"I never stood a chance, my heart has frozen over
And I feel like I am treading on thin ice, and I'm going under."-
L'alba.
L'alba a schiarare il cielo. L'alba a schiarare la mia mente.
Era quella luce, era quel silenzio, era quella quiete. Era il sorgere del sole che mi ricordava ogni giorno che anche io fossi vivo. Io vivevo solo quando il resto del mondo era dormiente.
Erano le 6:30, il momento della giornata che preferivo.
Quel giovedì lo iniziavo al fianco di Taehyung.
Taehyung, il bellissimo Taehyung. Il ragazzo che non potevo chiamare per nome. La sua Jaguar nera, i suoi movimenti delicati, la sua aura che sembrava alle volte deformare le leggi spazio-tempo.Ed io invece, io ero semplicemente l'oggetto di Taehyung.
-"Scendi?"- fece improvvisamente, come a svegliarmi dal mio sonno ad occhi aperti.
Talmente assorto nei miei pensieri, nelle mie preoccupazioni, nelle mie paranoie, che neanche mi ero accorto che l'auto si fosse fermata.
Dove mi aveva portato Taehyung?
Scesi, senza fare parola: avevo già finito tutte quelle che avevo a disposizione.
Un bellissimo hotel davanti a me. Non avevo domande, era tutto chiaro: tutto chiaro da quando mi era venuto a prendere.
"Jungkook, guarda in faccia la realtà." Mi ripetevo. "Jungkook, dietro tutto quello che fa c'è un secondo fine." Mi convincevo. "Jungkook, tieni duro." Mi pregavo.
Taehyung camminava avanti, io mi limitavo solo a seguirlo, solito volto basso; solita paura; solito muro di carta pesta davanti a me.
Camera 307. Seconda camera, secondo hotel, secondo confronto.
Entrammo. Taehyung non esitò a sdraiarsi sul letto, e non so se era quell'atmosfera, non so se era il sangue che pulsava sempre di più nelle vene, ma il suo volto sembrava improvvisamente cambiato.
Lo sguardo più tagliente. Occhi velati da una patina opaca. Denti stretti. Mascella accentuata. Espressione fredda come il ghiaccio, eppure diabolica come quella di un diavolo tra le fiamme.
Respira.
Prese la mia mano e mi poggiò sul letto.
Sbottonò la sua camicia, poi tolse la mia maglietta.
-"Se continui a nasconderti sotto questi vestiti larghi, finirai per scomparire."- sussurrò. I nostri volti vicini.
Respira.
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ʜᴀᴘʜᴇᴘʜᴏʙɪᴀ || ᴊᴊᴋ ; ᴋᴛʜ
Fanfiction私に触れます. touch me. •L'afefobia o aptofobia (dal greco ἄπτω "toccare" e φόβος "paura") è una fobia che comporta grande disagio, se non repulsione, nei confronti del contatto fisico (sia dato sia ricevuto).• 🌸 All rights reserved || koreanhoe