Stavo seduta sul mio letto a fissare i fogli che contenevano chissà quante cose del mio passato.
Mi ero decisa a non leggerle.
Volevo sfruttare questa piccola opportunità che la vita aveva deciso di offrirmi.La sera, dopo essere rimasta immersa un pomeriggio intero nei miei pensieri, decisi di scendere nel piano di sotto.
Presi dei pezzi di carta dove scrissi alcune riflessioni che mi avevano assalita questo pomeriggio e li misi con i fogli assieme a un altro diario che trovai dopo altre ricerche nella mia stanza.
Uscii e chiusi la porta dietro di me, scesi le scale piano e nel mentre udii delle voci provenire dalla cucina.
Mia madre stava singhiozzando, mentre una voce abbastanza roca di un uomo la consolova.
"Dalle del tempo" gli disse "è solo sotto shock, ha bisogno di tempo per assimilare tutto ciò".Decisi di entrare.
I loro sguardi si posarono su di me, ma io gli ignorai e andai dritta verso il frigo, da cui presi una bottiglia d'acqua. Ne versai un po' in un bicchiere e lo bevvi. Lo posai nelle lavastoviglie e mi incaminai per uscire dalla cucina.
"Vuoi qualcosa da mangiare?" mi chiese la donna che si trovava a qualche centimetro da me.
Mi girai verso di lei e le risposi.
"Non ho bisogno di niente, vado in soggiorno" le sorrisi e continuai per la mia strada.In quel momento la porta di casa si aprì, da lì entrò mio fratello accompagnato da altri due ragazzi, tutti con la stessa divisa da calcio.
"Jannat! " la voce di Ibrahim mi colpi dritto al cuore "Stai meglio?!"Le solite domande, quelle domande che a me davano sui nervi, quelle domande che mi venivano fatte da quando ero uscita da quel maledetto ospedale. Quelle domande che facevano trasparire solo compassione dalle persone che le pronunciavano. Quella compassione che mi faceva sentire debole e mi faceva odiare me stessa. Quella che mi faceva odiare tutto e tutti.
Lo continuai a guardare, ma non gli concessi neanche una risposta e continuai verso il soggiorno.
Sul divano, trovai la piccola Ahlam distesa su di esso mentre era avvolta in un sonno profondo. Sulla TV era proiettato uno dei film della Disney che lei tanto adorava. Mentre sul tavolo c'erano qualche snack per accompagnare la visione.
Mi sedetti nel divanetto accanto e misi un altro DVD.
Aladinn...
Nella stanza entrò mia madre con un copertina in mano, si avvicinò e me la posò sulle gambe, poi entrò mio fratello con in mano un vassoio, seguito dalla sua mandria di amici.
Posò tutto sul tavolino e si sedette vicino alla piccola, che in quel momento si alzò.
Il più alto tra i due ragazzi si sedette su una sedia mentre l'altro si accomodò vicino a mio fratello.
Erano entrambi ben allenati proprio come Ibrahim.
Uno teneva i capelli fermi grazie al gel. Aveva degli occhi chiari che davano un contrasto stupendo con i suoi capelli, mentre le sue labbra erano piccole. Era davvero un bel ragazzo!Mentre l'altro era leggermente meno alto, ma questo non toglie il fatto che rispetto a me erano entrambi dei giganti. I suoi ricci gli ricadevano sulla fronte, gli occhi marroni erano stupendi, profondi.
Il suo sguardo era fermo nel mio.
Sembrava anche lui pensare a qualcosa.Nella stanza era calato un silenzio.
Eravamo tutti intenti a scambiarci diversi sguardi.<Sicuramente sapranno delle mie attuali condizioni di salute! > pensai.
STAI LEGGENDO
MI SENTIVO PERSA
General FictionUn incidente stradale causò la perdita di memoria di una giovane ragazza musulmana, che ormai sconvolta all'oscuro del suo passato e priva dei suoi ricordi, trova la via di fuga solo attraverso la scrittura ... Ma cosa Sarebbe successo se il quader...