Capitolo 5

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Prendemmo l'auto che avevamo lasciato sotto il sole cocente. Accesi l'aria condizionata e misi in moto la macchina per raggiungere la sede centrale della Happy Marriage, situata nel centro di New York.
Il palazzo era maestoso, con molte finestre rivestite di legno bianco.
Entrammo nella hall. Era piena di foto di matrimoni, fiori che rendevano l'aria nauseante e persone ben vestite che correvano da una parte all'altra.
Ci fermammo difronte al bancone situato nel bel mezzo di quella enorme stanza <<Salve, sono il capitano Beckett e lui è il signor Castle.>> dissi mostrando il distintivo <<Siamo qui per l'omicidio di un vostro dipende, Jack.>>
Il signore brizzolato, alto e curatissimo nei minimi dettagli, abbasso lo sguardo alle mie parole e poi disse <<Come è successo?>> <<È stato trovato morto vicino al molo. Ha idea del perché fosse lì?>>
<<Stava organizzando un matrimonio che si sarebbe dovuto tenere in un ristorante lì vicino, prima che fosse licenziato>>
<<Cosa è successo precisamente? Perché è stato licenziato?>>
Lui voltò lo guardo alla sua destra e indicò una ragazza bionda, con i capelli legati in una lunga treccia e che indossava un tailleur.
<<Andate a parlare con Katia, lei saprà dirvi.>>
Feci un cenno con la testa e ci recammo dalla ragazza, indaffarata a consigliare ad una cliente dei pasticcini posti su un vassoio.
Mentre ci incamminavamo per raggiungere la ragazza che ci avevano indicato e ci districavamo tra le centinaia di persone che erano in quella stanza, Castle, che era stato zitto fino a quel momento, iniziò a parlare <<Dovremmo risposarci.>>
<<Credi che ti risposerei di nuovo? Ne sei sicuro?>> sorrisi tra me e me senza girare la testa.
<<Cosa?>>
Iniziai a camminare più rapidamente e lui mi chiamò invano mentre continuavo a sorridere.
Nonostante diversi anni di matrimonio le cose tra di noi non erano cambiate, continuavamo ad avere la nostra solita complicità, ad amarci come avevamo sempre fatto.
Era strano come la nostra relazione non fosse sprofondata in una di quelle storie monotone e colme di quotidianità che finiscono per disintegrare non solo l'armonia della coppia, ma anche le persone che vi fanno parte, fino a renderle invisibili l'una agli occhi dell'altra.
Tra me e Castle non era così. Il lavorare insieme, il sentirsi protetti l'un l'altro, ciascuno a suo modo, ci aiutava a rimanere in una relazione a dir poco strepitosa, che ti fa rimanere senza respiro.
<<Buongiorno, dobbiamo parlarle>> dissi mostrando nuovamente il mio distintivo.
<<Certo, in cosa posso esservi utile? >>disse la commessa facendo un cenno di scuse alla sua cliente
<<Jack, il suo collega, è stato ucciso.>> rispose Castle, questa volta.
<<Seguitemi.>> La ragazza ci portò in quello che sembrava essere il suo ufficio, pieno di foto sulle pareti glicine e una modesta scrivania posta alla sinistra della porta.
Ci accomodammo sulle sedie che erano difronte e senza aspettare che le chiedessimo qualcosa, iniziò a parlare.
<<Jack, è stato licenziato due settime non fa. >> fece un respiro profondo mentre le lacrime iniziavano a caderle sulle guance. <<Il mio capo mi importunava, lui voleva solo proteggermi, e hanno avuto una rissa.>>
<<Lei e Jack avevate una relazione ?>>
<<Io sono fidanzata. Jack ci teneva molto a me, moltissimo. Nonostante sapesse che non ci sarebbe mai stato nulla di concreto tra me e lui. Era molto protettivo.>> Abbassò la testa. <<Gli volevo bene.>>

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