2.

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«Ti ho trovato.»

Mi congelo sul posto, il ragazzo col cappuccio è lì, davanti a me, non mi aspettavo di vederlo.
Ho così tante domande da chiedergli, ma le parole non mi escono dalla bocca.

I suoi occhi neri sono più ipnotici da vicino.
Per una strana ragione, il mio cuore comincia a battere forte e abbasso il viso, cercando di evitare il suo sguardo.

«Y/N.»

Lo guardo sorpresa.

«È il tuo nome, giusto?» Dice sorridendo.

«Come sai il mio nome?»

«Lo so e basta.» Alza le spalle.
«Devo dirlo, non sei molto brava a nasconderti.» Dice con freddezza «Ma sei brava a nascondere quello che provi.»

Aggrotto le sopracciglia, confusa.
«Che cosa vuoi?» Gli chiedo, ricordando che mi ha trovato e che può chiedermi di fare qualsiasi cosa.

Lui inclina la testa da un lato, prima di avvicinarsi. Il suo profumo mi invade il naso. È molto buono.
«Che cosa voglio?» Chiede, mentre lentamente comincia a camminare intorno a me in cerchio.

Mi sento come una preda che sta per essere mangiata dal suo predatore.
Improvvisamente si ferma dietro di me, posso sentire il suo respiro caldo sul mio collo.

«Cosa puoi offrirmi, Y/N?»

Deglutisco a fatica.
«Dimmi cosa vuoi così posso tornare a dormire.»

Comincia a camminare ancora, ma questa volta si ferma davanti a me.
«Penso di sapere cosa voglio.»

«Che cosa?» Chiedo seccata.

«Voglio che tu sia onesta con me per cinque minuti.»

«Come?»

«Ho delle domande da farti e ho bisogno che tu mi dica la verità e che tu sia onesta con le tue risposte.»

«È tutto?» Gli chiedo confusa.
Pensavo mi avrebbe chiesto di fare qualcosa di imbarazzante o perverso, ma immagino di essermi sbagliata.

Lui annuisce.
«Okay, puoi chiedere.» Incrocio le braccia al petto.

«Hmm, come ti senti, Y/N?» 

La sua domanda mi coglie di sorpresa.
«Sto ben..»

«Ricorda, niente bugie.» Mi interrompe.

«Mi sento... Io sono...»

«Triste? Arrabbiata? Depressa?»

Abbasso lo sguardo verso le mie mani che stringo nervosamente.
Non ha nessun motivo per chiedermi questo.

«Questo è assurdo. Non devo farlo, non puoi forzarmi a rispondere.»

«Perchè non affronti quello che senti?» 
Si avvicina a me.
«O lasci che quel sentimento cresca dentro di te fino a quando proverai di nuovo a commettere suicidio?»

I miei occhi si spalancano in shock.
«Chi diavolo pensi di essere?»
La rabbia comincia a crescere dentro di me.

Chi pensa di essere per parlarmi così riguardo la mia vita?
«Dovrei andare.» Dico mentre mi giro e comincio a camminare.

«Si, scappa, è quello che fai sempre, no?»
Smetto di camminare e mi giro verso di lui.

«Sta zitto! Tu non sai niente della mia vita, tu non sai niente di me! Lasciami da sola e basta.»

Lui sorride ancora.
«So e ho visto abbastanza.»

«Tu sei pazzo!»
«E tu sei una codarda.»

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