Eren prese posto nel tavolo già occupato dai suoi amici di scuola. Si erano stretti sugli unici posti liberi e lui fu costretto a sedersi accanto a Jean.
Le lezioni erano appena finite e le vacanze estive appena cominciate, segno che a breve Eren avrebbe fatto ritorno in Germania."Allora, ci state per una festa stasera?", propose Connie, portando il suo sguardo entusiasta sugli altri ragazzi.
Tutti quanti annuirono. Mentre parlavano di dove organizzarla il telefono di Eren iniziò a vibrare più di una volta.
Lo prese dal tavolo per leggere i messaggi: era Levi. Sorrise fra se e se, facendosi beccare da Jean che sbuffò stizzito. Non era ancora passato sopra la cosa ma dopo un po' di tempo era riuscito, almeno, a scambiare due parole con Eren."Ci stai ancora assieme? Non dovrebbe essere vietato?", domandò a bassa voce, sollevando un sopracciglio. L'altro bloccò velocemente il telefono e sospirò leggermente. Avrebbe voluto parlarne da un'altra parte.
"Lo è, ma non posso farci nulla", sussurrò e decisi di alzarsi per andare a chiamare Levi che gli aveva scritto più volte per sapere dove si trovasse.
Jean decise di seguirlo, catturando delle occhiate da parte dei loro compagni."E addio alla coppietta", commentò Historia.
"Non si frequentano più", si lasciò sfuggire Marco, beccandosi occhiate curiose da parte degli altri.
"E tu come lo sai?", chiese Connie, ridendo quando l'amico arrossì notevolmente prima di balbettare una risposta.
"Beh io... siamo m-molto amici."
Nel frattempo Eren e Jean uscirono dal bar e il primo, avendo notato la sua presenza, decise di intraprendere un discorso che avrebbe chiuso la questione una volta per tutte.
"Senti Jean, mi dispiace davvero per ciò che è successo fra noi. Ho cercato di farla funzionare ma non posso comandare i miei sentimenti", disse nervosamente, infilando il telefono in tasca, nonostante stesse ancora vibrando per i messaggi di Levi. Quell'uomo si preoccupava fin troppo.
"A me sembra che tu mi abbia usato", borbottò l'altro, incrociando le braccia al petto.
Eren si mordicchiò il labbro inferiore, cercando le parole giuste da usare. Non voleva perdere il rapporto con Jean."So bene quanto possa sembrare così. E so quanto sia sbagliato stare con... lui, per questo credevo che potessi provare qualcosa per te", cercò di spiegare, "Dio, suona come una scusa idiota ma non eri un ripiego, mi trovavo davvero bene con te ma solo come amici, ecco."
"Sei un dannato bastardo", sentenziò Jean.
"Lo so e mi dispiace, sul serio. Potremmo chiarire o sono davvero imperdonabile?", sospirò il ragazzo, poggiandosi al muro del bar, cercando di non pensare a quanto caldo facesse quella mattina.
"Dio, si, sei insistente. Ma non fare cazzate perché è la tua ultima possibilità", gli rispose dopo un po', puntandogli un dito contro per poi rientrare dentro.
A quel punto Eren potè chiamare Levi per fargli sapere perché non fosse ancora rientrato.***
Il ragazzo tornò a casa a pomeriggio inoltrato. Era giugno e le giornate erano lunghe dunque il sole era ancora alto nel cielo, rendendo fin troppo alte le temperature.
Dentro casa c'era l'aria condizionata, fortunatamente, ed Eren quasi sospirò di sollievo quando mise piede all'interno. Si sentiva stanco e accaldato, avrebbe volentieri dormito.Chiuse la porta e si sfilò le scarpe, camminando lungo il salone per capire dove si fosse nascosto Levi. Si affacciò anche nel suo studio, trovandolo vuoto e silenzioso.
Arrivò fino alla cucina, perfettamente pulita e ordinata. Sentì qualche imprecazione provenire da fuori così si affacciò nel piccolo giardino dell'abitazione.
STAI LEGGENDO
Riren// That damn student
FanficNon appena chiuse gli occhi iniziò a pensare a diversi modi per provocare Levi. Avrebbe potuto dire qualcosa di sconcertante per lasciarlo senza parole, o magari girare nudo per casa o cercare un contatto fisico con lui. La verità è che Levi gli sem...