Lo Scontro

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Vento sentiva qualcosa pungolargli il fianco nel sonno, aprì gli occhi e si ritrovò davanti una sagoma bianca. Per un momento restò confuso, poi si ricordò che era da poco in compagnia di una lupa di nome Neve. Era lei che lo voleva svegliare e inquieta disse:
"ci hanno rubato la carcassa, svelto alzati!" camminava avanti e indietro Irrequieta, così Vento si alzò in piedi e insieme seguirono la scia che aveva lasciato la carcassa trascinata.
Quando arrivarono abbastanza vicini alla carcassa, videro una lince che mangiava intenta. Vento ringhió minaccioso, la lince alzò l'enorme testa e soffiò scoprendo le zanne.
Senza preavviso, Vento si scagliò sopra di lei facendole perdere l'equilibrio. Ruzzolarono nella neve, ferendosi con zanne il lupo e con gli artigli la lince. Alla fine, il giovane lupo riuscì a ferire alla gola l'avversario che lo scagliò oltre la carcassa con una zampata furiosa sul muso. Il lupo rimase a terra senza muoversi e il felino, soffiando prima contro Neve, si allontanò trottando.
Intanto, Vento era sempre steso nella neve. Preoccupata e con un nodo alla gola, Neve si avvicinò al lupo e cominciò a studiare la ferita. La lince aveva inciso profondamente la pelle, lasciando una striscia sanguinante che partiva dall'occhio e arrivava al naso. Per fortuna non aveva arrecato danni all'occhio.
"per tutte le lune, è una brutta ferita."
osservò Neve.
"già, quella dannata lince... Almeno ci siamo ripresi la carcassa" disse Vento stringendo i denti per il dolore.
Neve allora cominciò a leccare la ferita, fermando il sangue che sgorgava a fiotti.
A Vento non dispiacevano quelle attenzioni, ma non bastavano per placare il dolore. Sentiva che il punto graffiato pulsava. Alla fine, appoggiò la testa sulle zampe anteriori e mentre la lupa si ripuliva la pelliccia, si addormentò.

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