il fatidico giorno

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Passaromo degli anni e ormai avevo trovato un'altra famiglia adottiva, anche se da poco visto che ho 15 anni.
Era una famiglia abbastanza ricca, avevano già una figlia, ricordo che era molto vizziata, non siamo mai andate d'accordo, mi diceva che non potevo mai essere sua sorella, e che i suoi genitori non mi volevano bene.
Ogni volta che mi diceva queste cose andavo in camera e piangevo senza sosta.
Avevo iniziato ad andare in una scuola, gli alunni erano abbastanza cattivi con me, mi dicevano "perché hai due cognomi? A sì vero i tuoi genitori sono morti, forse era perché non ti volevano perciò si sono suicidati in quell'incidente" e poi si mettevano a ridere, invece io piangevo, e anche per questo venivo presa in giro.
Decisi di mettere in pratica il mio piano, chiesi ai miei "genitori" una nuova bicicletta così da andare a scuola da sola, loro accettarono, e mi comprarono una bicicletta da corsa rossa bella fiammeggiante, poi aspettai qualche settimana.
Quando arrivò il fatidico giorno presi la mia bicicletta e invece di andare a scuola andai su un ponte li vicino, scesi dalla bici e mi sedetti con i piedi a penzoloni sul parapetto, aspettando una persona qualsiasi, perché volevo che il mio corpo fosse ritrovato senza problemi.
Ad un certo punto vidi un ragazzo abbastanza giovane forse aveva 23 anni, non ci feci molto caso, perché il mio pensiero in quel momento non Era quello.
Mi alzai sul parapetto lo guardai mentre mi correva in contro cercando di distogliermi dal mio intento, ma nulla mi avrebbe mai fermato, guardai il vuoto e poi mi buttai, e vidi tutto nero.

Una coda per Guarire (Finita )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora