I viaggi in aereo furono terribili. Eren e Levi a malapena si parlavano nonostante avessero i posti vicini e morissero di noia.
Era come se si fossero lasciati senza neanche stare assieme e quindi avevano bisogno del tempo per metabolizzare la cosa, per abituarsi alla loro nuova situazione.Arrivarono a Cluny di notte, sentendosi esausti e affamati. E anche piuttosto infreddoliti per colpa del clima ben diverso dall'Egitto.
Entrarono nella casa di Levi in silenzio, non avendo voglia di spiccicare parola poiché troppo tormentati dal pensiero di dover dormire da soli dopo tanti giorni.Eren raggiunse la sua camera, trovandola in disordine come l'aveva lasciata. A lui non dispiaceva l'ordine, anzi, lo preferiva. Ma quando si trattava del proprio spazio personale non gli interessava più di tanto, almeno fino al momento in cui sentiva l'esigenza di pulire.
Non era quello il caso. Era come stare sulle montagne russe dove le emozioni si susseguivano veloci, si incastravano fra di loro e lo lasciavano senza fiato.
Era troppo immerso nei suoi pensieri per anche solo avere l'idea di mettere in ordine. Così abbandonò la valigia vicino al muro e iniziò a spogliarsi per poi lanciarsi nella doccia, lavando via la sensazione dei baci di Levi ancora presente sulla sua pelle.
Andò a dormire con i capelli ancora umidi e spettinati, cercando sollievo in un sonno senza sogni.I giorni seguenti non furono meglio ma neanche peggio. Era tornati nella solita routine. Le lezioni e il lavoro erano ricominciati ed erano anche delle ottime distrazioni per non pensare ai giorni in Egitto.
I momenti a casa erano silenziosi, interrotti da semplici domande di circostanza. Levi aiutava ancora Eren con lo studio ma sembrava che qualcosa lo trattenesse dal raccontare i fatti storici con la sua solita passione. L'uomo temeva, infatti, di crollare davanti agli occhi colmi di meraviglia del giovane. E allora non avrebbe resistito e lo avrebbe baciato e poi chissà che altro.
Cercava di non dargli la possibilità di emozionarsi poiché la situazione era già difficile anche quando non si parlavano.
Ben presto arrivò febbraio e le temperature fredde iniziarono a sollevarsi così come le giornate si allungarono.
"In Germania c'è la neve fino ad aprile, certe volte", mormorò Eren, comodamente seduto su una poltrona del salone mentre guardava fuori dalla finestra. Era calato il buio da un po' e sulle stradine di quella zona si erano accesi i lampioni, colorando di luce aranciata le vie.
Levi stava leggendo poco lontano, cercando di non posare troppo lo sguardo sul ragazzo.
Eren era bello, ormai lo aveva ammesso anche a se stesso, e i momenti in cui lo era di più erano quelli casalinghi. Indossava una maglietta stropicciata, dei pantaloncini in tuta, le sue solite calze terribili - era una foglia di marijuana quella? - e aveva i capelli scompigliati come al solito."Non possiamo parlare di qualcosa? Mi annoio", borbottò nuovamente, cambiando posizione, sistemando entrambe le gambe su un bracciolo mentre teneva la schiena poggiata all'altro. Allungò le braccia verso l'alto per stiracchiarsi e lasciò cadere la testa all'indietro. Le ciocche castane si spostarono verso il basso e il suo collo rimase esposto agli occhi di Levi. Da quanto non baciava quella pelle liscia e calda?
"Sto leggendo, moccioso, chiama qualche tuo amico", si innervosì l'uomo, non tanto perché Eren lo stesse infastidendo, ma perché avrebbe parlato con lui con piacere, mandando all'aria i propositi che avevano stabilito.
"Uhm, non mi va, voglio parlare con te. Non mi racconti qualcosa sulla da troppo tempo", sospirò prima di alzarsi con un balzo. Levi sentì i suoi passi sempre più vicini per poi accorgersi del tonfo sul divano, segno che il ragazzo si fosse seduto lì vicino.
Poteva sentire il suo odore, il suo respiro caldo mentre si sporgeva per capire che libro stesse leggendo.
Dio, si sentiva totalmente destabilizzato, non riusciva neanche a girare la pagina senza che le dita gli tremassero.
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Riren// That damn student
FanficNon appena chiuse gli occhi iniziò a pensare a diversi modi per provocare Levi. Avrebbe potuto dire qualcosa di sconcertante per lasciarlo senza parole, o magari girare nudo per casa o cercare un contatto fisico con lui. La verità è che Levi gli sem...