11.

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Jimin si trovava inerme davanti all'uomo. Aveva perso il conto dei secondi in cui era rimasto in apnea dopo le sue parole.

"Signor park.."

Il grigio abbassò il capo fissando la punta delle sue scarpe. Non voleva davvero sapere cosa stava per dirgli.

"Devo farle le mie congratulazioni".

A quelle parole jimin sgranò gli occhi e alzò di scatto la testa.
"C-cosa?" Riuscì a pronunciare quelle parole con molta fatica. Per un momento aveva quasi pensato di svenire.
"Il tuo collega mi ha informato del lavoro che stai svolgendo nell'ala sud".
In quel momento jimin girò lo sguardo verso il suo collega che lo stava guardando con il sorriso. Forse aveva fatto male a giudicare quel ragazzo prima del tempo. Una volta riportati gli occhi verso l'uomo, jimin fece un inchino.
"Grazie signore è un onore per me sentirglielo". Il suo cuore sembrava finalmente più leggero. Jungkook aveva realmente detto la verità a proposito delle telecamere di sicurezza, non lo aveva preso in giro.
"Volevo anche informarla che oggi è il suo giorno libero, si goda la giornata".
Il direttore si rimise apposto il cappello e tirò un piccolo sospiro. "Potete andare" entrambi i ragazzi fecero nuovamente un inchino e uscirono dalla stanza.
Yongyun diede una piccola pacca sulla spalla a jimin. "Hai visto park? Non avevi motivo di preoccuparti". Per la prima volta jimin aveva sorriso a yongyun. Da quando era arrivato non lo aveva mai trattato bene e di questo fu immensamente sollevato.
Una volta salutato, si fece strada verso la sua piccola stanza. Nel suo volto era stampato un piccolo sorriso. Alle parole del direttore aveva davvero temuto il peggio.
Senza rendersene conto raggiunse l'ala sud, le due guardie di sorveglianza gli aprirono la porta e per la prima volta fu felice di mettere piede lì dentro.
Preparò il suo zaino con le cose essenziali, una maglietta di riserva, un paio di pantaloni. Indossò i suoi occhiali da sole preferiti e chiuse delicatamente la zip.
Jimin e jungkook ancora non si erano rivolti la parola. Il grigio aveva volutamente evitato il loro incontro anche quando era passato davanti alla sua cella.
Prima di andarsene si fermò proprio lì davanti e trovò il ragazzo disteso nel letto a dormire.
Stette per qualche secondo ad osservare la scena. Gli tornarono in mente i ricordi di quella notte, il modo in cui jungkook lo aveva toccato, come i loro respiri si erano mischiati.
Quel ragazzo lo stava rendendo pazzo. Si sistemò gli occhiali e prosegui verso l'uscita dello stabile.
Per la prima volta da quando era arrivato nel carcere di massima sicurezza si sentiva finalmente libero.
La prima cosa che fece fu sbloccare il telefono e chiamare il suo migliore amico, hoseok.

Hoseok e jimin erano amici d'infanzia. Le loro famiglie si erano conosciute in una vacanza a Malta nell'ormai lontano 2013 e da lì i due erano diventati inseparabili.
Solo dopo due squilli l'amico rispose.

"Jiminie!! Finalmente! ma dove eri sparito? Ci lavori o ci sei finito dentro al carcere?" Hoseok rise rumorosamente e il ragazzo fu costretto ad allontanare il microfono dal suo orecchio.
"Hobi scusa se sono sparito, ma mi è proibito tenere il telefono a lavoro". Il rumore della sua risata gli era mancato davvero molto. Inconsciamente sorrise fra sé e sé mentre aspettava la navetta fuori dal carcere.
"Mi sei mancato jiminie, dobbiamo assolutamente vederci" il ragazzo fece una piccola pausa e poi riprese a parlare.
"Ho trovato questo posto in periferia di Busan vedrai ti piacerà, ho anche conosciuto un ragazzo in quel locale jiminie devi proprio conoscerlo!".
Jimin rise all'affermazione del suo amico pensando al fatto che anche lui aveva conosciuto un ragazzo. Solo che non era né in un locale né tantomeno avrebbe avuto modo di conoscerlo.
Vide in lontananza la navetta avvicinarsi e fermarsi proprio davanti a lui.
"Va bene va bene, sono da te verso le 20, ok?" Prese posto in un sedile e sistemò il suo zaino accanto a lui.
"D'accordo jiminie, vedi di farti bello stasera" ghignò l'amico dall'altra parte del telefono.
Jimin sbuffò rumorosamente "ah-ah divertente, ci vediamo dopo hobi"
Non fece a tempo a sentire la risposta dell'amico che riattaccò subito dopo aver pronunciato quelle parole.
Sorrise e poggiò la testa al finestrino della vettura godendosi il panorama che finalmente stava cambiando.
Per lunghi interminabili giorni aveva visto solo cemento intorno a lui, e alla sola vista degli alberi si sentì finalmente lontano da quel terribile posto. Non poté però fare a meno di pensare a jungkook. Al modo in cui era costretto a vivere dentro quelle quattro mura.
Si stava immaginando come sarebbe stata la sua vita se il loro primo incontro fosse stato differente, magari in un bar o in un locale come qualsiasi altra coppia normale.
Come si sarebbe svolta in uno scenario differente.
Lo avrebbe presentato sicuramente a hoseok e lo avrebbe tempestato subito di domande riguardanti il suo passato.
Sarebbero usciti insieme al parco o magari al cinema. Magari avrebbero passato tutte le notti insieme abbracciati guardando film e mangiando schifezze.
Quei pensieri gli fecero quasi male al cuore. Sospirò e senza rendersene conto cadde in un profondo sonno.

Don't Judge Me  |                                                         JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora