Capitolo 12

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Arrossii alle sue parole. Mi guardava come se avesse visto un fantasma, però con gli occhi a cuoricino e la bocca semiaperta. Mi avvicinai a lui. <<Ah si?>>
<<Si, sei la donna più bella che io abbia mai incontrato.>>
Mi sedetti sulle sue ginocchia e lo baciai. Sentivo le sue grandi mani sulla mia schiena, che salivano fino al collo e mi scostavano i capelli dal volto mettendoli con leggerezza dietro l'orecchio.
Amavo il profumo della sua pelle, il modo in cui mi accarezzava, i suoi occhi che mi guardavano con amore. Riflessa nei suoi occhi mi sentivo una donna diversa, più bella, più orgogliosa di me stessa, per avere creato una famiglia, e soprattutto, per averlo fatto con lui.
La creazione di una famiglia, così strana, con tante persone che gironzolavano in giro per casa, tre bambini piccoli, rendeva la mia vita un autentico quadro. Di quelli che guarderesti per giorni, senza mai stancarti per apprezzare ogni particolare, ogni sfumatura ad ogni nuovo sguardo.
Pensavo che la cosa più bella fosse essere così grata a una persona per avermi regalato tutto questo e per essere semplicemente amorevole.
Mi scappò una lacrima e lui se ne accorse.
<<Kate, stai piangendo?>>
<<No. Cioè sì, ma sono lacrime di gioia.>>
Lo guardai negli occhi e poi continuai <<Ti amo, lo sai vero?>>
Lui non disse nulla e mi abbracciò come solo lui sapeva fare. Mi faceva sentire a casa e protetta ogni volta, nonostante fossi io il poliziotto.
I bambini fecero irruzione nella nostra camera, saltando da una parte all'altra del letto. Io e Castle ci guardammo negli occhi e dopo un secondo ci buttammo anche noi nel gioco. Ci facemmo il solletico a vicenda, i bambini si nascondevano sotto le coperte e sgattaiolavano di qui e di lì per non farsi acchiappare.
Avevo una famiglia, una vera famiglia, e non potevo chiedere di meglio. Tutto l'amore che provavo per mio marito e per i bambini era ciò che mi teneva in vita, mi faceva sentire viva, energica e con loro ero spensierata, sempre.
Mi fermai e mi sedetti sul bordo del letto.
<<Kate, ti sei arresa?>>
Mi girai verso di lui e continuò <<Mamma è ufficialmente fuori gioco.>> e riprese a far solletico.
<<Credo che siate tutti fuori gioco. È tardi, dovete andare a dormire.>>
Una serie di "no" si sollevarono alle mie parole, compresi quelli che uscivano dalla bocca di Castle.
Lo guardai con uno dei miei sguardi più temibili, o almeno era quello che volevo far vedere, e lui guardò l'orologio accorgendosi che era seriamente ora di andare a dormire, almeno per loro.
Se li caricò in braccio e li porto nella loro camera. Come abbandonarono il campo di battaglia mi stesi a braccia aperte facendo un sospiro.
Mi svegliai dopo qualche ora rendendomi conto di essere ancora vestita con il tailleur da lavoro e che Castle era al mio fianco che dormiva beatamente. Feci fatica ad aprire gli occhi, doveva essere notte fonda, mi volta verso di lui e intrecciai le mie gambe fra le sue.

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