24. Posso unirmi?

56 11 4
                                    

"Che ne dici tu Jannat?" non sapevo minimamente di cosa stessero parlando, la mia attenzione era rivolta altrove.
"Stavate dicendo?" cercai di capire di cosa stessero discutendo.
"Ma ci ascolti quando parliamo?!" Kawtar era leggermente irritata dai miei comportamenti.
"No, non vi ascolto" mi fermai a guardarla con il vassoio in mano. 

Eravamo in mezzo alla sala mensa.
Mi girai a guardare il tavolo in cui erano seduti i ragazzi e notai che i loro sguardi, come quelli del resto degli adolescenti presenti in quella sala, erano rivolti verso di me e le mie amiche.

"Ma che ti prende adesso?" 
"Nulla che ti riguardi Kawtar!" dalla sua bocca uscì un lungo sospiro, era frustata ma non mi rispose e andò a sedersi vicino a Lorenzo.
Le ragazze la seguirono e feci lo stesso anche io. 
Posai il vassoio sul tavolo e presi lo zaino, era ancora dove lo avevo posato prima di andare a prendere il mio pranzo.
"Aspe dove vai?" Ibra mi prese per il polso.
"Non ho fame, preferisco prendere un po' d'aria prima delle lezioni" lui annuii e mi lasciò andare. 

Uscii dalla mensa e andai verso la porta principale, la oltrepassai e mi sedetti sull'erba; incrociai le ginocchia e posai lo zaino al mio fianco, presi la penna nera e un foglio. 
Guardai alcuni secondi il cielo e poi mi misi a scrivere:

Potrei fare un elenco. Un elenco infinito di tutto ciò che provo.
Un elenco dei miei sentimenti, dei miei sogni, dei miei sorrisi, dei miei dolori, dei miei comportamenti e dei miei pensieri.
Gli elenchi mettono ordine, ti aiutano a sistemare la tua camera, ti aiutano a mettere ordine per quanto riguarda la scuola e molto altro; ma avete mai pensato se gli elenchi mettessero ordine anche nella vita?!

Beh, nella mia vita mettono solo ulteriori casini; mi mettono confusione in testa e aumentano la mia ansia, quindi preferisco non farli. 
Però si può ricorrere alla scrittura.
Scrivere tutto quello che ci passa in testa senza dare importanza all'ordine in cui ci passano per la mente. 
Questo aiuta! O almeno aiuta me.

Tutta la mia confusione mentale la metto per iscritta e penso che così arrivi ad ordinarla;
anche se io odio l'ordine.
Preferisco i disastri, quelli sono belli; ti mandano in tilt, però va bene.

I sentimenti sono il colmo per ogni persona, sono loro che ti governano, hanno il controllo assoluto.
Ti fanno sprofondare in felicità indescrivibili, che poi, non so per quale ragione, spariscono; arrivano così i dolori che ti fanno dimenticare quei momenti (ricordi) che ti fanno sorridere spontaneamente e sinceramente.
I comportamenti diventano inopportuni, violenti e, non si sa per quale motivo, si arriva a diventare egocentrici, egoisti. I pensieri hanno la meglio, ti fanno viaggiare, non ti fanno prendere più nessuno in considerazione. Le parole non si preoccupano se feriscono o meno.
E' tutto così agghiacciante.

Ma questa sono diventata io; per questo preferisco la solitudine, almeno così ferisco solo me stessa.
Cerco di ingannare quella che era diventata la realtà per me.
Quella che per me, ormai, era diventata la vita.
La mia vita!

"Posso unirmi?" sentii la presenza perenne di qualcuno alle mie spalle, che riconobbi dalla voce.
Non mi girai, piegai il foglio e lo misi dentro lo zaino.
"Siediti pure" dissi con la voce secca.

Non ero coerente con le mie decisioni, questo lo sapevo. Ma anche se stare sola era la cosa migliore, la solitudine era ancora un ostacolo difficile da affrontare.

