo di capelli che gli si era attaccato col sudore davanti agli occhi.La figura al suo interno tirò indietro il corpo in silenzio, senza controbattere.
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Don't Judge Me | Jikook
FanfictionPark jimin era stato selezionato per il nuovo turno di sorveglianza nel carcere di massima sicurezza di Seoul, ma qualcuno non rese facile la sua permanenza. 20.12.19 #3 jikook 06.04.20 #1 boys 02.04.20 #5 kookmin Ⓒhoneyverse Tutti i diritti riserva...