Dio

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La veste del male
Ricopre il mio corpo
La mia psiche corrotta
Da pensiero contorto
Feci un passo verso l'oblio
E un secondo verso Dio
Vieni, mi disse:
Ma indietreggiai
E subito mi maledisse.
Speravo che sparisse,
Nel cumulo di polvere
Che avevo calciato
E così fu,
Ché da solo mi aveva lasciato.
Spine mi trafissero.

Ammetto che il dolore
È un po' strano
Un bardo in una piazza
Unico nella sua razza,
Racconta la sua canzone:
Allegra, festosa, ritmata,
Una poesia
In rima baciata.
Non come la mia,
Direi
Che questa è più un fallimento
Seppur esprima il mio tormento,
Il popolo narra il malcontento
Dell'avermi vicino.

Sono incatenato
A questo mondo tanto odiato,
Sempre in moto, disordinato
Ma il caos è ordine in sé stesso,
Non prendetemi per fesso!

Io l'ho capito
Che Dio,
Al momento in cui son nato
Ha provato
E con un dito
Dritto, alzato
Senza indugio, m'ha tradito.
Al mondo, tanto ambito
Perché molto avevo sentito
Al riguardo,
Fossi stato anche un po' tardo,
mi ha affidato.

Mi avesse almeno avvertito,
Avrei subito cambiato strada.
Male che vada,
Sarò ancora vivo per un paio di minuti.

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