"Dai Jannat" mi supplicò Kawtar.
Erano ormai 15 minuti che la mia amica cercava di convincermi a chiamare i ragazzi per farli pranzare con noi. Non mi andava di averli attorno, oggi il genere maschile non mi stava tanto simpatico.
"Ma non possiamo pranzare semplicemente io e te ?" chiesi speranzosa.
"E' da tutta la mattinata che ci chiamano preoccupati, pranzare insieme mi sembra un'ottima idea"
E' vero! E tutta la mattinata che sia a me che a Kawtar arrivano telefonate dai ragazzi per assicurarsi che stessimo bene. Dovevo dire che un paio di volte li avevo rifiutato la chiamata, ma stavano esagerando con le chiamate.
Non eravamo mica bambine, sapevamo badare a noi stesse... O almeno pensavo.
"Va bene chiamali" cedetti alla fine.
Nel suo volto comparve un gran sorriso.
Dopo aver digitato dei numeri sullo schermo, mise il vivavoce e, dopo qualche secondo, dall'altra parte dello schermo sentimmo la voce di Mehdy.
/Pronto?/
"Heii Mehdy " disse Kawtar.
/Kawtar, tutto bene?/ sembrava preoccupato dalla voce, avrà pensato che l'abbiamo chiamato per qualche cosa di importante .
Vabbè importante è, visto che stavamo parlando di cibo..
"Sì tutto apposto" rispose kawtar "Io e Jannat stavamo per andare a pranzo e pensavamo ..."
"Tu pensavi " la interruppi.
Mi fulminò con lo sguardò e poi ricominciò a parlare.
"Dicevo, pensavamo che magari tu e i ragazzi potreste unirvi a noi " sbuffai quando sentii che nonostante il mio intervento non avesse cambiato le sue parole .
"Se non avete nulla da fare ovviamente " continuò poi...
/Abbiamo incontrato qualche amico.../ iniziò a dire
"Wow che peccato, sono con degli amici, mi dispiace che voi non possiate venire, sarà per un'altra volta allora. Ciao" mi intromisi cercando di chiudere la conversazione, ma purtroppo poi lo sentii dire :
/Dille di stare zitta un secondo/ ci fu qualche secondo di silenzio./Dove volete pranzare ?/ chiese poi..
"Pensavamo di pranzare alla pizzeria che si trova qui nel centro commerciale" rispose la hijjabista qui al mio fianco.
/Io e i ragazzi siamo vicini alla pizzeria 'ZIO CHARLIE', ci vediamo lì?/ propose poi..
Kawtar mi guardò in cerca di un'approvazione da parte mia, ma non ottenne nulla .
Io non volevo avere niente a che fare con loro oggi e lei mi stava obbligando,
La vidi sospirare, ormai aveva perso le speranze con me, ma questi erano solo dettagli...
"Va bene, ci vediamo lì fra 10 minuti " confermò lei .
"Andiamo " prese le buste contenenti le cose comprate prima nei negozi " Ci stanno aspettando"
Sbuffai per poi seguire le sue stesse azioni e seguirla verso l'uscita .
"Cerca di essere gentile " mi ammonì lei.
"Non ti prometto nulla" le sorrisi.
Dopo qualche minuto eravamo arrivati di fronte a un locale.
Era semplice, ma bellissimo.
<Che eleganza> pensai...
Accanto alla porta d'ingresso vi erano dei tavoli, molti dei quali erano occupati da persone intente a parlare, a ridere.
Erano così sereni, immuni dai problemi.
"Entriamo" disse Kawtar prendendomi per mano e portandomi all'interno.
Appena dentro, le mie narici erano state avvolte dal buon profumo della pizza , chiusi gli occhi godendomi il momento. Il posto era veramente bello. Il pavimento era ricoperto dal parquet, nei muri erano appesi diversi quadri che raffiguravano diverse opere e paesi del mondo. Nei tavoli vi erano appoggiati dei quadrati fatti di legno in cui erano incisi dei numeri.
"Jannat " mi chiamò Kawtar " I ragazzi sono là " disse indicando un tavolo posto nell'angolo della stanza.
Li guardai e in quel momento mi accorsi che nel tavolo non erano seduti solo Ibra , Noah e Mehdy, ma c'erano anche altri ragazzi e due ragazze .
Guardai Kawtar. Non avevo voglia di stare con quei tre, figurati se si aggiungevano altre persone.
"Non pensavo sarebbero venuti con loro" cercò di giustificarsi
"Non ho voglia di stare con quei tre, figurati se si aggiungono altre persone " dissi...
"Dai Jannat ormai siamo qua e non ci possiamo fare nulla "
"No vado a casa , ci sentiamo per messaggi "
"Dai Jannat " cercò di convincermi.
Ma fui ostinata e, questa volta, non cedetti.
Le diedi due baci sulle guance e la salutai.
Uscii dal locale e senza accorgermene andai a sbattere con qualcuno.
Caddi per terra, in questo modo le buste che avevo in mano finirono, anche loro, sparsi per terra di fronte al negozio.
Mi guardavano tutti.
<Che figura ...>
"Oh Dio mio, scusami" il ragazzo con cui andai a sbattere sembrava veramente dispiaciuto, mi tese la mano per aiutarmi ad alzare, ma ovviamente io non la presi e mi alzai da sola. Iniziai a raccogliere le buste e presi dalle sue mani quelle che lui aveva raccolto per terra.
Lo fissai per qualche secondo, per poi lasciarlo lì senza degnarlo di alcuna parola.
"Ti ho chiesto scusa, almeno puoi rispondere" lo sentii dire.
Girai il volto nella sua direzione, gli stavo per rispondere ma poi cambiai idea.
Non avevo voglia di parlare e neanche di rispondere alle persone.
Volevo solo andare a casa e stare un po' per conto mio.
Senza nessuno, volevo passare un po' di tempo con solo me stessa.
Ero stanca di questa giornata.
Ero stanca da tutto ed ero solo agli inizi.
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MI SENTIVO PERSA
General FictionUn incidente stradale causò la perdita di memoria di una giovane ragazza musulmana, che ormai sconvolta all'oscuro del suo passato e priva dei suoi ricordi, trova la via di fuga solo attraverso la scrittura ... Ma cosa Sarebbe successo se il quader...