4. Sì, va tutto bene

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Due giorni.

Sono passati esattamente due giorni da quando sono uscita dall'ospedale.

In questi giorni mi chiusi in camera mia e ne uscivo solo quando sentivo il bisogno di mangiare, non volevo parlare con nessuno e l'unica con cui riuscivo a fare un qualcosa era la piccola Ahlam.

Ibrahim e mamma hanno provato a parlarmi, ma mi rifiutai costantemente, non avevo né voglia di parlare con loro né di sentire le loro costanti menzogne.

Mi ero dedicata alla mia stanza, alla ricerca di qualcosa che mi avrebbe aiutata, magari, a ricordare qualcosa, ma niente.
Nel mentre cercavo, trovai dei fogli.
Mi sedetti sul letto e nello stesso istante in cui cominciai a leggerli, qualcuno bussò alla porta.
Sbuffai e misi da parte i fogli.
Mi alzai e andai ad aprire, ad avvolgermi tra le sue braccia fu una ragazza più o meno della mia età, che portava il velo; io essendo stata colta di sorpresa non riuscii a ricambiare l'abbraccio.

Quando si distolse dall'abbraccio, vidi i suoi occhi leggermente arrossati, segno che a momenti sarebbe scoppiata a piangere.
"Sono stra-felice che tu stia bene" disse con il fiato mozzato "mi sei mancata un sacco".

Non riuscii a proferire parola, in quel momento tutto mi sembrò non avere un senso. La ragazza che avevo di fronte sembrava essere molto legata a me e nonostante ciò, io non mi ricordavo nulla.
Non ricordavo chi fosse la ragazza dagli occhi color ghiaccio che avevo di fronte.

"Jannat, tutto bene?" mi chiese quando non vide nessun segno di una risposta da parte mia.
Continuai a fissarla, non sapevo che risponderle.
"Jannat, mi stai facendo preoccupare!" si avvicinò a me e posò la sua mano sul mio braccio, scuotendomi.

Seguii i suoi movimenti e continuai a fissarla. Dopo un po', mi distolsi dal guardarla e andai verso il mio letto, sedendomi, poi, su di esso. Guardai in direzione della finestra e continuai ad osservare quella strada deserta in cerca di un qualcosa che mi potrebbe far distogliere l'attenzione da tutto lo schifo che mi circondava.

Ho voglia di scappare, di sentirmi libera, di potermi sentire me stessa.

Forse era un bene che io abbia perso la memoria o forse no.
Forse prima di tutto l'accaduto vivevo in sintonia con i miei sentimenti o forse l'unica compagnia che avevo erano i miei demoni.
Forse questo era il momento di capire chi ero realmente e senza l'aiuto di nessuno. Era il momento di capire cosa realmente la vita aveva in servo per me e l'unico modo per capire tutto ciò era quello di allontanarmi da tutto quello che mi avrebbe messa in collegamento con il mio passato.

"Jannat, ti senti bene tesoro?"

Mi girai nella direzione della ragazza che era ancora ferma sulla soglia della porta e le risposi :
"Sì, va tutto bene".
Lei mi sorrise, ma da parte mia non ci fu altro che un semplice cenno con la testa.

Non riuscivo a fidarmi di nessuno.
Non riuscivo a fidarmi neanche di
me stessa.

"Lo so, per te è difficile questa situazione, ma sappi che puoi contare sul mio aiuto e che non sei sola" si sedette vicino a me e mi prese una mano "So che in questo momento non sai chi sono e vorresti ritrovare la tua persona, ma Jannat, veramente, io sono qui e farò di tutto per aiutarti"

Mi discostai dalla sua presa e mi alzai dal letto. I fogli che erano su di esso, caddero per terra e lei rimase a guardarmi stupita dalla mio improvviso atteggiamento.

"Hai ragione, io non so chi tu sia in questo momento, non so che ruolo hai avuto nella mia vita e, soprattutto, hai ragione sul fatto che io abbia bisogno di ritrovare la mia persona, di sapere chi sono realmente, ma solo su una cosa stai fallando!" feci un respiro e poi continuai "Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, ce la farò da sola, se dovrò ricordare qualcosa, ce la farò col tempo se invece non ricorderò nulla significa che la mia vita e i miei ricordi futuri inizieranno da adesso. Ma nel frattempo di tutto questo, mi costruirò me stessa, costruirò I miei sogni e combatterò perché loro si realizzano. Ma tutto ciò lo farò da sola e senza l'aiuto di nessuno"

Nel suo viso si dipinse un'aria dispiaciuta, un'aria da chi è stato appena distrutto.
Dai suoi occhi caddero delle lacrime che le arrivano sino alle sue piccole labbra rosee.

Si alzò dal letto e iniziò a parlare, ma io la interrompi
"Non voglio sentire le solite frasi *stai dicendo così solo perché adesso ti senti sola e pensi che nessuno ti stia accanto* o altre cose del genere, so quello che dico e soprattutto quello che faccio."
Lei mi sorrise e poi si avvicinò a me lasciandomi un bacio sulla guancia. Prese la borsa che aveva lasciato vicino al mio letto e si diresse verso la porta. Arrivata sulla soglia, si fermò e si girò nella mia direzione.
"Il tuo carattere è sempre lo stesso, sei sempre stata così, forte e determinata davanti a tutto e a tutti, ti sei sempre contraddistinta ed è questo che ti ha lasciata sempre solare ed efficiente davanti ad ogni ostacolo che hai avuto davanti, e sono sicura che questo non è niente e che lo supererai più forte di prima e che ti rialzerai senza l'aiuto di nessuno, come hai sempre fatto tra l'altro" continuò a guardarmi "però se hai bisogno non esitare a chiamarmi, rimani sempre e comunque l'unica persona che mi ha sostenuta e aiutata quando tutti mi hanno derisa, ti voglio bene jannat e te ne vuole anche Ibrahim, lascia che almeno lui ti stia accanto, non lasciare che il rapporto tra fratelli che avevate vada a rotoli, fidati di lui come hai fatto sempre e stai sicura che ne uscirai vittoriosa. Affrontare tutto da sola è da ammirare, ma condividere il proprio dolore è da pochi "
Mi sorrise e andò via chiudendosi la porta alle spalle.

*Affrontare tutto da sola è da ammirare, ma condividere il proprio dolore è da pochi*
Questa frase mi è rimasta impressa nella mente, forse ha ragione, forse dovrei avere fiducia in qualcuno, raccontare ciò che mi disturba per potermi sentire forte e non sola.
Ma sento che non posso affidarmi a qualcuno, ho paura che se mettessi ogni mia speranza in mani di altri potrei uscirne distrutta ancora di più, ho paura di cadere e non rialzarmi più.

L'unica soluzione era allontanarmi da tutto, forse stavo scappando e forse ero una vigliacca che non aveva il coraggio di affrontare nulla.

Forse stavo sbagliando.

Ma in quel momento sentivo il bisogno di commettere quello sbaglio.

Spazio Autrice

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