9 - L'angelo Parte 2

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Agata che si stupì di quella domanda, rispose, saziando la curiosità di Jürgen.

-Non quello reale ovviamente, il suo nome sarebbe impronunciabile per noi, è solo quello che gli abbiamo affibiato, anche se a lui non piace particolarmente.

-Capisco.

Disse Jürgen rattristato.

-Con un'intelligenza del genere mi domando se non si senta limitato in quella stanza. Può uscire?

-No, non può uscire a meno di casi particolari.

-Cosa mangia?

-Qui, niente. Abbiamo scoperto che mangiando proteine e fibre aquisiscono una forza sovrumana ben superiore a quella che hanno di solito. Riescono a sopravvivere senza mangiare, anche se dobbiamo ancora capire come facciano ad assimilare i nutrienti necessari per il loro corpo, sempre che ne assumano.

Ad Aurora, che seguiva distrattamente quella conversazione fra loro due, venne un dubbio, nato in quella sua mente che non lasciava spazio a fantasie, ma vedeva sempre il lato pratico delle cose:

-Mi domando, se avete angeli vivi in grado di parlare una lingua comprensibile per noi, sbaglio a pensare che abbiate provato a estorcere informazioni sensibili?

-Non potrei dirlo, però se vi può essere di aiuto, non posso negare che ci abbiamo provato. Peccato che le normali tecniche di tortura non funzionino con loro e anche quelle più avanzate escogitate apposta per esseri come Enoch, non hanno dato i loro frutti. Sanno conservare le informazioni a qualunque costo. Abbiamo capito che era inutile torturarli, ottenevamo solo l'effetto contrario. I soggetti non collaboravano più e divenivano inutilizzabili. Molti, dopo averli torturati li abbiamo dovuti sopprimere. Erano molto più utili da morti che da vivi.

Jürgen rimase sconcertato nel sentire parole così terribili uscire dalla calma bocca di Agata.

-Questo è disumano.

Agata che comprendeva la repulsione di Jürgen cercò di dare le sue ragioni:

-Hanno perso una guerra che hanno iniziato loro, è nostro compito assicurarci che non succeda più, a qualunque costo.

-E quelli vivi?

Chiese Aurora cercando di capirne di più.

-Sono i nostri soggetti più preziosi. Assecondarli quanto più possibile ci aiuta ad avere ottime informazioni.

Aurora però cercava -diffidente com'era- di apprendere il comportamento degli angeli:

-Se sono così intelligenti, non lo staranno facendo perché gli siamo simpatici.

-Lo so, lo fanno perché sanno che dandoci poche informazioni superflue ci accontentano abbastanza da lasciarli in vita e nel mentre possono studiare meglio la nostra cultura, per capirci più a fondo e scoprire i nostri punti deboli.

Quello che Agata le aveva detto era esattamente ciò che temeva Aurora. E se tenerli qui dentro non fosse più un pericolo che una sicurezza?

Agata, che fino a quel momento si era divertita, ricordò agli ospiti quale fosse lo scopo della loro visita.

-Ecco, questo è l'audio che abbiamo trovato in uno degli enigmi dell'assassino. Da quello che Jürgen mi ha spiegato dovrebbe esserci contenuta la voce di un angelo che parla, solo che non sappiamo come tradurla.

-Forse posso aiutarvi, seguitemi nell'altra sala.

Mentre camminavano, Jürgen, che era straripante di domande, morì dalla curiosità di sapere di più.

-Come avete intenzione di tradurlo? Siete già riusciti a decifrare il linguaggio degli angeli?

-Quello che sappiamo del linguaggio degli angeli è davvero poco, come ben sa è molto complicato. Pur condividendo una struttura linguistica simile alla nostra riescono con il parlato a utilizzare un sistema di cifratura che permette tramite dei segnali a inizio e fine frase di condividere più informazioni nella stessa frase.

-Quindi riescono a dire più frasi contemporaneamente, giusto?

-Esattamente. A quanto abbiamo capito, dividono anche loro le parole in differenti categorie non troppo dissimili dalle nostre. Aggettivi, verbi, sostantivi, tutte parti del discorso che per avere un senso per noi devono essere messe in un ordine chiaro e ben definito, questo con loro non succede. Utilizzano un sistema a categorie. Ogni loro frase contiene un cifratore a inizio e fine proposizione che potremmo considerare come le nostre particelle linguistiche, e ogni parola non è altro che un susseguirsi, prima di aggettivi, poi di sostantivi e così via. Quando il messaggio viene ascoltato, viene automaticamente decodificato dall'interlocutore che riesce a riassemblare tutte le parti del discorso, riuscendo così a dare molte più informazioni con meno spreco di energia e tempo.

-Sembra assurdo, quindi comprimono le informazioni nel parlato e poi le decomprimono al loro utilizzo come fossero dei file digitali.

-Esatto, vedo che ci intendiamo.

-Se è così, come ha intenzione di tradurre per noi questo messaggio?

-Ah, ma è semplice, lo chiederemo direttamente all'angelo.

Agata, che si era appena fermata di fronte all'unica porta che collegava la stanza di Enoch, l'aprì e fece entrare i due ospiti.

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