Capitolo 6

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<<Con una sola testimone abbiamo già due sospettati>> disse Castle con aria eccitata, poi continuò <<Il fidanzato potrebbe averlo ucciso per i suo atteggiamenti protettivi, o il capo, che non può più provarci con lei senza problemi .>>
<<Potrebbe. Dobbiamo convocare il suo capo in centrale per fargli due domande. Chiedo ad Esposito.>> Erano ormai le 20.00 di sera e decidemmo di tornare a casa per cenare. Fortunatamente l'aria si era rinfrescata, anche se continuava ad essere piena zeppa di umidità.
Guidai fino a casa tra le strade di New York quasi desolate.
Quando varcammo la porta, Alexis era seduta ad un tavolo a controllare e decidere come far sedere gli invitati, con la supervisione di Martha. I bambini erano seduti sul tappeto a giocare, stranamente in silenzio.
Mi avvicinai a loro e li diedi un bacio sulle guance, loro contraccambiarono abbracciandomi e, quando videro Castle, si fiondarono su di lui abbracciandolo e saltandogli addosso come fossero piccole scimmiette.
Mi recai al tavolo, misi un braccio intorno alle spalle di Alexis e chiesi <<Come sta andando?>>
<<Insomma. La cugina di Mark ha litigato con suo cugino e quindi non li posso mettere allo stesso tavolo. Sto impazzendo.>>
Feci un sorriso.
<<Quando io e Kate stavamo organizzando il nostro matrimonio fu praticamente la stessa cosa.>>
Lui mi abbracciò da dietro, strinsi le sue braccia sul mio petto e mi diede un bacio sulla guancia.
Mi girai verso di lui, lo guardai per qualche istante, gli presi la mano e lo baciai. Le nostre labbra si incollarono per qualche secondo, prima di accorgermi che tutti ci stavano guardando e arrossii.
Mi allontanai da Castle, non avevo molta fame quella sera, ero stanca.
<<Bambini, lasciate i giochi e andiamo a dormire, su.>> dissi voltandomi verso di loro.
Non fecero storie. Lasciarono ciò che stavano facendo e iniziarono ad avviarsi verso le loro camerette.
<<Metto a letto i bambini, e vado anche io a dormire. Sono stanca.>>
Castle mi guardò preoccupato, ma io ricambiai facendo un sorriso. Probabilmente non era sicuro che stessi bene dato che in un batter d'occhio si precipitò verso il corridoio e prese i bambini in braccio, che come calamite si attaccarono al corpo del papà.
A volte io perdevo la pazienza, quasi completamente, mentre Castle, forse per il fatto che era ancora un bambino, probabilmente un bambino un po' cresciuto, ma pur sempre un bambino,  riusciva a stare con loro tranquillamente, a farli sorridere e a giocare con loro anche per ore.
Arrivata nelle camerette, Castle aveva già fatto il suo lavoro, aveva posizionato i bambini al loro posto e si stava infilando il pigiama quando arrivai in camera da letto.
<<Kate.>> Senza che potesse continuare a dire nulla risposi.
<<Castle, sto bene, sono solo stanca. Il caldo mi abbatte.>>
Senza aggiungere nulla mi prese la mano e mi trascinò con se a letto.
Lo abbracciai e lui lentamente mi mise la sua mano sotto la maglietta e mi baciò.
<<Castle>> sussurrai sorridendo.
Sapevo che non sarei potuta sfuggire. Lo sguardo con cui mi guardava, il suo sorriso, mi facevano perdere completamente la testa. La tentazione di stare con lui, tra le sue braccia, accoccolati, era sempre più forte di qualsiasi altra cosa, anche della stanchezza.
Mi tolse la maglietta e io feci lo stesso.

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