27.

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Seokjin stava camminando da una parte all'altra della stanza pensieroso, con lo sguardo basso e perso nei suoi pensieri sotto lo sguardo attento dei quattro ragazzi, che al momento si trovavano seduti nuovamente intorno al tavolo, con una tazza di thè fumante fra le mani, in attesa di un responso del più grande.
Il castano si morse il labbro superiore, spostando una mano dal suo fianco alla sua testa, massaggiandola lentamente prima di fermarsi di botto davanti a quest'ultimi.
Guardò jimin dritto negli occhi.
"Sei sicuro che funzioni?" dalla sua voce non fece trapelare nessuna emozione, fu una domanda secca e decisa.
Jimin annui lentamente, abbassando lo sguardo sulla tazza fumante che teneva fra le mani.
"Il direttore me lo ha personalmente confermato" parlò con un filo di voce, taehyung che in quel momento si trovava accanto al grigio, prese la sua mano e la strinse forte, lanciandogli una piccola occhiata di rassicurazione.

Seokjin riprese a passeggiare avanti e indietro, di nuovo assorto nei suoi pensieri, sussurrando cose che poteva sentire solo lui.
"Jin hyung potrebbe ess-" il castano venne interrotto dalla mano fermata a mezz'aria del maggiore, che con un gesto secco lo incitò a rimanere in silenzio.
"Ah!" seokjin strizzò gli occhi, con una mano prese la sedia allontanando dal tavolo per potersi sedere davanti ai quattro ragazzi.
Fece scorrere lentamente le dita sulla superficie del tavolo, picchiettando di tanto in tanto.
In quel momento si poteva solo sentire il rumore delle dita del castano che battevano sul legno, nessuno osava parlare.

Ad un tratto, seokjin si fece estremamente serio, guardando negli occhi i suoi amici, finendo per posare lo sguardo al grigio che si trovava di fronte davanti a lui.
"Lui come sta reagendo? Gliene hai parlato?" asserì con una voce piatta e pungente.
Jimin abbassò nuovamente lo sguardo, sentendo quello del maggiore farsi sempre più tagliente.
"No.. Non voglio dirglielo, ho paura che faccia delle scelte sbagliate dettate dalla sua incoscienza", ancora una volta la mano di taehyung strinse quella di jimin, e il grigio scambiò velocemente uno sguardo con il castano.
"Lui sta reagendo bene, adesso". Si bagnò le labbra prima di continuare a parlare.
"All'inizio era molto ostile, non voleva collaborare ed era del tutto irrequieto, l'idea della cucina non gli era andata molto a genio, aveva preso a cazzottare la pasta frolla dalla rabbia" sbuffò una piccola risata, ripensando a quella scena.
Yoongi e taehyung fecero lo stesso, il corvino accavallò le gambe sotto il tavolo sotto lo sguardo di hoseok, che lo stava decisamente fissando da troppo tempo.
"È come se potessi vederlo in questo momento" commentò il corvino.
"Ti avrà sicuramente parlato dei suoi favolosi pancake" disse taetralmente taehyung gesticolando con le mani.

Jimin abbozzò un sorriso, portandosi una mano davanti alla bocca, inclinandosi leggermente per guardare negli occhi entrambi i ragazzi che stavano al suo fianco.
"In effetti me ne ha parlato"
"È il solito" sbuffò yoongi scuotendo la testa da una parte all'altra in senso di disapprovazione.
Seokjin per tutto quel tempo era rimasto in silenzio, a guardare i ragazzi, senza proferire parola.
Mentre i tre erano ancora intenti a parlare delle disavventure di jungkook in cucina, seokjin scioccò la lingua nel palato, mettendo a tacere ogni parola.

"Quanto tempo ti hanno detto che gli rimane, prima di ricevere la buona condotta?".
Jimin preso alla sprovvista, ritrovò quasi immediatamente la sua compostezza.
Scrollò le spalle, giocherellando con la manica della sua felpa.
"Non mi è stato ancora detto, qualche mese, un anno, non lo so".
L'umore del grigio sembrò mutare nuovamente, incupendo il suo sguardo ancora una volta.
"Ho letto la sua cartella clinica, e tutti i suoi valori sono decisamente migliorati in questi ultimi periodi" fece una piccola pausa prima di riuscire a continuare, strizzandosi quasi con le parole in gola, "ha sofferto molto".

Taehyung sentì come una fitta al petto.
Il suo amico, il suo migliore amico, aveva sofferto, e la causa della sua sofferenza era stata anche lui.
Si sentì sprofondare in un abisso senza fine, il respiro si fece pesante nei suoi polmoni e mille brividi di freddo presero il possesso del suo copro.
Jungkook per tutto quel tempo lo aveva aspettato e lui, per la sua codardia, lo aveva abbandonato.

Don't Judge Me  |                                                         JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora