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E' una calda giornata di settembre, i raggi del sole picchiano insistentemente come delle fruste roventi sulla mia pelle, ormai l'estate è  finita, eppure questo tempo afoso non ne vuole proprio sapere di andare via

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E' una calda giornata di settembre, i raggi del sole picchiano insistentemente come delle fruste roventi sulla mia pelle, ormai l'estate è finita, eppure questo tempo afoso non ne vuole proprio sapere di andare via. Tra poco ricomincia l'università, ma il pensiero di dovermi sorbire otto ore di lezioni con questo caldo torrido, mi fa sudare internamente. Sento i miei passi che si affaticano sempre di più e in lontananza il suono delle cicale che in certo senso mi rilassa tanto da farmi battere la fiacca.

:- AREUM!!!!-
Oh, no.
:-Kim Areum, quante volte devo riprenderti ancora? Sbrigati con questi scatoloni, non siamo nemmeno a metà dell'opera e già ti sei fermata 20 volte!-

Oltre al caldo e alla fatica di dover portare tutti questi scatoloni pieni zeppi di roba nella nostra nuova casa, ci si mette anche lei, Suji, la mia migliore amica nonché mia coinquilina. Dopo esserci laureate in legge alla Korea University, in tre anni esatti, adesso stiamo traslocando in una casa più grande per ricominciare con la specialistica: io in International Law mentre lei nel campo civilistico. La nostra vecchia casa era troppo piccola per le nostre esigenze; la nuova è immensamente grande in un palazzo alto 9 piani, noi eravamo al settimo, l'avevamo presa in affitto guadagnandoci ogni singolo centesimo da sole facendo dei lavori part-time, era il nostro piccolo segreto, ma ogni fine settimana, dal venerdì alla domenica sera, lavoravamo come maid in un cafè giapponese qui in Corea.
La paga è ottima, l'unica pecca sono quei trogloditi che ogni volta che entrano nel bar ti squadrano dalla testa ai piedi con uno sguardo che a volte mette i brividi. Non credo mi abituerò mai a quegli sguardi, mi fanno sentire...nuda in un certo senso. Purtroppo è l'unico lavoro che abbiamo trovato disponibile nel fine settimana che non ci tolga tempo allo studio. Ovviamente non vogliamo che lo scopra nessuno, sarebbe frustrante se qualcuno che conosco mi vedesse con quei vestiti addosso, non so perché, ma già avere gli occhi puntati di quegli uomini senza cervello mi imbarazza, figuriamoci di qualcuno che conosco, ho paura che non verrei più presa sul serio. A Suji invece sembra non interessare per niente. Siamo totalmente diverse in tutto, lei è dolce e ingenua, ma quando si arrabbia si trasforma i una belva feroce, io invece me ne sto sempre sulle mie, riesco a tenere testa a tutti perché è questo quello che fanno i veri avvocati, anche se ammetto che sotto sotto ho un mio lato debole che non ho mai lasciato trapelare.

Erano passate due ormai e il grosso era stato portato tutto di sopra: pentole e stoviglie, la sedia girevole che il papà di Suji le aveva regalato insieme alla scrivania enorme ,fra l'altro, i manuali di diritto (che pesavano più di qualsiasi altra cosa) e gli scatoloni pieni di vestiti e cianfrusaglie che avevamo in camera. Nella nostra vecchia casa avevamo la camera doppia e c'erano altre due coinquiline, adesso avevamo un intero appartamento per noi con due camere separate, e per quanto mi facesse strano no averla più in camera con me, da un'altra parte ero felice che finalmente avrei avuto i miei spazi.
L'appartamento era enorme, spazioso e luminoso infatti la prima cosa che balzava agli occhi era la vetrata in salone, un'immensa vetrata che dava sul cortile verde del palazzo con le tende aperte ambo due i lati. I divani a isola bianchi con tanto di televisione a schermo piatto incastrata nella parete. La cucina era anch'essa spaziosa con tutti i confort possibili e immaginabili, e noi come due allocche c'eravamo portate dietro pentole e pentoloni.

Bad Neighbour// M. YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora