Speciale di Natale

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Siamo a Dicembre e per il momento mi prenderò una pausa festiva. Per chi aspettava il continuo non dovrà preoccuparsi. Uscirà un capitolo il 25 Dicembre e un altro l'1 Gennaio per poi riprendere normalmente il 4 Gennaio. Quindi ci saranno due capitoli in una sola settimana. Vi ringrazio tanto per il supporto in questi mesi e ne approfitto per farvi i migliori auguri di Natale e di Capodanno. Per non lasciarvi a bocca asciutta ho deciso di scrivere questo piccolo speciale di Natale. Ci vediamo!

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La neve era timida quella notte e ancora non era riuscita a lasciare il suo segno sul terreno. Il calore delle case respingeva la gelida aria invernale.

Aurora non adorava passare il suo tempo libero con la famiglia. Eppure non poteva rinunciare alle feste di fine anno. Seppur di cultura differente, a loro piaceva festeggiare il Natale. Era una scusa che la famiglia adottava per incontrare tutti i parenti in giro per l'Europa.

Anche se l'apocalisse aveva cambiato molto l'idea che si aveva delle religioni, queste feste prima di essere religiose erano una tradizione. Molti furono quelli che preferirono diventare atei come affronto al creatore, se c'è ne fosse stato uno, e molti altri vedendone la realtà delle sue profezie diventarono ferventi credenti. Le religioni ormai non erano più la stessa cosa e molto cambiò dopo duecento anni. Le feste però rimasero un modo per stare in compagnia e staccare dagli incessanti orari di lavoro per chi non viveva di solo reddito governativo.

Aurora riusciva ad apprezzare quei momenti familiari perché, influenzati da quell'aria di festa, nessuno si sarebbe permesso di rovinare la gioia di quella riunione.

Anche Jürgen stava festeggiando, non con i suoi parenti, ma con i suoi colleghi. Dopo ore passate a bere era facile ridere, filosofeggiare sulla vita e sul valore che avevano le feste nella società contemporanea. Dopotutto, sia per gli antichi occidentali che per quelli orientali, il vino era ciò che permetteva di elevarsi a discorsi impegnati.

Così entrambi, distanti kilometri, festeggiavano e si divertivano. E lo fecero con grande stile. Si impegnarono al massimo per dimenticare la pesantezza e la responsabilità del loro lavoro.

Lei che si trovava seduta al tavolo con tutti i parenti, fece per prendere una fetta di pastilla e notando lo sguardo di suo padre si sentì scoperta. Come se capisse nel profondo quello che stava passando, ma il padre non disse niente. La guardò e dopo un po' le sorrise. La aiutò avvicinando il piatto di pastilla e lei ne prese una fetta.

Jürgen invece si domandò ogni tanto cosa stesse facendo Aurora, lei, che pensava solo al lavoro, la immaginava tutta imbronciata a tavola. Si mise a ridere e con lui i suoi colleghi. Le voleva bene dopotutto, e se ne rese conto sorridendo.

L'unico a rimanere solo fu Wen, in una piccola stanza che, lasciata in abbandono, sembrava ricordare una cella di qualche luogo sconosciuto all'uomo. Per lui il natale non significava niente. Era solo una festa nata al solo scopo di fare soldi, che promuoveva all'acquisto di beni di breve durata. Lui, che udiva schiamazzi lontani chilometri, sentiva la gioia delle persone intorno a lui, e per un po', si domandò come stessero i suoi genitori.

Così, quel giorno di neve passò, e tutti tornarono a pensare alle loro resposabilità e i loro doveri.

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