10. Discoteca

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L'esame dell'altro giorno è andato molto bene.

E' sabato sera. Poco fa con Cesare siamo tornati dal lavoro e fra circa mezz'ora abbiamo appuntamento per andare alla festa, mi devo sbrigare. Ho fatto una doccia veloce e ora mi sto finendo di vestire. Non scelgo niente di particolarmente elegante, mi piace ballare e voglio essere comoda. Decido per i jeans skinny, una maglietta nera un po' aderente e con una scollatura che mi fa un bel seno e le solite Vans. Mi trucco leggermente con un po' di eyeliner e mascara. Infilo la giacca e sono pronta. Sento bussare alla porta. Vado ad aprire.

C: - Sei bellissima, stasera.- dice e mi dà un bacio.

Io: - Grazie- gli sorrido.

Fortunatamente la discoteca non è lontana e quindi possiamo andare comodamente a piedi.

Micaela è già arrivata, è seduta su un divanetto in compagnia di 3 ragazzi. Dai loro volti intuisco che si stanno divertendo parecchio. Dovrebbe fare la comica, ha un talento innato. In più è anche molto attraente, il che fa sì che sia sempre circondata dai ragazzi.

Io: - Balliamo?-

Annuisce e ci dirigiamo verso la pista. Non vado molto in discoteca, non perché non mi piacciano, solo che quando sei sola con le amiche va sempre a finire che arriva qualcuno che ci prova e questo proprio non lo sopporto. Arrivati in pista mi scateno, adoro ballare fin da bambina quando, a differenza della maggior parte delle mie amichette che facevano danza classica, ho preferito il corso di danza moderna. Secondo me mi divertivo molto più di loro, sempre serie e impostate.

Dopo un po' che balliamo Cesare mi si avvicina all'orecchio.

C: - Ho sete, vado a bere. Tu vuoi qualcosa?- mi dice alzando la voce per cercare di farsi sentire.

Faccio cenno di no con la testa, lui si allontana verso il bancone mentre io rimango in pista.

Non so perché ma alle canzoni in stile latino-americano non so proprio resistere, mi mettono subito voglia di ballare all'infinito.

Sono talmente presa dalla musica che non mi accorgo che non vedo Cesare da un po'. Inizio a cercarlo per tutta la discoteca, finalmente lo vedo seduto su un divanetto un po' appartato. Quando lo raggiungo vedo sul tavolino un bicchiere da cocktail vuoto, mi siedo. E' di nuovo scuro in volto.

C: - Ne vado a prendere un altro. Ti prendo qualcosa?-

Io: - Non so cosa ti sia successo e che ti faccia stare così, ma credimi, non ne vale la pena. Ti rovini la salute e basta! In più non risolvi nulla- gli dico prendendolo per un braccio

C: - Ma tu che ne vuoi sapere.- mi dice con rabbia.

Io: - Ne so abbastanza per dirti che è così.-

C: - Allora avanti, dimmi, signorina "so tutto io". Voglio sentire le tue perle di saggezza.- dice con tono strafottente.

Io: - Te lo dico, ma non qui. Usciamo?-

 Ci alziamo e usciamo dalla discoteca, ci incamminiamo lungo la strada per tornare al campus.

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