"Levi, è la terza volta oggi, dovresti tornare a casa", mormorò Erwin, lasciando alcuni baci sulla spalla sudata del suo amante, completamente nudo e sulle sue gambe.
Le cosce del più piccolo gli avvolgevano i fianchi e il suo bacino ondeggiava, cercando di provocarlo."Pensavo mi volessi", sussurrò, avvolgendo le braccia attorno al collo ancora umido di sudore di Erwin. A quel punto fece forza sulle proprie cosce e fece unire ancora una volta i loro bacini, sfiorando il suo membro con il proprio.
Ormai Levi passava le giornate così, avvinghiato al corpo del suo compagno di lavoro, cercando di dimenticare il proprio tormento con del sesso. E c'erano volte in cui passava svariate ore a casa sua, nei momenti in cui il desiderio di Eren si faceva insopportabile.
Vederlo a casa propria con l'umore sotto i piedi era una sofferenza anche per lui che si era legato così tanto a quel ragazzo. Si parlavano pochissimo e spesso discutevano per le cose più stupide. Poteva dire quasi con certezza che lo facesse di proposito, per cercare una sua qualsiasi reazione.
E Levi si tratteneva, rimanendo impassibile mentre il suo cuore si spezzava sempre di più sotto allo sguardo sofferente di Eren. Ancora qualche mese, mancava poco, si ripeteva.E quel giorno era peggio degli altri. Eren era di pessimo umore, se n'era accorto di prima mattina mentre facevano colazione nella piccola cucina.
"Levi, possiamo parlare? Per favore", aveva mormorato all'improvviso, lasciando quasi cadere il cucchiaio nella sua tazza piena di cereali colorati.
Levi si alzò velocemente dal tavolo come se si fosse scottato dal fuoco creato da Eren."Sono in ritardo. Se vuoi un passaggio, muoviti a mangiare", borbottò, rimettendo a posto ciò che aveva usato per fare colazione.
"Ti prego...", sussurrò il giovane, sentendo il proprio stomaco chiudersi davanti alla lontananza che avvertiva tra lui e Levi.
L'uomo strinse il bordo del bancone fra le dita nel sentire la voce flebile del ragazzo. Avrebbe voluto fare qualsiasi cosa per migliorare il suo umore ma non poteva, non doveva legarsi ancora di più a lui.
Lo ignorò e andò in salone per cercare le chiavi dell'auto, aspettando che Eren finisse di mangiare per poterlo accompagnare a scuola.Si era presentato a lavoro ma dopo poco era fuggito con Erwin a casa sua, facendosi prendere direttamente sul divano ben due volte.
Voleva mandare via la mancanza di Eren, perdendosi in ondate di piacere che gli facevano dimenticare anche il suo nome.
Fare sesso con Erwin era totalmente diverso rispetto al farlo con il ragazzo. Non c'era innocenza, non c'era purezza, non c'era dolcezza. Era fatto di potenza, spinte rudi, graffi e morsi. Levi voleva che non si trattenesse, voleva che fosse diverso rispetto al sesso con Eren. Non voleva pensare al ragazzo, a quanto fosse stato bello sentire i suoi baci mentre tratteneva i gemiti, sentire le sue mani che cercavano di toccarlo per avvicinarlo a se.
Invece le mani di Erwin erano diverse, rudi sul suo corpo, lo afferravano per poter spingere con decisione dentro di lui. Lo voleva in modo animalesco, brutale.
E a Levi andava bene così perché non desiderava una scopata gentile ma una che gli impedisse di pensare lucidamente."Dico sul serio, smettila", sospirò l'uomo, afferrando una natica dell'amante, stringendola con forza fra le dita.
"Se mi tocchi così penso che tu non sia serio", mormorò languidamente, infilando le dita pallide tra le ciocche bionde di Erwin. Riprese a far strofinare i loro fianchi, inarcando la schiena quando avvertì la semi erezione dell'altro premere sulla sua pelle ancora sensibile.
Erwin sbuffò ma ormai era davvero troppo tardi per rifiutare, non quando la persona di cui era praticamente innamorato da anni si stava strusciando in modo così sensuale sopra di lui. Inoltre sapeva bene che Levi non avrebbe mai ricambiato e, dopo la partenza di Eren, lo avrebbe mollato. Ma lui lo accettava, era sempre stato il suo punto debole da quando lo aveva incontrato per la prima volta: un ragazzo dall'aria severa, dedito solo allo studio. Non poteva rifiutarlo, se la sarebbe vista più tardi con il proprio dolore.
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Riren// That damn student
FanfictionNon appena chiuse gli occhi iniziò a pensare a diversi modi per provocare Levi. Avrebbe potuto dire qualcosa di sconcertante per lasciarlo senza parole, o magari girare nudo per casa o cercare un contatto fisico con lui. La verità è che Levi gli sem...