Eravamo in aeroporto ormai da 20 minuti, ma ancora non avevamo fatto il check-in. L'aereo era in ritardo e noi stavamo aspettando in un piccolo bar all'interno dell'aeroporto.
Ero seduto in un tavolo con mio fratello, Kawtar, Mehdy, Noah e altre due ragazze e un ragazzo.
Da come ho capito il ragazzo era in classe con mio fratello, mentre le ragazze frequentavano un'altra sezione diversa dalla mia e quella di Kawtar, ma, nonostante tutto, eravamo legate. Anzi loro erano legate dal momento che io non mi ricordavo assolutamente nulla. Per tutto il tempo mi stetti zitta mentre leggevo un libro "IL BACIO DEL PANE", l'avevo trovato nella piccola libreria che avevo nella stanza, ci avevo trovato dei fogli dentro, ma come il resto delle cose che avevo scritto prima di perdere la memoria, li misi da parte e non li lessi.
Una delle ragazze si chiamava Ritaj. Era stra-bella, anche lei come Kawtar usava il hijab. Gli occhi di colore verde chiaro, le illuminavano il viso assieme al bellissimo sorriso che non la abbandonò da quando arrivò all'aeroporto. Gli occhiali che portava le davano l'aria di una ragazza molto studiosa e dovevo dire che le stavano anche super bene. Le labbra leggermente carnose erano colorate da un leggero rosa che le donavano un certo fascino associate alle lentiggini che aveva sul viso.
Dovevo ammetterlo le ragazze con il velo avevano un certo fascino!
Beatrice, l'altra ragazza, invece, aveva i capelli lunghi biondi che le ricadevano poco sotto le spalle. Gli occhi scuri luccicavano dall'emozione che sicuramente stava provando in quel momento e le labbra erano messe in risalto da una tinta labbra rosa chiara. Gli occhi erano contornati da una linea di eye-liner e da un mascara di colore verde. Sulle guance aveva messo un leggero blush di colore rosa. Anche lei era bellissima.
Il ragazzo, seduto vicino a Noah, era poco più alto dei ragazzi, al contrario di loro, però, non aveva un corpo ben palestrato, anzi aveva qualche chilo in più. Aveva gli occhi neri e i capelli erano rasati. Diciamo che anche lui aveva il suo fascino, non era bellissimo ma non si poteva dire che fosse brutto. Anche lui come me, non aveva parlato tanto, indossava le sue cuffiette ed era intento ad ascoltare la sua musica isolato nel suo mondo, solo che lui al contrario mio a volte partecipava alle conversazioni che avvenivano in quella tavola e rideva anche con loro.
"Ragazzi, siete pronti?" il professore Bianchi, insegnante di letteratura inglese, si era messo al centro del bar per poter attirare l'attenzione dei 33 alunni lì presenti. Tutti lo guardammo e lui iniziò a parlare.
"Adesso ci recheremo tutti quanti a fare il check-in, dopo di che andremo in sala d'aspetto e lì aspetteremo finché non verremo imbarcati, tutto chiaro?" i miei compagni risposero di sì, mentre io mi limitai solamente ad annuire.
"Prima rifaccio l'appello e appena dirò il vostro nome potete indirizzarvi a fare il check-in" aggiunse infine.
"Su su giovanotti, ci aspetta una grande esperienza" ed ecco il professore simpatico, in ogni gruppo di gita o qualsiasi altra cosa non può mai mancare il professore buono e quello cattivo e questi ruoli sono svolti dal:
Professore Bianchi, insegnante ( come ho detto prima) di letteratura inglese. Lui era il solito professore basso , calvo con gli occhiali che teneva leggermente bassi e i baffi che li davano l'aria di essere capitano uncino, ovviamente è sottinteso che quest'ultimi fossero oggetto di presa in giro da parte degli alunni. Sta mattina dopo che i prof ci accolsero, sentii qualcuno prendere in giro il prof. Bianchi chiamandolo baffi a punta, ovviamente quando l'attenzione del prof era rivolta altrove.
Mentre il professore Menna, professore di storie e letteratura italiana, ma che a volte a scuola si prendeva anche il compito di sostituire qualche assenza dei professori di inglese poiché la sua laurea era specializzata anche in questo, era un uomo sulla cinquantina d'anni, portava anche lui gli occhiali, ma al contrario del prof. Bianchi, a lui stavano molto bene, li davano un certo fascino. Gli occhi blu-grigio erano fantastici accompagnati dai lievi capelli bianchi e dal sorriso che non scomparve dal suo viso da tutta la mattinata. Dovevo dire che il professore all'età adolescenziale sarà stato un bel ragazzo.
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MI SENTIVO PERSA
General FictionUn incidente stradale causò la perdita di memoria di una giovane ragazza musulmana, che ormai sconvolta all'oscuro del suo passato e priva dei suoi ricordi, trova la via di fuga solo attraverso la scrittura ... Ma cosa Sarebbe successo se il quader...