Il Paiolo Magico era esattamente come me lo ero immaginato: dalla lettera della professoressa McGranitt avevo intuito che non fosse esattamente un posto molto accogliente e, infatti, lei lo aveva chiamato "luogo di transito" lasciando intendere ch'era meglio non fermarsi.
Con mia madre (mio padre non aveva voluto saperne di accompagnarci) ci avventurammo nei meandri oscuri della vecchia e malmessa locanda, sotto lo sguardo attento e indagatore del vecchio proprietario, e ci dirigemmo un po' incerte verso il muro che ci separava da Diagon Alley. Quando quest'ultimo si aprì non potemmo credere ai nostri occhi: la strada era gremita di gente ed in ogni dove c'era qualcosa da vedere. Impiegammo qualche istante per riscuoterci e deciderci ad immetterci nella folla.
- I libri. – ordinò mamma perentoria.
Annuii e la guidai verso il Ghirigoro che sapevo trovarsi tra Madama McClan e il negozio dedicato al Quidditch. Entrarvi fu come varcare la soglia di un mondo fantastico e, nel momento che realizzai che era proprio così, mi si scaldò il cuore e quasi piansi: ero una strega! E, proprio in quel momento, mi trovavo nel Mondo magico! E stavo per frequentare una scuola di magia! Addio cubo grigio! Addio cibo insipido della mensa! Addio compagni antipatici! Addio matematica!
Ignorando le mie proteste, mia madre mi trascinò da Madama McClan per farmi confezionare le divise e solo dopo acconsentì a passare dall'Emporio del Gufo. L'idea di possedere un gufo la preoccupava, ma era anche conscia del fatto ch'era necessario se voleva tenersi in costante contatto con me e, conoscendola, la sua natura apprensiva avrebbe prevalso. In ogni caso, quando si accorse che il negozio in questione era quello completamente buio (visto che si occupava unicamente di animali notturni), mi afferrò la mano e non la lasciò più.
Era stata una scelta molto ardua e che alla fine mi aveva portata a optare per un bel barbagianni che decisi di chiamare Smashrock.*
L'autunno era arrivato da pochi giorni e già reclamava il suo spazio, portando con sé un venticello dispettoso e lo scurire eccessivamente prematuro del cielo.
Fortunatamente avevamo quasi finito il nostro giro: mancava solo la bacchetta. Mamma aveva voluto così, anche se non ne comprendo a pieno il motivo. Forse la bacchetta era il fattore che avrebbe cambiato tutto e questo la spaventava. Spaventava anche me.
"Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C." enunciava l'elegante insegna posta sulla facciata e, se il Paiolo Magico era stato all'altezza delle mie aspettative, la bottega di bacchette non lo era affatto: si trattava di un piccolo e modesto locale stipato di scatole che arrivavano fino al soffitto.
Ollivander, il proprietario, aveva un paio di occhi grigi molto simili a quelli del professor Silente, solo che i suoi mi trasmettevano un senso di freddezza sconosciuto a quelli del preside.
Mi studiò a lungo, misurandomi l'altezza e osservandomi da vicino gli occhi, borbottando tra sé e sé:- Altezza media... occhi scuri... - si avvicinò ad una pila. – Quando sei nata?
- Il numero? – chiesi. – Il 22.
Annuì e allungò pericolosamente una mano verso la catasta e ne estrasse uno degli astucci che la costituiva.
- Legno di faggio, undici pollici e mezzo, rigida. – elencò. Sembrò trattenere il fiato, poi finì: - Corda di Cuore di Drago.
Me la porse: la lavorazione l'aveva resa liscia al tocco, era più pesante di quanto apparisse e aveva una colorazione molto chiara ed elegante.
- È la bacchetta che sceglie il mago. – mi sorrise gentile. – Per scoprire se siete compatibili deve agitarla.
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Mudblood
FanfictionElena O'Brien è una nata babbana che viene smistata nella casa dei Serpeverde e che per questo dovrà affrontare non poche difficoltà.