21.

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Il piano era semplice, jungkook avrebbe dovuto lavorare sodo ed entrambi avrebbero vissuto felici e contenti, proprio come nelle favole d'amore.
Jimin sbuffò rumorosamente mentre si stava allacciando la cintura dei suoi pantaloni
"ma chi voglio prendere in giro".
Si voltò verso lo specchio che era presente nella sua piccola stanza.
"Park jimin, basta sognare ad occhi aperti" indicò il proprio riflesso, con fare minaccioso.
Sbattè il palmo della sua mano sulla sua fronte, perché doveva essere così imbarazzante?
In ogni caso, la realtà non doveva essere davvero così lontana dalla finzione. Jungkook avrebbe davvero dovuto lavorare sodo per uscire di lì, e jimin sicuramente avrebbe fatto il possibile per rendere questa cosa realtà.
Decise di non parlargli apertamente del suo piano, d'altronde si immaginava che anche il ragazzo avrebbe voluto uscire da quella cella prima o poi, quindi non ci sarebbe stato niente di male se avesse "omesso questa piccola parte della storia".
Prima di entrare in turno nell'ala sud, jimin si era fermato nella segreteria della prigione, per vedere quali attività venivano svolte proprio quel giorno, all'interno della struttura.
Corso di cucito?
Assolutamente no, jungkook aveva la pazienza sotto i piedi.
Giardinaggio?
No, non se ne parla proprio.
Corso base per cuochi di primo livello.
"mmh.." jimin si massaggiò il retro della nuca, non distogliendo lo sguardo dal piccolo dépliant che aveva preso proprio dalla segreteria.
"questo potrebbe fare al caso nostro"

I carcerati che vorranno prendere parte alle attività di lavoro ricreative dovranno essere seguiti da uno o più supervisori della sezione dedignata

Si, jungkook avrebbe decisamente fatto questo corso, senza scuse a riguardo.
Già se lo immaginava, il moretto con solo il grembiule a coprire le sue grazie.
Jimin scosse la testa e con essa anche tutti i pensieri impuri che stava avendo, prese le ultime cose e uscì dalla sua stanza.
Quella mattina fu più diretto del solito, andò dritto al sodo.
Raggiunse la cella del ragazzo, che stava ancora beatamente dormendo, con solo una maglietta e un paio di boxer aderenti e lo svegliò con un rumore secco metallico.
"ma che cazzo, vaffanculo!!"
Il più piccolo fece un salto talmente tanto grande che finí con il culo per terra, strinse i pugni dalla rabbia, girando si di scatto verso la porta.
"jimin vaffanculo cazzo, cosa cazzo ti è preso?!"
Jimin fu divertito da quella scena, anche se era stato fin troppo brusco nel svegliarlo in quella maniera, era sincero.
"Vestiti".
Il moro rimase per qualche secondo confuso a guardare il grigio che aveva di fronte, aggrottando le sopracciglia.
"Vestiti?"
Il grigio sbuffò, spostando lo sguardo su un carcerato che stava mandando dei piccoli baci volanti verso di lui, squallido come pochi.
"Si vestiti ho detto".
Il moro si alzò da terra e si rimise a letto, buttandosi il lenzuolo su di esso.
"vaffanculo, tu sei tutto matto" in un batterd'occhio chiuse le palpebre ma ancora quel rumore metallico gli fece accapponare la pelle.
"Cazzo!!!!" sbottò un altra volta il moro, avvicinandosi le mani per tapparsi le orecchie, rannicchiandosi nel letto per il fastidio.
"Non farmelo ripetere due volte,
vestiti. Oggi abbiamo delle cose da fare".
Jungkook sbuffò e ringhiò per tutto il tempo, mentre si vestiva, mentre usciva dalla cella, mentre percorreva quei lunghi corridoi.
Dove lo stava portando?
Jimin stava camminando proprio davanti a lui, si fidava così tanto da lasciarlo alle sue spalle?
Poi qualcosa balenò nella testa del più piccolo, si sarebbe divertito un po', giusto quanto bastava per fargliela in qualche modo pagare per quel risveglio terribile.
Con le mani ancora ammanettate, le allungò verso il didietro del grigio, stringendogli una natica e facendolo quasi gemere a quel tocco.
Jimin portò una mano davanti alla bocca, rendendosi conto del verso poco virile che aveva appena fatto nel bel mezzo del corridoio del carcere.
Con la coda dell'occhio fulminò con lo sguardo il più piccolo, quest'ultimo aveva il suo solito ghigno divertito sulla faccia.
Dopo pochi secondi, il moro fece la stessa esatta cosa, strinse ma più forte di nuovo la natica ormai dolorante del grigio.
Jimin si morse il labbro per evitare di gemere ancora una volta, e si bloccò di scatto, girandosi verso il moro.
"La vuoi finire??"
Il moro era notevolmente divertito a quella scena. Jimin era tutto rosso in volto e jungkook lo aveva notato.
"Perché mai dovrei, vedo che apprezzi".
Jimin si sentí le guance andargli a fuoco, giurò di essere diventato rosso fin sopra le orecchie.
Lo strattonò per la maglietta facendo scontrare i loro nasi.
"Smettila ti ho detto"
A jungkook tutta questa situazione stava solo facendo aumentare i suoi ormoni.
Jimin, nonostante tutto, aveva un potere immenso su di lui.
Lo eccitava fino a farlo impazzire, e il rigonfiamento nei suoi pantaloni, ne era la conferma.
"Hai risvegliato qualcuno lì sotto" lo provocò il moro, facendo un piccolo cenno con la testa al grigio, in segno di abbassare lo sguardo.
Bene.
Ora si che jimin era rosso.

Don't Judge Me  |                                                         JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora