13.

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Assassino...


Non si muove, rimane lì guardandoci a distanza.

I miei occhi si posano sulla sua mano sinistra, dove tiene una pistola.

Riesco a sentire il suo sguardo su di me, anche se non riesco a vedere i suoi occhi.

Finalmente sei qui.

Non vivrò più circodata dalla paura, il momento decisivo è arrivato, e anche se sono terrorizzata, una parte di me ha bisogno che tutto questo finisca, nel bene o nel male.

Sopravvivere non è abbastanza, voglio vivere.

L'assassino inclina la testa da un lato, il suo movimento è a malapena visibile nell'oscurità. So che devo muovermi, scappare, urlare, ma il mio cervello non sembra reagire.

Poi, Jihye mi afferra il braccio. -Cazzo, cazzo! Dobbiamo andarcene da qui.-

Faccio un passo indietro con lei e il killer raddrizza la testa, alzando la pistola e puntandola verso di noi.

-Corri!-

Jihye mi tira il braccio e corriamo velocemente nel corridoio, con i nostri cuori che battono disperatamente, bocche secche e respiro pesante.

Lo prego mentalmente di non sparare, mentre aspetto di sentire il dolore del proiettile trafiggermi la schiena a ogni momento.

Ma quando non lo sento, mi giro e lo vedo; cammina lentamente verso di noi.

Perchè è così sicuro sul fatto che non scapperemo? Non sembra avere fretta.

Corriamo verso la porta sul retro, ma è chiusa.

-No, no, no!- Jihye comincia a calciare la porta più volte.

Disperata, vedo le scale che portano al secondo piano vicine a noi, e senza pensarci due volte, le afferro la mano e salgo le scale, correndo il più velocemente possibile.

I nostri respiri accelerati eccheggiano, i nostri cuori battono più velocemente.

Il mio cuore sta per collassare quando raggiungiamo il secondo piano, vuoto.

Dove sono tutti?

-Non riesco a respirare.- Si tiene il petto. -Non riesco.-

Le prendo delicatamente il viso, i suoi occhi sono pieni di lacrime.

-Jihye, guardami. Staremo bene, okay? Dobbiamo solo trovare un posto dove nasconderci e staremo bene.-

Anche se non credo alle mie stesse parole, devo calmarla.

Attraversiamo il secondo piano, cercando di aprire le porte, ma sono tutte chiuse a chiave.

Ma poi mi ricordo.

Yoongi.

Forse può aiutarci, sento che potrebbe avere una buona idea su come scappare da questo posto.

-La camera 28 è dalla parte dei ragazzi.-

-Cosa?- Sussurra Jihye, continuando a guardare dietro di noi, l'assassino non è ancora arrivato.

Corro verso la porta che conduce all'ala maschile, sperando che sia aperta, e lo è.

Entriamo e cominciamo subito a cercare il numero della sua stanza.

25, 26, 27...

28.

Quando mi fermo davanti alla porta, però, i miei occhi si spalancano in shock.

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