Capitolo 13 - Shut up and dance with me

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- Tu! – disse il rosso puntandomi un dito contro con fare accusatore. – Tu...stupida...incosciente!

Era così sconvolto da non trovare le parole, il che era inaudito, trattandosi di Fred Weasley.

- Hai idea di quello che avete combinato?

- Perché la fai tanto lunga, Fred? – replicai tranquillamente, senza scompormi di fronte alla sua collera. – Perché non ammetti semplicemente che ti sei preoccupato?

- Preoccupato? – si avvicinò ulteriormente, sovrastandomi con la sua mole imponente. - Ero terrorizzato! Ma non è questo il punto!

- E quale sarebbe allora?

- Introdurvi così nell'Ufficio Misteri è stato da irresponsabili!

- Senti da che pulpito...

- Io non ho mai messo in pericolo la mia vita o quella dei miei amici! – ribatté alzando la voce e attirando l'attenzione di alcuni clienti del negozio.

- Fred...

- No, niente Fred! Mi spieghi che cazzo stavate pensando?

Deglutii atterrita dalla sua reazione. Non l'avevo mai visto così fuori di sé.

- Ho capito, non stavate pensando! Tu e quei testoni di Ron e Ginny vi siete cacciati in un bel guaio, e perché?

- Harry... - mormorai abbassando lo sguardo.

- Lo so! Ma ancora non lo hai capito, vero? Le persone accanto ad Harry muoiono! – sputò fuori.

Alzai la testa di scatto: il Fred che conoscevo non avrebbe mai detto una cosa simile.

- So che è brutto, ma lui è il prescelto ed è inevitabile che attorno a lui si crei il vuoto.

- No, non è brutto, è terribile! – ribattei con lo sguardo pieno di biasimo per quella cattiveria gratuita.

- Già, beh, quando vedrò Voldemort riferirò. – s'irritò lui, ricordandomi che non era colpa sua, ma la pura e cruda verità. – Guarda quello che è successo a Sirius!

Non lo conoscevo, ma, al sentirlo nominare, mi tornarono alla mente le grida strazianti di Harry.

Singhiozzai.

- Scusa...- una lacrima sfuggì al mio controllo. – Scusami Fred.

Lui mi abbracciò, stringendomi con forza a sé.

Mi ero trovata in mezzo alla battaglia e l'unica cosa a cui avevo pensato era che il mio dovere era quello di proteggere i miei amici, proteggere Luna, proteggere tutti. Nessuno sarebbe dovuto morire.

Poi ci aveva raggiunto l'Ordine della Fenice, la storica organizzazione segreta fondata da Albus Silente per combattere Voldemort e la vittoria sembrava così vicina, almeno così mi era parso. Ma Sirius era morto. Nessuno sarebbe dovuto morire, ma lui era morto. E noi eravamo stati fortunati.

La discussione con Fred mi aveva dato molto su cui meditare, per esempio alle conseguenze delle mie azioni: cosa sarebbe successo ai miei genitori se fosse successo a me? Non potevano perdermi, non ora che stavamo passando quel momento così difficile. Non me lo avrebbero mai perdonato.

"Egoista" pensai. "Sono stata un'egoista."

Piansi tra le sue braccia odiandomi perché, a causa della mia mancanza di giudizio e del mio egoismo, l'avevo fatto preoccupare e avevo rischiato di spezzare una famiglia prima del tempo.

Ero lì per l'inaugurazione del negozio e, per questo, dopo che mi fui ripresa, Fred lasciò il fratello dietro il bancone e mi fece fare il tour, mostrandomi tutte le novità e presentandomi Verity, la biondissima assistente che non lo chiamava per nome ma "Mr. Weasley", un appellativo davvero strano da sentire, troppo formale.

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