11. Io la ammiravo.

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POV'S AHLAM

La mamma era venuta a svegliarmi. Dovevo salutare i miei fratelli che sarebbero andati via per tanto tempo. Loro erano molto bravi a scuola, quindi hanno vinto una cosa che si chiama "borsa di studio" e andranno a studiare lì.

Faranno uno scambio culturale, infatti da noi verrà a stare una ragazza di Londra della stessa età di Jannat, la mia dolce sorellona.

Lei che fu sempre stata il mio punto di appoggio, la mia supereroina preferita. Era bella come nessun'altra ragazza, intelligente e simpatica. Nonostante lei abbia molti problemi con mamma e papà era sempre forte. Io la ammiravo.

Un giorno vorrei essere proprio come lei. Coraggiosa e senza la paura di affrontare i suoi ostacoli.

Però da quando era uscita dall'ospedale era diversa, anche se tutti mi volevano far credere il contrario perché dicevano che ero piccolina, ma io ero abbastanza grande da capire che mia sorella stesse soffrendo e che dopo che era uscita dall'ospedale non fosse del tutto guarita, anche se io non avevo ancora ben capito cosa fosse successo.

Mentre Ibrahim, lui era fantastico. Era protettivo sia nei miei confronti che in quelli di Jannat, non aveva mai permesso a nessuno di farci del male ed ero sicura che mai lo avrebbe fatto. Lui riusciva a tenere sempre il controllo della situazione e solo Jannat riusciva a farlo arrabbiare. Erano davvero uniti loro due e anche se molto spesso litigavano, non passava tanto tempo per vederli insieme a fare gli scemi e a coccolarsi come solo loro sapevano fare. Erano meravigliosi.

Davanti alle mie amiche mi vantavo sempre quando venivano loro a prendermi dall'asilo, dicevo sempre che avevo dei fratelli stupendi e che mi volevano tanto bene.

Nella mia stanza c'era mamma che prendeva i vestiti dall'armadio, mi stava preparando per poi portarmi all'asilo dopo che i miei fratelli sarebbero partiti.

"Dai su piccolina, vieni a vestirti " mi disse la mamma mentre mi sistemava lo zainetto.

"Mamma ma Jannat e Ibra se ne andranno per sempre, io ho paura di non rivederli più. Voi avete detto che sarebbero andati via per molto tempo" iniziai a singhiozzare, volevo bene ai miei fratelli. Tantissimo bene. Anche se ero piccola e sembravo non capire nulla, sapevo abbastanza per dire che non potrei sopportare una loro lontananza.

La mia mammina si avvicinò a me e mi abbracciò.

"Tesorino mio, non piangere" mi asciugò le lacrime "I tuoi fratelli stanno andando in un posto non tanto lontano per studiare. Anche tu un giorno diventerai bravissima a scuola come loro e andrai a studiare fuori casa e sarai grande e matura proprio come loro"

"Ma per adesso rimarrai a casa con me e ci consoleremo a vicenda finché non torneranno, da adesso in poi la tua migliore amica sarò io e tu sarai la mia, siamo d'accordo?" portò la mano verso di me aperta in attesa che io ricambiassi il suo cinque.

"Solo fino a quando tornerà Jannat, quando tornerà sarà di nuovo lei la mia migliore amica" sorrisi mentre battei le mani soddisfatta.

Ero felice, volevo bene alla mamma. Lei era buona, dolce e molto affettuosa. Mi faceva stare bene e soprattutto cucinava tante cose buone a me, a Ibra e a Jannat quando il sabato sera giocavamo insieme alla play-station e guardavamo tante serie tv e film. Ovviamente loro guardavano i film che sceglievo io e solo quando mi addormentavo riuscivano a guardare i film che loro reputavano da "grandi".

Tok Tok Tok Tok

Sentii bussare alla porta e mi girai quando quest'ultima si aprì.

"Sono venuta a salutare Ahlam, fra poco dobbiamo andare" era Jannat.

Era bellissima!

Indossava una paio di pantaloni da tuta bianchi, accompagnati da una felpa nera con su scritto 'Adidas ' in bianco , il tutto abbinato alle sue vans. Anche se era vestita in modo sportivo io la trovavo fantastica.

MI SENTIVO PERSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora