6.

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Jimin fece raggruppare tutti i carcerati in fila indiana. L'ora d'aria era finita e onestamente non vedeva l'ora.
Dopo lo strano incontro con jungkook, era rimasto in silenzio ed in disparte a scrutare le persone che lo avevano soccorso, dopo averlo colpito col manganello non riusciva a camminare bene, e quindi aveva avuto bisogno di una mano dai suoi amici.

Era assorto nei suoi pensieri, non riusciva proprio a darsi pace, perche doveva reagire cosi in sua presenza? Eppure non gli faceva paura affatto, ma dall'altro lato, si sentiva quasi attratto da quella persona, e pensava di farsi quasi ribrezzo per aver avuto un pensiero simile.

Ad uno ad uno presero nuovamente posto nelle loro celle, insieme a lui vi era anche yongyun, che lo stava aiutando.

"Te la sei cavata bene per il primo giorno novellino" il moro fu il primo ad aprire bocca e a rompere il silenzio che si era creato fra di loro.
"Già" jimin non era di molte parole, tirò un occhiata verso la fine della fila dove poté scrutare jungkook zoppicante. I due si scambiarono un occhiata ma jimin spostò nuovamente il volto verso le celle, non aveva voglia di vedere nuovamente uno dei suoi ghigni malefici.

L'ultimo a prendere posto fu proprio jungkook, jimin gli lanciò un altra occhiata, mentre il moro a fatica si portava verso il letto. Il moro prese a fissarlo nuovamente una volta seduto, ma sul suo viso non vi era nessun ghigno, ne nessun sorrisetto compiaciuto. Era come se fosse assorto nei suoi pensieri, e jimin non poté far a meno di notare quel suo cambiamento di umore.

"Bene io qui ho finito, ora sta a te prendere le redini di questo posto Park".
A differenza di jungkook, yongyun invece aveva la sua solita faccia di cazzo, con quel sorrisetto spocchioso che jimin odiava veramente tanto, forse troppo.

"Nessun problema, puoi andare", queste furono le uniche parole che il grigio fece uscire dalla bocca, si lasciò cadere sulla sedia vicino alla scrivania del corridoio, passandosi una mano fra i capelli, e sbottonandosi il manganello dalla cintura.
Buttò lo sguardo un altra volta ancora verso la cella del moro, "allora? Ti ho detto che puoi andare".
Yongyun era ancora in piedi a pochi metri di distanza da lui, alzò le braccia al cielo sbuffando "ciao ciao Park" si girò di spalle ridendo rumorosamente, e si allontanò fino a chiudersi la porta alle sue spalle.

"Che cazzo di problemi ha quello" pensò ad alta voce, portando entrambi i piedi incrociati sulla scrivania sulla scrivania.
Jimin per la seconda volta nella giornata venne pervaso da mille pensieri, da quando era entrato in quel posto non gliene andava bene una, era circondato da killer e psicopatici, chissà cosa aveva fatto nella sua vita precedente per essere finito in un posto come quello.

Gli tornò in mente come jungkook zoppicò per tutto il tragitto, e di come si portò a fatica nel letto. Probabilmente era stato fin troppo duro fuori in cortile, anche se non era una cosa giusta, anche se non era ciò che doveva pensare, si sentì in colpa.
È vero, lo aveva provocato, ma forse lui era stato fin troppo duro, o forse no.
Era un insieme di pensieri contrastanti fra di loro, era dispiaciuto ma nello stesso momento, non gliene fregava un cazzo.

Alla fine se lui era lì, doveva esserci un motivo. Non era sicuramente una persona buona, e quindi che motivo aveva di trattarlo bene? Soprattutto quando era sempre lui il primo a provicarlo, a chiamarlo in quel modo.. Fastidioso.
Eppure, gli dispiaceva.

Si portò entrambe le mani davanti al viso, lasciando cadere la testa all'indietro, fece un sospiro e si alzò dalla sedia, avvicinandosi alle sbarre della cella del moro. Una volta avvicinatosi, al suo interno vide jungkook disteso sul letto, con entrambe le braccia sotto la testa.

"Perché sei qui signorina?" jimin sobbalzò, come aveva fatto a vederlo? "Tranquillo, ti vedo attraverso il riflesso del ferro del letto, un trucchetto che ho imparato in questa mia permanenza nella mia regale dimora". Jimin lanciò una piccola risata spostando lo sguardo da un lato.
"Ti fa male?" appoggiò una mano in una di quelle fredde sbarre, portando nuovamente lo sguardo sul ragazzo.
"Un po', ma probabilmente me lo sono meritato" iniziò a ridere spensieratamente, portando la testa all'indietro per poter per poter incrociare lo sguardo del grigio.

Jimin perse un battito a quella vista, il suo sorriso era bellissimo, la sua espressione non sembrava affatto di qualcuno che poteva anche solo lontanamente fare qualcosa di sbagliato o di male a qualcuno. Si maledì anche solo per aver vacillato per un istante, ma non poteva farci niente, in cuor suo si sentiva come attratto da quella persona.

"Mi spiace di averti colpito cosi forte" si portò nuovamente una mano nei capelli per poi tornare nuovamente a parlare. "È che non fai altro che provocarmi".
Il moro si mise a sedere sul letto, aveva nuovamente lanciato un piccolo sorriso, i suoi capelli erano davvero molto lunghi, e nascondevano gran parte del suo viso.

Finalmente voltò la testa verso jimin, e scostò i capelli dietro un orecchio, "non sembra che ti dispiaccia".
Jimin rimase pietrificato da quelle parole e deglutì nervosamente. "Cosa vorresti dire?" come poteva prendersi gioco di lui anche adesso che si stava scusando?! Assurdo.
Jungkook si alzò dal letto e si avvicinò alle sbarre, e nuovamente si trovarono a pochi centimetri di distanza.
"Ho detto quel che ho detto, non mi sembra che ti dispiaccia che io ti provochi" si bagnò le labbra con la lingua, e tornò a parlare "lo vedo che ti fa piacere che io ti stia cosi.. Vicino" jungkook spostò lo sguardo sulla labbra di jimin, non era la prima volta che le guardava cosi attentamente, e portò nuovamente lo sguardo su quello di jimin.

Erano paurosamente vicini.

Jimin poteva sentire il calore provenire dalla sua bocca, e non disse niente.
Si limitò a sua volta a fissarlo, cercando di non distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
"Forse" ringhiò il grigio, con una punta di malizia. Jungkook poggiò la mano in una delle sbarre della cella, e la strinse talmente forte da sbiancarsi le nocche e si morse il labbro. Ora era lui che lo stava provocando, e questa cosa gli piaceva.
Jungkook tornò a parlare per primo. "Stai cercando di provocarmi tu adesso?" ghignò spostando leggermente la testa da un lato. Jimin non voleva certo perdere ormai, avvicinò ancora di piu il suo viso verso quello di jungkook, ormai erano pochi i centimetri a separarli.

"Forse" soffiò ad un passo dalla sua bocca, e non se ne pentì affatto.

Don't Judge Me  |                                                         JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora