| Fairy Tail | Oggi, Domani, Per Sempre

Capitolo 23

*È inutile che insisti,
Non sto bene,
I miei occhi li hai visti*

Blaze pov
Colpevole. Di cosa? Colpevole, per questa vita insensata. Una vita vuota, una vita inutile. Il vuoto di tutto il mondo. Colpevole di un'esistenza. Sopravvivenza. Vita non vissuta. È buffo, maledettamente buffo, si chiama vita e non viviamo. Si chiama vita solo perchè respiriamo. Già, respiriamo. Respiriamo aria inquinata, quell'aria che non ha nulla, e dal nulla riceve nulla. Un'aria sporca, quest'aria che noi non sappiamo pulire. Hai mai pensato di prenderti del tempo solo ed unicamente per respirare? Prendere un profondo respiro e buttar fuori aria, tanta, moltissima aria? Respirare veramente. Respirare vivendo. Vivere respirando. Eppure non lo facciamo. Respiriamo si, respiriamo e basta, non viviamo. Ogni nostro respiro è liberatorio, ma non lo sentiamo. Non sentiamo la vita, siamo frutti di un'esistenza. Cosa significa vivere? Significa ridere? Sorridere magari, o piangere. Significa forse urlare, parlare, comunicare? Significa divertirsi? Significa studiare? O significa semplicemente respirare? Respirare per star bene. Respirare per essere felici. Vivere per entrambe le cose. Vivere pensando a tutto il casino, vivere affrontando tutto il nostro bordello. Perciò, vivere significa respirare, respirare per vivere.

Eppure non ci riusciamo. Quei pochi attimi in cui respiriamo in pace, non ci riusciamo. Perchè il fatto è che noi ci rifiutiamo. Per timore, per paura, perchè ci spaventiamo. Tremiamo alla semplice idea di provare a vivere, provare a soffrire e rialzarci nonostante tutto. Tremiamo, eppure desideriamo la vita, la bramiamo in ogni sua forma e colore, la vogliamo tanto che la sognamo. Sognamo una vita tutta nostra, una vita solo ed unicamente fatta da noi, noi che abbiamo trovato finalmente la felicità, siamo in una continua ricerca della vita, della nostra vita. Ma non serve, non ci rendiamo nemmeno conto che la vita la stiamo vivendo in questo istante stesso, non ha senso cercarla, basta viverla adesso. Viverla e basta. Un istante per capire, un istante per realizzare ed un istante per vivere.

Faccio passare queste parole, con occhi chiusi, respiro regolare, sdraiato su questo comodo e morbido letto. A volte mi stupisco dei miei stessi pensieri, forse sono senza alcun senso, ma questi vanno e vengono, non ci posso far niente. Perchè a volte i pensieri ti affliggono la mente, si attaccano a quel tuo cervello iniziando a torturarlo lentamente, ti fanno salire l'ansia a mille e tu, lì, rannicchiato, che cerchi di scacciare tutto quel male e agitazione che ti attacca e schiaccia con lentezza tale da ucciderti dentro. Una forma di assassino personale che non puoi fermare, nonostante provi a far di tutto. E salgono questi pensieri, prima al cervello, poi improvvisamene ricadono sul cuore, lo fanno palpitare ad una velocità inaudita, poi un colpo al centro dello stomaco, e provi a fermare tutto quel tremore, prendi un respiro profondo e provi con tutto te stesso a metter fine a quelle parole, chiudi gli occhi sperando vivamente di dormire, con quella inequivocabile consapevolezza di non poterci riuscire.

Sento una mano inserirsi sotto le coperte, raggiungendo poi i miei boxer, abbassandoli.

Apro di poco gli occhi, cercando di capire cosa stia succedendo. Vedo un flash, rapido, di pochi attimi, un suono, quello di una camera, magari del cellulare. Ne susseguono altri, ed io resto immobile, aprendo finalmente totalmente gli occhi, spostandoli in cerca della causa di queste insensate fotografie.

"Sara...cosa stai facendo?" Mi alzo sui gomiti, alzandomi anche i boxer e guardandola male.

"Non è chiaro?"

La guardo con aria interrogativa

"Dai, sto chiaramente facendo le foto che mi ha chiesto mio padre!" Esclama

Mi batto una mano in faccia. Non credevo le facesse davvero.

"Non puoi! Osa solo mostrare, anche per sbaglio, quelle foto a quell'idiota e finisce male" minaccio la bionda che ora prova inutilmente a togliermi l'unico indumento che indosso, per fare altre foto.