"Come ti va la vita?" che domanda stupida, ma sapevo che era l'unica con cui iniziare una 'specie' di discussione.
"Allora se escludiamo il fatto che ho perso la memoria e che i miei comportamenti sono, letteralmente, una merda" lo guardai e feci uno dei sorrisi più finti che potessi fare "La mia vita va alla grande"
"Woow, almeno sei entusiasta " la sua risata era bellissima, ma non minimamente paragonabile a quella di Akram.
"Molto entusiasta" risi anche io. 
Mehdy si  mostrava un'ottima compagnia quando ne avevo bisogno.
"Che scrivevi prima ?" se avesse iniziato con queste domande, il mio lato sgarbato sarebbe nuovamente uscito allo scoperto.
"Nulla di importante " usai un tono poco amichevole, forse, così, avrebbe capito che non avevo voglia di parlare dei miei piccoli momenti di sfogo.
"Li tenevi sempre nascosti, era raro che mi facessi leggere qualcosa" il suo sguardo era rivolto verso il cielo sereno.
Risi a quell'affermazione, quando venivo a conoscenza di piccoli aspetti che mi collegavano con la me del mio passato mi pervadeva una sensazione di felicità.
"Almeno ti facevo leggere qualcosa" copiai i suoi movimenti, il sole sereno mi riscaldava la pelle.
"E adesso non mi farai più leggere nulla ?" girò lo sguardo nella mia direzione.
"Non sono pronta per condividere nulla per adesso" 
"Per adesso" ripeté in un sussuro.

Il silenzio ci avvolse per un paio di secondi. 
Era tutto così strano.
Nonostante tutto, nonostante la mia cocciutaggine, in presenza di ognuno dei miei amici mi trovavo bene.

"L'ordine è necessario a non perdersi, il disordine per ritrovarsi" Mehdy mi tirò fuori dai miei pensieri prima che mi affondassero.
"Eh?" non capisco a cosa si riferisse.
"Era una delle citazioni che preferivi, quando mi sentivo perso mi aiutavi sempre a riprendermi" quanti ricordi avevo perso? Quanti momenti importanti della mia vita mancavano nella mia mente?
"Ne sai qualcun'altra? Cioè che mi rappresentava o che mi piaceva?" chiesi curiosa di sapere qualcos'altro in più.
"Meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai" mi cullai in quelle parole, sentii ogni mia parte del corpo racchiudersi al loro interno e ogni mio stato d'animo avvolgerli.
"Amarti è un'impresa" le sue iridi scure brillavano "Questa è la mia preferita invece"
Non capivo il motivo, ma pensavo che quelle parole fossero rivolte a me; me lo sentivo, ma forse mi sbagliavo.
"Amarti è un'impresa" ripetei "Profonda "
"I sentimenti della persona che l'ha scritta sono profondi" in certi momenti diventavo proprio curiosa e questo era uno di quelli.
"Cioè?" indagai.
"Sei tu l'autrice Jannat " 
"Hai scritte molte altre cose, di alcune ne sono a conoscenza, altre invece le hai tenute per te" mi sentivo così bene nel scoprire qualcosa sul mio passato, forse mi avrebbero aiutata a ricordare qualcosa in più.
Non dissi nulla, non avevo parole per esprimermi in quel momento.
"Ci siamo iscritti in palestra" era bravo a rompere il silenzio.
"Tutti?" domandai.
"Le ragazze no, però pensai che magari ti potesse fare piacere visto che ti allenavi sempre"
"Non sarebbe male come idea" non era male come idea.
"Vuoi rimanere in forma " mi canzonò.
"Piuttosto preferisco spaccarvi quei bei faccini a cui tanto tenete" mi alzai e presi lo zaino al suono della campanella che annunciava fosse ora di tornare in classe.
"Allora dopo le lezioni ti accompagno per iscriverti?"
"Mi aspetti di fronte al cancello?"
"Ovviamente damigella degli anni ottanta" si mise lo zaino sulle spalle e, insieme, ci incamminammo all'interno del grande edificio.

Fece qualche battuta in quel breve tragitto a cui mi lasciai andare in una breve risata.

Non so se farti i complimenti o insultarti !

Cosa vuoi tu adesso?

Sei bipolare, prima ti comporti come se ti avessero ucciso il gatto e poi come se ti avessero regalato un pony.

Spiegami che problemi hai, perché io non capisco questi tuoi interventi che scopo abbiano.

Zitta adesso che la professoressa è entrata in classe, segui la lezione!

Ecco brava, torna nel tuo covo e non ne uscire più.

<È ufficiale, sono impazzita. Mi metto a litigare con la mia coscienza pure adesso> pensai... 

"Good morning" disse la prof di letteratura inglese mentre varcava la soglia della porta.

"Good morning mrs. Taylor " risposi in coro con i miei compagni.

Questa lezione l'avevo in comune con Beatrice e Lorenzo, insieme altri ragazzi della mia scuola che però non conoscevo.
Gli unici con cui non mi incontravo durante le lezioni erano Noah, Ibra, Mehdy e Akram.

MI SENTIVO PERSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora