Capitolo 12 - Il gran finale

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La loro tranquillità durante le vacanze di Pasqua m'innervosiva: cosa stavano architettando quei due?

- Che senso aveva rovinare le vacanze? – aveva domandato retoricamente Fred quando gli avevo chiesto spiegazioni. – Avremmo mandato a rotoli i piani di ripasso di tutti, e a che scopo?

- Molto saggio e premuroso da parte vostra... - li avevo scherniti. – Ma c'è un "ma", vero?

- Ovviamente: Harry ha bisogno di un diversivo e allora perché non cogliere l'occasione?

- Carpe diem, carpe diem! Non dite così voi Babbani? – si era intromesso George.

Con un gesto di stizza, li avevo mandati a quel paese e me n'ero andata.

- Non vuoi sapere di cosa si tratta? – mi avevano urlato dietro.

- Mi lascerò sorprendere. – avevo replicato sarcasticamente senza voltarmi.

*

27 aprile 1996, 17.00

L'intera scuola si era riunita nel corridoio di Gregory il Viscido e assisteva ad uno spettacolo che mai avrei pensato possibile: le pareti erano ricoperte da una strana sostanza e i gemelli erano proprio al centro di quella che sembrava essere...

"Una palude!" possibile che fosse quello il loro piano? E per quale dannatissima ragione si erano fatti beccare? La risposta fu una coltellata nel cuore: era arrivato il gran finale.

La Squadra d'Inquisizione, capitanata dalla Umbridge, ostentava soddisfazione da tutti i pori.

- Bene! – esultò Faccia da Rospo. – Allora, vi sembra divertente trasformare un corridoio in una palude, eh?

- Molto divertente, sì. – rispose Fred, arditamente.

Gazza, piangendo di gioia, si avvicinò sventolando una pergamena.

- Ho trovato il modulo, signora preside, e ho la frusta pronta. – e quasi supplicando. – Mi permetta di procedere subito...

Feci un passo avanti: doveva solo provarci!

Un braccio mi si stese davanti al petto, fermandomi. Non mi ero neppure accorta di essere finita accanto a Ginny. Scosse la testa e, mimando solo con le labbra, disse "aspetta".

- Scoprirete molto presto che cosa succede a chi combina guai nella mia scuola.

Come osava minacciare degli studenti a quel modo? Se non fosse stato per la piccola Weasley le sarei già saltata addosso.

Fred replicò:

- Sa una cosa? Credo proprio di no. – e si voltò verso il gemello. – George, credo che abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera accademica.

- Condivido in pieno, fratello. – rispose disinvolto l'altro.

E prima che la Umbridge potesse aprir bocca, levarono le bacchette e pronunciarono all'unisono:

- Accio scope!

Uno schianto fragoroso risuonò in lontananza e le due Tornado sfrecciarono verso i loro legittimi proprietari. Una aveva ancora attaccato il piolo di ferro e la catena usati per legarle.

- A mai più rivederci. – disse Fred, salendo a cavallo della sua scopa.

- Sì, - aggiunse George, montando l'altra. – non si disturbi a darci sue notizie.

Lo sguardo di Fred passò in rassegna la folla.

- Se a qualcuno servisse una Palude Portatile identica a questa, si presenti ai Tiri Vispi Weasley. – annunciò a gran voce. – Ci trovate al numero novantatré di Diagon Alley.

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