Capitolo 4 - Avversione

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Semptima Vector, la mia insegnante di Aritmanzia, era una straordinaria strega dal carattere amabile e i modi raffinati. Coi corti capelli corvini e l'aria distinta, era l'unica Serpeverde che fosse mai riuscita a guadagnarsi il mio rispetto.

La prima mattina dopo le vacanze di Natale, mi si avvicinò cautamente.

- Signorina O'Brien? – m'interpello esitante. Sembrava stesse avendo a che fare con un animale selvaggio e non con me. Eppure mi ero sempre comportata impeccabilmente durante le sue lezioni, senza mai lasciar trapelare la mia avversione nei confronti della Casa a cui entrambe appartenevamo.

- Sì? – risposi velatamente sarcastica.

- Il professor Silente l'ha convocata nel suo studio.

Oh.

Era sicuramente colpa di Piton.

- Potrei andarci dopo la lezione, per favore? Sa, non vorrei perdere ore.

Era altresì vero che perdere anche solo un minuto di Aritmanzia equivaleva a perdere un anno di una qualsiasi altra materia.

Lei mi sorrise apprensiva e al contempo con entusiasmo.

- Senz'altro! – esclamò. – Informerò immediatamente Silente che potrà riceverla durante le due ore successive.

- Due ore? – non era eccessivo?

- Mi ha riferito che avete tanto di cui parlare.

*

Uscii dall'aula confusa e leggermente in ansia, senza avere la più pallida idea di ciò che il preside avesse da dirmi.

- Elena! – mi chiamò una voce del tutto inaspettata.

Mi voltai e vidi un ragazzo molto alto e coi capelli rossi venirmi incontro.

- Fred? – domandai per verificare che si trattasse proprio di lui e non del gemello.

Annuì e, in un paio di falcate, fummo faccia a faccia.

- Ti va di mangiare con noi?

Davvero mi stava chiedendo di mangiare con...

"Aspetta..."

- Voi?

- Sì, voglio presentarti mio fratello e Ginny (anche se già la conosci).

- Oh. – era la seconda volta, quel giorno, che mi trovavano impreparata. – Certo! È una grande idea! A Luna farà piacere...

- Luna Lovegood? – domandò con uno strano sorrisetto di chi la sa lunga. – Detta anche "Luna Lunatica Lovegood"?

- È la mia migliore amica. – precisai con tono ammonitore. – E non chiamarla così: a lei forse non dà fastidio ma a me sì.

Lui alzò le mani in segno di resa e mi fece l'occhiolino.

- Guarda che parlo sul serio.

- Non avevo dubbi. – replicò per poi dileguarsi.

*

Per accedere all'ufficio di Silente serviva una parola d'ordine che, fortunatamente la professoressa Vector mi aveva comunicato prima che mi avviassi: "Piperilla", ch'era un tipo di caramella che, se ingerita, fa uscire fumo della bocca.

Non appena la pronunciai, i Gargoyles posti davanti alla scala si spostarono per farmi passare. Una volta giunta in cima, bussai alla porta e attesi il permesso di entrare.

- Signorina O'Brien. – mi salutò il preside da dietro la scrivania. – Si accomodi, prego.

Mi persi qualche istante di troppo a guardarmi attorno: lo studio era ricco di oggetti magici di ogni genere e, dovunque posassi lo sguardo, c'era una nuova meraviglia da scoprire. Vidi il Cappello Parlante adagiato in bella vista su una mensola e non potei fare a meno di fulminarlo all'istante. Ben presto, però, la mia attenzione fu catturata da Fanny, la Fenice di Silente, che dormiva con la testa sotto un'ala sul suo trespolo personale. Era la prima volta che ne vedevo una che non fosse una semplice illustrazione di un libro.

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