Isn't it lovely?

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I hope some day I'll make it out of hereEven if it takes all night or a hundred yearsNeed a place to hide, but I can't find one nearWanna feel alive, outside I can fight my fear

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I hope some day I'll make it out of here
Even if it takes all night or a hundred years
Need a place to hide, but I can't find one near
Wanna feel alive, outside I can fight my fear

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Sarà stata l'adrenalina. Sarà stato l'orrore di quella situazione. Saranno stati quei malefici ricordi.

O forse sarà stato che io, Jeon Jungkook, sono troppo codardo anche per smettere di vivere.

-"Ti prego fermati!"- urlai, prima di cadere in un profondo nero.

Il mio non fu un bel risveglio.

Ero frastornato, la testa dolorante; avevo la nausea, lo stomaco sottosopra.

Anche le mie narici, non percepirono il buon odore di lavanda fresca che la camera 845 aveva, ma inalava solo aria intrisa di fumo che aleggiava l'intera suite in una nube densa.

E a quanto pare non ne ero per niente abituato.

Mi sedetti di colpo iniziando a tossire forte. Potei percepire lievemente il balzo che il ragazzo al mio fianco fece per la mia entrata improvvisa.

Taehyung si alzò dal letto su cui eravamo entrambi poggiati, e senza dire una parola, probabilmente sbuffando semplicemente, aprì un'anta della vetrata che dava su tutte le luci della città.

Ripresi a respirare, o almeno feci quello che potei: tra fumo e agitazione.

-"Che ore sono?"- fu la prima cosa che mi venne da chiedere.

"04:27." Rispose secco lui.

Deglutii.
Percepii subito la tensione che c'era nell'aria, ed ero sicuro che di lì a breve le cose non si sarebbero messe bene per me.

-"Perdonami."- balbettai come un tonto. -"Non ricordo bene cosa è accaduto questa notte..."- mentii. Anche se era vero che dentro la mia mente era tutto sfocato ed ovattato, tanto da farmi sentire irrequieto.

Il maggiore prese a guardarmi con un sorriso palesemente sarcastico stampato in viso. "Ah se vuoi ti ravvivo io la memoria." Aveva assunto un tono divertito, ma era evidente che egli non lo fosse, era chiaramente irritato: infatti, prese a camminare avanti e indietro davanti al letto su cui ero ancora sdraiato, una mano poggiata sotto al mento e la testa piena di chissà quali pensieri che voleva sbottare.

"Sai questa notte," -cambiò tono ed espressione in una più seria e da falso compassionevole- "Il piccolo Jungkook, nel pieno del suo lavoretto, è svenuto." Finì, mettendo su un finto broncio continuando a guardarmi.

Proseguì il suo discorso, questa volta irrigidendosi: addirittura potei scorgere la vena del suo avambraccio gonfiarsi a poco a poco, e il tono questa volta era gelido. Niente finti bronci o sorrisetti.

ʜᴀᴘʜᴇᴘʜᴏʙɪᴀ || ᴊᴊᴋ ; ᴋᴛʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora