POV'S IBRAHIM
"Si mamma tranquilla, ho preso l'appuntamento con il dottore per lunedì. Andremo di pomeriggio subito dopo le lezioni" ero a telefono con mamma, da quando l'avevo chiamata non faceva altro che dirmi di stare attento a Jannat e di portarla a fare gli esami.
Gli avevo detto che Jannat stava bene, ma avevo pienamente mentito: erano giorni che la vedevo fisicamente debole, per non parlare del fatto che era sempre immersa nei suoi pensieri. Mi mancava la mia sorellina, mi mancava vederla sempre sorridere; ma dovevo dire che aver perso la memoria l'aveva salvata da una situazione angosciante, che la stava pienamente distruggendo e che in questo momento stava distruggendo me.
/Va bene tesoro/ finalmente aveva finito con le sue raccomandazioni.
"Mamma ci sentiamo dopo, prenditi cura di Ahlam " ci salutammo e poi chiusi la chiamata."Allora come sta Ahlam?" mi trovavo insieme ad Akram, io e lui eravamo legati sin da quando ne avevo memoria; per un periodo avevamo perso i rapporti ma per fortuna ci eravamo ritrovati.
"Ancora non si è ripresa" gli passai il pallone da calcio, lui lo fermò con un piede e poi si sedette per terra, in mezzo al campo da calcio.
L'avevamo scoperto per puro caso un giorno mentre giravamo.
Lo imitai.
"A te invece come va con mia sorella ?" non si aspettava quella mia domanda, l'avevo capito dalla faccia che aveva fatto.
"Secondo te?" il suo tono era triste.
Jannat era sempre stata una ragazza complicata, solo in pochi riuscivano a comprenderla. Era sempre stata una ragazza che stava per le sue, raramente riusciva a fare amicizia; non perché fosse timida, anzi lei era una ragazza veramente aperta con tutti, ma lei preferiva non essere circondata da nessuno. Il gruppo di amici che si era venuto a formare ci aveva messo anni, ogni volta che qualcuno voleva conoscerla usciva fuori la Jannat fredda, per questo da quando aveva perso la memoria non mi sorprendevo del suo modo di fare, ormai ci ero abituato.
Però non si poteva dire la stessa per i ragazzi, loro ci avevano messo tanto per farla sentire a suo agio tra di loro e adesso i suoi comportamenti li turbavano, soprattutto Akram.
Tra tutti coloro che le andarono dietro ero sicuro che quello che provava realmente qualcosa per Jannat fosse Akram. Forse era strano vedere un fratello maggiore marocchino che asseconda un possibile fidanzamento della sorella, ma io ero così. Lei poteva fare tutto quello che voleva, sapeva i suoi limiti, sapeva fino a dove potesse spingersi e, sinceramente, preferivo che venisse a raccontarmi le cose, le sue cotte e le sue relazioni piuttosto che essere riempito di bugie e di scoprirle da altre persone. Avevo un legame fantastico con lei, per me non era solo una sorella, per me lei era la mia migliore amica, la mia confidente. Con lei ero me stesso e non avevo paura di essere giudicato; sapevo che ogni parola che fuoriusciva dalla sua bocca era per il mio bene.
"Hai provato a parlarle "
"Amico tua sorella è una rocca forte, mi sembra di essere tornato ai vecchi tempi" era veramente giù.
"Conquistala" proposi come se fosse la cosa più facile di questo mondo.
"Come se fosse facile " sbuffò mentre si portava la sigaretta fra le labbra.
"Inizia togliendo quella cosa dalle tua labbra, se ti vedesse ti ammazzerebbe " lo rimprovera
"Lascia stare questa " disse indicando il mozzicone che teneva fra le dita "Aiutami a trovare un modo"
"Sei veramente disperato se sei arrivato a chiedere aiuto al fratello della tua conquista " risi, era veramente buffo.
"Se devi prendermi in giro, me ne vado vai "
"Senti, Jannat ha perso la memoria ma il suo carattere e sempre lo stesso. Lei dice di non voler saper nulla del passato, ma non sono sicura che sia questo quello che vuole" mi fermai per osservarlo, per capire se stesse seguendo le parole
"Allora ?" disse quando vide che non continuavo.
"Falle capire quanto lei sia importante per te, quanto la vostra storia fosse importante e, soprattutto, diversa ".
"Ripeto: come se fosse facile" adesso mi stavo leggermente allarmando, ma come poteva riallacciare i rapporti con lei, se quando io gli davo un maledetto consiglio mi rispondeva come se fosse facile.
"Non risolverai sicuramente nulla, se rimani qui seduto a deprimerti per le tue pene d'amore e rispondendomi 'Come se fosse facile '" l'ultima parte la dissi imitando la sua voce.
"Intanto la mia voce non è così" mi diede un pugno sul braccio "E poi non mi deprimo per le mie pene d'amore, chiedo solo qualche consiglio" a quell'affermazione scoppiai in una risata.
"A momenti ti metterai a piangere per la disperazione" affermai.
"No a momenti ti prenderò a pugni, che è al quanto diversa come cosa" capendo di averlo infastidito abbastanza per oggi, alzai le mani in segno di resa e mi asciugai le lacrime che mi erano scese per le troppe risate.
"Ti è bastata una donna per raderti al suolo" mi alzai da per terra e controllai il cellulare, Akram fece lo stesso.
"Potrei dire la stessa cosa per te " lo guardai dritto in faccia e vidi che aveva un sorriso da ebete stampato sulle labbra.
"Che intendi?" adesso sarebbe riemersa la stessa storia di sempre, ormai i miei amici erano monotoni.
"Lo sai che intendo " affermò
"Ti lascio convinto con le tue idee, tanto anche se parlassi non capiresti nulla idiota" gli diedi le spalle e controllai i messaggi che avevo da parte di Jannat.
"Mi spieghi che c'è di male " non sarei uscito tanto in fretta da quella conversazione come speravo.
"Non c'è niente di male " mi affiancò e iniziò a guardarmi.
"E allora ?"
"Akram ascoltami bene " mi fermai e mi girai nella sua direzione "Kawtar è una ragazza a dir poco stupenda, fantastica ed è anche veramente bellissima, ma a me non piace. Se mi fosse interessata solo minimamente ci avrei provato, ma a me non piace. Adesso ti prego chiudo questo discorso e andiamo che la tua bellissima principessa ci sta aspettando "
"Kawtar invece ha una cotta per te e sei l'unico a non averlo capito. Poi adesso perché dovremmo andare da Jannat?"
"Lo so che stai frenando dalla voglia di vederla quindi cammina" lo canzonai.
"Voglio sapere perché dobbiamo andare da lei. Diciamo che l'ultima volta ci siamo visti non è andata proprio bene "adesso capivo il perché di tutta questa disperazione. Prima ancora che gli chiedessi spiegazioni, lui iniziò a parlare.
"Domenica ci eravamo incontrati per correre e diciamo che non è andata proprio bene. All'inizio ero io quella che la ignorava"
"Perché la ignoravi ?" lo interruppi sbalordito da quella notizia.
"Il giorno prima le avevo detto che la amavo ma lei mi ha ignorata e poi appena tornato a casa ho ricevuto una chiamata da Roumaisae e mi ha detto che i miei non la smettevano di litigare " mi aveva già raccontato dei suoi, solo che non mi aveva detto dei suoi modi nei confronti di Jannat.
"Poi ti chiedi perché lei si comporta di merda con te" gli feci notare.
"Ho sbagliato lo so, ma che devo fare adesso, ormai il danno è fatto"
"Fatti perdonare "
"Grazie veramente tante del consiglio, se non me lo avessi detto tu non lo avrei mai saputo" il suo tono ironico mi fece innervosire, gli avevo solo detto quello che pensavo:
"Andiamo, passiamo a prendere le pizze prima"
"Mangiamo da lei ?" chiese.
Io annuii.
Non sapevo perché, ma sentivo che la serata che mi aspettava sarebbe stata veramente faticosa.****
Dopo aver preso le pizze, ci dirigemmo a casa della signora Cooper. Oggi lei non ci sarebbe stata e le abbiamo chiesto il permesso se potessi venire a cena a casa sua per stare un po' con Jannat. Lei era stata molto gentile e accettò.
La serata era programmata per passarla da solo con mia sorella, ma alla fine avevo deciso di portarmi dietro Akram dopo averlo visto disperato. Al'inizio mi sembrava una buona idea, ma adesso che vedevo la faccia di Jannat, ferma davanti alla porta di casa, quando aveva visto Akram, non lo pensai più.
"Ciao " disse mentre con la mano ci indicò la porta, un modo per dirci di entrare.
"Salam " rispondemmo all'unisono io e il mio migliore amico. Lui non era marocchino ma col tempo che aveva passato con noi, aveva imparato la maggior parte delle parole che noi tendevamo ad usare abitualmente.
"Ho fatto l'abbonamento di Netflix, iniziate a scegliere qualche film nel frattempo che io ritorna. Vado a prendere le bibite e i bicchieri"
Noi annuimmo.
Appena sul posto. Posai le tre pizze sul tavolo e iniziai a guardare i diversi film.
Qualche minuto dopo, il corpo esile di mia sorella fece capolino nella stanza e lei con le mani ci mostrò le diverse bibite che aveva portato.
"Non dovevi venire da solo ?" quanta delicatezza aveva mia sorella, mi aspettavo questa domanda da lei ma non così diretta.
Lei si sedette sulla poltrona vicino al divano dove eravamo seduti io e Akram.
"Se sono di troppo me ne vado " ecco che l'intelligente di turno aveva parlato, non poteva semplicemente tapparsi la bocca e lasciar parlare a me.
"Non intendevo questo, solo che non mi aspettavo di vederti" per fortuna che Jannat non aveva fatto la solita stronza, qualche mese fa lo avrebbe mandato anche via ed era questa la mia paura.
"Okay adesso mangiamo e passiamo una bella serata" mi intromisi nella discussione prima che prendesse qualche brutta piega.
"Anche io ho voglia di passare una bella serata e rilassarmi" sentire queste parole uscire dalla bocca di Jannat mi aveva fatto rilassare e sentire bene. Nel mio viso comparve un sorriso spontaneo e quando mi girai a guardare Akram, vidi il suo sguardo rilassato e il suo sorriso.
Forse questa serata sarebbe andata bene più di quanto pensassi.
N.A.
Ma ciao a tutti. Come state? Come stanno andando le vacanze? Voglio chiedervi scusa perché vi ho fatto aspettare così tanto per questo capitolo, ma sono stata stra-impegnata e poi quando ho avuto tempo per aggiornare ho avuto problemi con wattpad. Ma adesso sono tornata nuovamente carica e pronta per portare avanti la storia di Jannat. Ditemi che cosa ne pensate fino ad adesso, se la storia vi incuriosisce.
Per farmi perdonare, questo capitolo l'ho scritto solo il punto di Ibra.
Vi voglio bene wattpadiani.
Ahlam
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MI SENTIVO PERSA
General FictionUn incidente stradale causò la perdita di memoria di una giovane ragazza musulmana, che ormai sconvolta all'oscuro del suo passato e priva dei suoi ricordi, trova la via di fuga solo attraverso la scrittura ... Ma cosa Sarebbe successo se il quader...